FX Racing Weekend | Live Race - Misano The Grand Finale 16/11/2025 (race 2)

Credits: Ferrari Media Centre
Credits: Ferrari Media Centre

Nella lunga e logorante querelle di Felipe Massa per i fatti relativi al Crashgate del 2008, l'Alta Corte di Londra, tramite il giudice Justice Jay, ha stabilito che la richiesta di risarcimento (valutato in 64 milioni di sterline), avanzata dal brasiliano nei confronti da F1, FIA (organo di governo) e Bernie Ecclestone, può andare avanti a processo.

Riassunto delle puntate precedenti

Come sappiamo, Felipe Massa sostiene di essere il legittimo campione del mondo F1 2008, visto l'incidente intenzionale di Nelson Piquet Jr al GP di Singapore e in forza di alcune dichiarazioni di Bernie Ecclestone (a lungo "padrone della vaporiera" in F1 e in carica all'epoca dei fatti) rilasciate nel 2023, secondo le quali lui e Max Mosley (presidente FIA all'epoca dei fatti) fossero informati sulla natura deliberata dell'incidente prima della conclusione della stagione 2008.

Il mese scorso Ecclestone, FIA e FOM avevano difeso le loro posizioni chiedendo al tribunale di Londra di archiviare il caso, sostenendo che Felipe Massa fosse stato autore di una prestazione scadente al GP di Singapore del 2008, la quale, in ultima analisi, gli aveva fatto perdere il campionato, aggiungendo che la richiesta era stata presentata troppo tardi. Con le motivazioni pubblicate ieri, il giudice ha deliberato come Massa abbia diritto allo svolgimento di un processo per valutare una parte delle richieste avanzate e le violazioni contestate alle tre entità di cui sopra.

La sentenza

Il verdetto (leggibile qui nella sua interezza) emanato dal giudice è particolarmente lunga e complessa dal punto di vista del contenuto (scritto giocoforza in "legalese") e dalle implicazioni relative al ricorso presentato dal brasiliano, che accusa le parti di "violazione contrattuale, illecito civile, cospirazione e istigazione alla violazione del contratto nei confronti di alcuni o tutti i convenuti". Senza entrare troppo nel dettaglio, il giudice si è espresso in maniera negativa su violazione contrattuale e illecito civile, mentre rimangono "attivi" i capi relativi a cospirazione e istigazione alla violazione del contratto.

Per capire la complessità della disposizione, se Felipe Massa "ha concrete possibilità, in sede di processo, di convincere la Corte che la FIA aveva il potere (e probabilmente anche il dovere), in suddette circostanze, di indagare sui gravi illeciti in base al ruolo di guardiano dello sport e alle varie disposizioni del Codice Sportivo FIA", tanto più che si riconosce come Max Mosley, all'epoca, fosse "in possesso di informazioni che non erano di dominio pubblico", la posizione di violazione contrattuale viene rigettata, perché il presidente della FIA aveva degli obblighi nei confronti della FIA, ma nessuno nei confronti del pilota.

In altre parole, l'Alta Corte di Londra, rigetta la richiesta di Felipe Massa nel riscrivere l'esito finale del Campionato 2008 (che tra l'altro andrebbe indirizzata ad un altro foro giuridico e, per come è stata formulata, andrebbe ad inficiare nella gestione del business da parte della FIA stessa), ma tiene porta aperta "in linea di principio" per la richiesta in merito ad una compensazione monetaria per le opportunità di carriera che sono state potenzialmente inficiate dal Crashgate, pur notando come entrare in questo tipo di percorso non sia esattamente "una passeggiata".

Le dichiarazioni di Felipe

Nonostante il parere del giudice non sia esattamente una “vittoria su tutta la linea”, Felipe affida ad Instagram le proprie dichiarazioni in merito:

“Si tratta di una vittoria clamorosa. Un giorno importante per me, per la giustizia e per tutti coloro che amano la Formula 1. La corte ha riconosciuto la forza del mio caso e si è rifiutata di far sì che la difesa oscurasse quanto successo nel 2008. Hanno fatto di tutto per fermare il processo, ma la nostra lotta è per la giustizia e abbiamo vinto. La verità verrà a galla. Non trascureremo nulla. Sono più determinato e fiducioso che mai. Verrà fatta giustizia. Per me, per i brasiliani, per i Tifosi, per i fan di motorsport e tutti coloro che credono nell’onestà dello sport. Voglio ringraziare il mio incredibile team di avvocati, la mia famiglia e Dio che mi hanno guidato in questo percorso. Insieme riusciremo ad arrivare all’obiettivo”.

Su questa complicata situazione, ognuno si è costruito la propria opinione: la nostra rimane sempre quella consegnata a queste colonne nel 2023, il ricorso potenzialmente può far male a tutti, Felipe per primo.

Luca Colombo