Bernie Ecclestone ritorna sul ben noto caso del Crashgate di Singapore, datato 2008, con una delle sue tante dichiarazioni controverse: secondo il "Supremo", Felipe Massa sarebbe stato privato di un titolo mondiale, finito nelle mani di Lewis Hamilton.

"Lucky"

Il documentario "Lucky" sulla vita di Bernie continua a riscuotere una certa rilevanza mediatica. Nella serie, Ecclestone (oggi novantaduenne) parla apertamente di come ha trasformato un mondo chiuso, popolato da un manipolo di personaggi entusiasmati dalla competizione automobilistica, in uno degli sport con più seguito (e redditività) in assoluto. Il "Supremo" racconta di piloti ed eventi, spesso soffermando l'attenzione su piccoli-grandi inganni che hanno edificato il Circus targato Ecclestone che abbiamo avuto modo di conoscere.

Bernie Ecclestone, nel corpo del documentario, non ha parlato di uno degli episodi più controversi avvenuti sotto la sua gestione, il ben noto Crashgate, che abbiamo avuto modo di ripercorrere in una puntata di Re-LiveGP a cura di Matteo Figini.

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=ZYMK4i0Md80[/embed]

La dichiarazione di Bernie

In una dichiarazione rilasciata a F1-Insider.com, Ecclestone ha detto quanto segue: "Max Mosley [allora presidente della FIA, ndr] ed io fummo informati durante la stagione 2008 di quanto era accaduto nella gara di Singapore. Piquet Jr aveva detto a suo padre Nelson di aver ricevuto una richiesta dal team per andare deliberatamente contro il muro ad un certo punto della gara così da far entrare una safety car e quindi aiutare il suo compagno di squadra Alonso. (...) Piquet junior era preoccupato per il prolungamento del suo contratto, quindi era sotto pressione e ha accettato."

Bernie aggiunge: "Abbiamo deciso di non fare nulla, in quel momento. Volevamo proteggere lo sport da un enorme scandalo. (...) A quel tempo esisteva la regola per cui la classifica del Campionato del Mondo diventasse intoccabile dopo la cerimonia di premiazione della FIA a fine anno." Hamilton, dunque, riceve il titolo e le cose sembrano finire lì. Nel 2009, tuttavia, il caso ritorna in auge. Alla fine l'inchiesta condannerà Flavio Briatore e Pat Symonds della Renault, così come Nelson Piquet jr, alla sospensione per incidente intenzionale. Fernando Alonso rimane impunito, perché impossibile dimostrarne la complicità.

"Avevamo informazioni sufficienti"

Proprio a valle di tutto questo Ecclestone sgancia la bomba: "Avevamo informazioni sufficienti in tempo per indagare sulla questione. Secondo lo statuto probabilmente avremmo dovuto annullare la gara di Singapore. Come se non fosse mai stata corsa. Felipe Massa avrebbe vinto il campionato del mondo e non Lewis Hamilton. (...) Mi dispiace ancora oggi per Massa (...) gli è stato strappato il meritato titolo. (..) Oggi avrei agito diversamente. Ecco perché Michael Schumacher rimane ancora il detentore del record per i campionati del mondo record secondo me, per quanto le statistiche dicano il contrario."

La dichiarazione rilasciata da Bernie Ecclestone lascia quantomeno basiti. Fondamentalmente evidenzia un'omissione piuttosto pesante da parte di tutto il sistema F1 basata su un meccanismo "omertoso". Vale la pena chiedersi perché il "Supremo" abbia rilasciato queste dichiarazioni a quindici anni di distanza, minando in un certo senso la fiducia in questo sport, tra l'altro in assenza di un contraddittorio. Ad esempio Max Mosley, venuto a mancare recentemente, avrebbe potuto smentire o aggiungere ulteriori particolari sulla questione.

Tante dichiarazioni controverse

Ecclestone ha costruito un'intera carriera su questo tipo di dichiarazioni controverse, tuttavia riteniamo che, date le premesse, in questo caso il microfono avrebbe dovuto essere spento in tempo utile.

Luca Colombo