F1 | Ferrari, così sei inaccettabile su tutti i fronti
In pista, nelle dichiarazioni, nelle assenze: la stagione 2025 della Ferrari fa acqua da tutte le parti

Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Così principiavano le Catilinarie, orazioni pronunciate da Cicerone in Senato contro il capo di coloro i quali cospiravano contro Roma. Ecco, guardando alla situazione attuale in F1, viene da chiedersi fino a quando gli uomini della Ferrari vorranno mettere alla prova la pazienza di tifosi e appassionati tricolori, e perfino degli addetti ai lavori. L’ultimo GP del Canada è stato l’ennesima apparizione bolsa, senza un guizzo, senza un rischio, anche quando sembrava possibile per Leclerc giocarsi qualcosa di importante. Poi ci sono le parole, dette e non dette, di Vasseur, Hamilton, Elkann e Vigna: e qui cadono veramente le braccia.
Il problema principale: la macchina non va, neanche su piste “amiche”
E dire che, dopo quanto visto a Monte Carlo, qualcuno si era illuso che il Circuit Gilles Villeneuve potesse essere in qualche modo amico della Rossa. L’impostazione dal punto di vista meccanico, infatti, tra i due tracciati è abbastanza simile, nonostante quello canadese sia molto più severo sull’impianto frenante per via delle tante brusche staccate che seguono i lunghi rettilinei. Inoltre, per le dimensioni dei cordoli, l’asfalto particolare e le curve che non richiedono troppo carico, sull’isola nel mezzo del San Lorenzo le vetture girano ad altezze da terra più elevate, cosa che non dovrebbe infastidire una vettura come la SF-25 che soffre in maniera cronica di mancanza di carico aerodinamico.
Tutto questo ha aiutato gli uomini Ferrari? Neanche un po’. L’assenza là davanti della McLaren poteva essere un ulteriore fattore in grado di dare una mano alla squadra Rossa, che invece è risultata ancora una volta essere quarta forza, ultima tra i top team. La qualifica resta il tallone d’Achille di questa vettura; il giro veloce è un problema che pare insormontabile, con la difficoltà a mantenere le gomme nella temperatura di esercizio ideale che ormai è un marchio di fabbrica da anni. In più, inutile nasconderselo: in gara gli ingegneri studiano tattiche e tutto il resto con la paura di tornare ad incappare in una squalifica come avvenuto in Cina. I problemi sono tanti, è evidente che non si tratta solo di una questione relativa al retrotreno, ma molto più generalizzata. Per questo, molto probabilmente, si attende a portare aggiornamenti di livello: prima bisogna capire bene i problemi di fondo (e non solo in senso figurato...). In tutto ciò, l’aspetto tecnico sta diventando quasi di minore importanza: tutto il contorno, invece, è qualcosa di sempre più simile ad una polveriera pronta ad esplodere.
Lewis, un corpo estraneo
Onestamente non so perché non abbiamo portato aggiornamenti alla SF-25. Credo che uno arriverà molto presto, almeno spero. Ci dovranno essere tanti aggiornamenti da portare nel sistema. Mi piacerebbe potervi dire quello che sta accadendo, stanno succedendo tante cose sullo sfondo. C’è tanto che vorrei dirvi per spiegare, però non posso sbottonarmi troppo: le cose che sono successe quest’anno, i problemi che abbiamo avuto, quello che sta succedendo all’interno dell’organizzazione. Il mio obiettivo è cercare di influenzare in modo positivo i cambiamenti, per far sì che ci possa essere un successo a lungo termine. Perché sono necessari tanti cambiamenti. Secondo me c’è bisogno di costruire delle basi, perché ora non lottiamo per il campionato. Non dobbiamo perdere troppo tempo preoccupandoci o concentrandoci sulla vettura del 2025, ma dobbiamo assicurarci che la macchina dell’anno prossimo sia nettamente migliore, fin dalla prima gara.
Queste parole sono state pronunciate da Lewis Hamilton dopo il Gran Premio del Canada. Bene, non stiamo qui a sindacare sulla veridicità o meno delle sue affermazioni, la buona fede la diamo per scontata. Il fatto è un altro: la posizione di Hamilton all’interno di Ferrari è ormai insostenibile, per tutti. La luna di miele iniziata a gennaio, con tutto il teatrino mediatico montato ad arte (ci torniamo più avanti), è durata fin troppo poco. La sensazione è che l’inglese abbia voluto entrare in scena da protagonista, come colui che arriva da un mondo nuovo a portare, potremmo dire, la “conoscenza della vittoria”, e questo suo modo di fare non pare avere riscosso proprio le simpatie di tutti. Le foto a Maranello, i tifosi, le parole al miele: ricordi che paiono ormai sbiaditi, anche se risalenti a solo pochi mesi fa.
Ora la fanno da padroni i sorrisetti sardonici, le mezze frasi (diverse in base alla nazionalità dell’interlocutore, cosa da non sottovalutare) e i team radio scocciati nei confronti di Adami. È proprio questo, a nostro parere, che stona. Da Hamilton, anzi “Sir” Lewis Hamilton, visto che è baronetto, ci si aspetta ben altri comportamenti. Un sette volte campione (un fenomeno, lo sottolineiamo) che arriva con l’atteggiamento da Marchese del Grillo è l’esatto opposto di ciò che si richiedeva a Lewis nel momento del suo arrivo. Il suo atteggiamento non è per nulla costruttivo, perlomeno visto dal di fuori, ma sembra sempre tendere al “io ve l’ho detto come si fa a vincere, se non mi ascoltate fatti vostri”. E a farne le spese è, in primo luogo, il team, e con esso colui che ne è al comando.
Vasseur, un uomo solo. Elkann e Vigna chi li ha visti?

Il fine settimana di Montreal si era aperto con le parole di fuoco di Fred Vasseur, non certo benevolo con la stampa italiana. La sensazione, in realtà, è che al manager transalpino sia “scappata la frizione”, come si dice in gergo, e non senza motivazioni. Intendiamoci, anche lui ha le sue colpe, le sue responsabilità, e si fatica a capire il senso di parecchie delle sue dichiarazioni ottimistiche al termine di ogni weekend. Ma il problema, qui, è un altro: Vasseur, in Ferrari, è un uomo che ormai pare da solo contro tutti. L’unico che sembra essere sinceramente dalla sua parte è Leclerc; Hamilton, al contrario, professa la sua stima nei confronti del TP e dopo due minuti lascia intendere esattamente l’opposto nella dichiarazione successiva.
A ciò sono da aggiungere la latitanza del Presidente e dell’Amministratore Delegato. Benedetto Vigna e, soprattutto, John Elkann si guardano bene dal farsi vedere e sentire per proteggere il team e i suoi rappresentanti. Una situazione veramente paradossale. Nelle passate settimane, quando iniziarono a circolare voci in merito ad una possibile cacciata di Vasseur, non è giunta nessuna smentita, nessuna voce ufficiale. Solo un inquietante silenzio, rotto dalle esternazioni di giubilo per la vittoria a Le Mans (e anche qui ci sarebbe da parlarne, ma non è questo il luogo e il tempo). A proposito di F1, dalla proprietà e dalle mura di Maranello, non arriva uno spiffero, nel bene e nel male.
Una mancanza comunicativa che fa male, ma fa anche riflettere, e i pensieri non sono certo positivi. Una cosa verrebbe da dire: troppo comodo farsi vedere quando c'è da presentare il campione, con tanto di “Siete contenti, eh?” ai tifosi, con fare da padre che concede al figlio l'utilizzo dello smartphone a tavola purché stia zitto, e poi sparire dalla circolazione quando tutto va male. È molto triste, ma le più nefaste previsioni dei mesi passati, più volte messe per iscritto anche qui su Livegp.it, si stanno verificando, amplificate da una non competitività della Ferrari in pista. Per concludere, ci poniamo una domanda: quanto siamo lontani dalla rottura del giochino a Maranello? Quanto manca ancora prima che vengano prese decisioni che potrebbero avere esiti ancora più negativi?
Ovviamente, si spera che questi interrogativi abbiano risposta negativa e che da domani il tempo inizi a volgere verso il sereno. La sensazione, però, è che Ferrari stia rischiando una delle figuracce sportive peggiori di tutti i tempi, e non solo per i risultati in pista.
Nicola Saglia