F1 | GP Ungheria, caos Ferrari: cosa è successo realmente a Leclerc?
Tra dichiarazioni discordanti e versioni contraddittorie, la confusione sembra regnare sovrana nel team di Maranello all'indomani dell'ennesima gara da dimenticare

Patatrac Ferrari a Budapest, il giorno dopo. A meno di ventiquattr'ore di distanza dalla bandiera a scacchi del GP Ungheria, continuano a imperversare i dubbi, le indiscrezioni e gli interrogativi irrisolti in merito alla prestazione del Cavallino sul tracciato magiaro. In particolar modo con riferimento a quanto accaduto a Charles Leclerc nell'ultimo stint di gara, passato improvvisamente dall'essere in piena lotta per la vittoria ad un quarto posto a 42" dal vincitore. Ma cosa è successo realmente alla vettura del monegasco? E perché il team di Maranello non è riuscito a tenere sotto controllo una serie di versioni tra loro assai discordanti fornite sull'accaduto?
Leclerc, un crollo verticale nel terzo stint
Andiamo a ripercorrere i fatti. Giro numero 41: Leclerc rientra ai box per effettuare la seconda sosta. Sino a quel momento, il ferrarista si era mantenuto in piena lotta con le McLaren per la vittoria della gara, tenendo autorevolmente a bada Piastri nel primo e nel secondo stint. Una volta rientrato in pista con l'ultimo set di gomme Hard, la situazione è pero rapidamente precipitata: il monegasco ha iniziato a girare su tempi di gran lunga superiori rispetto a quelli fatti segnare in precedenza, dovendo cedere ben presto il passo all'australiano e quindi anche alla Mercedes di Russell, nonostante lo strenuo tentativo di difesa attuato da Leclerc. Un lento e doloroso calvario, concluso sul traguardo con un pesantissimo distacco dal vincitore di giornata Lando Norris, abile e fortunato nello sfruttare al meglio la strategia su singola sosta. L'improvviso crollo del passo gara della Ferrari numero 16 è stato inoltre accompagnato da alcuni team radio decisamente eloquenti da parte del pilota monegasco:
Così è incredibilmente frustrante! Abbiamo perso tutta la competitività. Dovreste solo ascoltarmi, avrei trovato un modo diverso di gestire i problemi. Adesso la macchina è semplicemente inguidabile. Inguidabile. Sarà un miracolo se arrivo a podio!
Il danno al telaio come versione ufficiale
Non soltanto uno sfogo dettato dalla frustrazione del momento. Ma un chiaro riferimento ad un'eventualità evidentemente già considerata nel pre-gara, e gestita dal box del Cavallino in un modo, per usare un eufemismo, non propriamente gradito dal pilota. Ma ad alimentare il caos nell'immediato dopo-gara sono state anche le dichiarazioni contrastanti fornite ai microfoni in diretta tv da parte di Vasseur e Leclerc, con il team principal che ha dapprima confermato le ipotesi di un problema legato alla pressione delle gomme ed il secondo che, poco più tardi, ha parlato di un generico problema al telaio. Una versione poi adottata come ufficiale che, in realtà, può significare tutto e niente: un danno al telaio, infatti, comporterebbe l'inevitabile sostituzione di quest'ultimo in vista della prossima gara di Zandvoort, in programma subito dopo la pausa estiva. Il tutto considerando che il Cavallino svolgerà proprio questa settimana i test Pirelli sempre in Ungheria (martedì 5 e mercoledì 6 agosto), con l'ipotetica possibilità di verificare proprio le condizioni della componente danneggiata. Ma se in Ferrari per “telaio” intendono, dal punto di vista comunicativo, tutto ciò non strettamente collegato alla power unit, allora il campo delle possibilità si allarga enormemente.

Spunta l'ipotesi del consumo anomalo del fondo
Ed a prendere quota, da questo punto di vista, è stata anche l'ipotesi legata alla necessità di ridurre il consumo anomalo del pattino posizionato sul fondo della vettura, già oggetto di squalifica di entrambe le monoposto in occasione del GP Cina. Proprio al fine di evitare la ripetizione di uno scenario simile, sull'ultimo set di gomme i tecnici avrebbero adottato una pressione delle gomme volutamente più alta, con l'obiettivo di sollevare la monoposto da terra e dunque ridurre al minimo i rischi legati all'usura del plank. Un intervento che avrebbe però reso di fatto inguidabile la monoposto di Leclerc nel finale di gara, con tempi mediamente superiori di 1"5-2" al giro rispetto a quelli fatti segnare dai diretti competitor. Un'ipotesi che troverebbe conferma anche nelle dichiarazioni rese a fine gara da Russell, il quale per alcuni giri si è ritrovato alle spalle della SF-25 del monegasco:
Credo che fossero al limite con l'usura del fondo e abbiano dovuto intervenire sulla pressione delle gomme per alzare un po' la macchina da terra. Per me è l'unica spiegazione del loro calo di prestazioni.
Ferrari, troppi dubbi rimangono dopo il flop ungherese
Dopo le prime dichiarazioni rese a caldo, Leclerc ha quindi corretto il tiro, scusandosi per quanto affermato via radio nel corso della gara. Il monegasco era nel frattempo stato informato dalla squadra sul problema verificatosi “al telaio”, ritrattando su quella che pensava fosse la natura originaria del problema. Secondo quanto riportato dal giornalista britannico Adam Cooper, il riferimento di Leclerc era rivolto ad una regolazione dell'ala anteriore troppo aggressiva effettuata durante il pit stop. Di certo, troppi misteri rimangono ancora irrisolti: l'adozione della nuova sospensione posteriore, utilizzata già a partire dalla precedente gara di Spa, può aver influito sul problema, magari inducendo i tecnici verso un eccessivo ottimismo in termini di set-up? Perché via radio non è stato chiesto a Leclerc di adottare la tecnica del “lift and coast”, come già fatto in passato? E come mai in Ferrari continua l'abitudine di adottare una linea comunicativa che spesso denota un preoccupante “scollamento” interno, contribuendo ad alimentare voci incontrollate? Dubbi e risposte che solo il tempo potrà eventualmente risolvere. Nel frattempo, il Cavallino si lecca le ferite ripensando ad un'altra occasione sprecata e ad un altro weekend che, nonostante i buoni segnali della vigilia, si è rivelato da dimenticare.
Marco Privitera