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Lewis Hamilton a Budapest: un altro weekend da dimenticare
Credits: Ferrari Official Fb page

Ripensando alla situazione di Lewis Hamilton in Ferrari viene in mente il grandissimo “Ginettaccio” Bartali quando, ormai ritiratosi dalla scena sportiva, in un noto programma televisivo sottolineava le storture italiane con il suo tipico “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Ecco, ora è giunto il momento che a Maranello qualcuno si faccia questa domanda in merito all’inglese, perché la situazione, se possibile, continua a peggiorare. 

Un weekend fuori dai punti in quel di Budapest

Se a Spa un track limit millimetrico aveva condizionato la sua condotta di gara, in Ungheria Hamilton e Ferrari sono tornati a sprofondare nell’inferno delle zone basse della classifica senza subire decisioni da parte della Race Direction. Sin dalle prime prove libere, Lewis si è trovato a rimediare costantemente 2-3 decimi dal team mate Leclerc; nella F1 attuale, un gap che può veramente fare la differenza. Arrivato il momento della qualifica, poi, mentre il monegasco trovava in qualche modo lo spunto per andare a prendersi una pole position francamente imprevedibile, l’inglese rimaneva addirittura escluso dal Q3. Non certo una novità, ma in questo caso ha fatto ancora più specie vederlo escluso, con tanto di dichiarazioni sibilline successive (ci torneremo più avanti). 

Arrivato il giorno della gara, poi, Hamilton ha deciso di impostare una strategia diversa dal resto del gruppo, andando a montare gomma dura per effettuare una sosta sola. Una scelta che, sulla carta, avrebbe potuto essere premiante, visto che Norris con essa ha vinto il Gran Premio e Alonso è arrivato a portare a casa punti importanti, per citarne giusto un paio. Invece, niente: Lewis è scattato dodicesimo e ha chiuso nella stessa posizione, senza un minimo spunto, anzi. Una gara scialba, passata a lottare con una vettura che ha mille difetti, è vero; ancora una volta, però, da parte del sette volte campione del mondo è mancata quella voglia, quella grinta, quella capacità di andare oltre e provare a portare a casa punti. La differenza da Leclerc, pur con tutto quello che è successo, è semplicemente inaccettabile. E poi c’è tutto il resto. 

Dichiarazioni sibilline e, francamente, poco credibili

Una delle cose poco piacevoli a proposito della situazione di Lewis Hamilton è che si tende sempre più a fare caso alle sue dichiarazioni e alle sue parole via radio piuttosto che alle sue prestazioni in pista. Che sono scadenti e inaccettabili, al di là di tutte le lacune della vettura. L’inglese questa situazione l’ha capita alla perfezione, e gioca con i giornalisti, con le comunicazioni radio, con la stampa in generale, in una maniera che si fatica a capire come possa essere accettata da un team come Ferrari. Perché, parliamoci chiaro, qualcuno ha veramente creduto alla sua sincerità nelle serate di sabato prima e domenica poi?

Quando hai una sensazione, è ad ogni modo una sensazione. Stanno succedendo tante cose sullo sfondo, il che non è grandioso. Io non mi sono sentito frustrato, ma non potevo fare molto di più. Non mi aspettavo nulla, non avevo aspettative. Ma è andata molto peggio di ogni altra mia stagione. 

Queste le dichiarazioni del post gara, che vanno a fare il paio con quel “forse la Ferrari dovrebbe cambiare pilota” del sabato. Beh, ci si permetta un’osservazione, caro sir Lewis Hamilton: non è che suonino proprio sincere in toto, ecco. Perché affermare, dopo tutto il clamore montato ad arte e fatto esplodere nel corso degli ultimi mesi, di non aver avuto aspettative per questa stagione in corso, è un insulto all’intelligenza di chi ascolta. Stendiamo poi un velo pietoso sulle interviste compiacenti e sulle parole vuote rilasciate dal Presidente, perché veramente viene da piangere a pensarci bene. 

Basta fantasmi: la misura è oltremodo colma

Credits: Ferrari Official Fb page

Inoltre, questo continuo richiamo a “cose che succedono sullo sfondo” deve finire. Ma ci rendiamo conto? Possibile che nessuno gli chieda veramente a cosa si riferisca? Perché qui i casi sono due: o c’è una congiura ai suoi danni, o Hamilton vede i fantasmi. E, ammettendo per assurdo la prima ipotesi, caro Lewis, possibile che veramente ti aspettassi di venire in Italia ed essere trattato da Messia da tutti? Possibile che tu non sapessi cosa fosse veramente la Ferrari? E perché, invece di dimostrare quanto vali veramente (perché Hamilton è infinitamente più grande di così, in pista e fuori) continui a fare del male a te stesso e al team?

I fantasmi, le cose nascoste, le paroline dette e non dette: tutto queste deve finire. Ed è il top management che deve intervenire, sempre che ne abbia la facoltà, senza venirci a rifilare ulteriori panzane. La macchina non va se non la si mette a rischio di squalifica, è vero, ma se invece di lavorare tutti uniti ci si mette ad insinuare dubbi e sospetti, allora addio. Che la luna di miele sia finita è chiaro da mo’, adesso si tratta di capire se l’amore tra Hamilton e la Ferrari sia wild and real, selvaggio e reale, per dirla con il Boss. Perché se così non fosse, e si fosse trattato sin dall'inizio di una operazione di comodo, allora sarebbe veramente tutto sbagliato e da rifare. In tanti stanno dimostrando di meritare quel sedile molto di più del sette volte campione del mondo, il che è tutto dire. 

Nicola Saglia