Carlos Reutemann / Credits: profilo Twitter Williams Racing
Carlos Reutemann / Credits: profilo Twitter Williams Racing

Gli ordini di scuderia sono sempre stati presenti nella storia della F1, così come i piloti che hanno deciso di rifiutarli. Sono trascorsi esattamente 43 anni da uno dei casi da questo punto di vista più eclatanti, accaduto durante il Gran Premio del Brasile del 1981, quando Carlos Reutemann si rifiutò di far passare Alan Jones compromettendo la lotta per il titolo di entrambi.

Il teatro del tradimento e i due attori principali

Quell'anno, la gara in Brasile si svolse sul circuito di Jacarepagua a Rio de Janeiro, città natale di Nelson Piquet. Un nome che avrebbe poi avuto un peso decisivo in questa storia. Essa fu la seconda gara ufficiale di F1 ospitata da questo tracciato, dopo che nelle due edizioni precedenti il GP Brasile era tornato a svolgersi sul circuito di Interlagos.

Il campione del mondo 1980, Alan Jones, si presentò sul tracciato carioca reduce dalla vittoria conquistata nella prima gara stagionale a Long Beach, grazie all’errore in una fase di doppiaggio commesso da Reutemann. L’australiano aveva rischiato di essere squalificato a causa di un alettone posteriore che solo in un secondo esame risultò regolare, con Jones che quindi mantenne la vittoria.

L’altro protagonista di questa vicenda fu lo stesso pilota argentino, abile a completare una doppietta in casa Williams nella precedente gara e alle prese con una monoposto, la FW07, pronta per consentire a entrambi i piloti di lottare per il titolo.

Nell'ultimo Gran Premio della passata stagione, Reutemann aveva scambiato la propria posizione con Jones, permettendo all’australiano di vincere il suo unico titolo mondiale nel confronto a tre con Nelson Piquet.

Il gran rifiuto di Carlos Reutemann

La gara scattò con qualche goccia di pioggia che penalizzò il poleman Nelson Piquet in favore delle due Williams, con Carlos Reutemann che  prese agevolmente il dominio della gara nelle battute iniziali.

Jones seguiva il compagno di squadra a distanza, con la sicurezza che l’argentino avrebbe rispetto il contratto che lo legava alla Williams; nel caso in cui il duo di piloti si fosse trovato in testa, Reutemann avrebbe dovuto cedere la sua posizione a Jones.

La Williams espose il tabellone dai box che riportava chiaramente l'ordine "JONES-REUT", attraverso il quale indicava a Reutemann che avrebbe dovuto cedere la sua posizione a Jones per farlo diventare il leader della gara; tuttavia, per l'intera durata del Gran Premio, Reutemann prese la decisione di non obbedire all'ordine di scuderia e vinse la gara.

Come Peter Windsor ha spiegato nel suo libro "Williams" di Maurice Hamilton, Reutemann vedeva nella stagione 1981 la propria unica occasione per vincere il titolo, decidendo quindi di prendersi la vittoria nel Gran Premio del Brasile e di dare vita ad un clima da “separati in casa” nella scuderia britannica.

Jones, infuriato per il “tradimento” del compagno, non volle nemmeno partecipare alla cerimonia del podio in cui si celebrò la doppietta Williams. Neanche Reutemann prese parte alla premiazione, con il solo Patrese (terzo classificato) che quindi si presentò sul podio.

L’azione dell’argentino, il quale si giustificò dicendo di non essersi accorto del cartello, rese i suoi rapporti con il suo compagno di squadra e con la scuderia Williams estremamente tesi da quel momento in poi, con Jones che non aiutò Reutemann nella lotta per il Mondiale contro Nelson Piquet, sfumato per il pilota argentino a vantaggio di quest'ultimo solo nell'ultima gara di Las Vegas.

Chiara Zaffarano