Motomondiale | Catalunya 2025 - Commento LIVE Gara

Credits: Ducati Media House
Credits: Ducati Media House

A Barcellona è arrivata la 14^ vittoria Sprint su 15 di Marc Márquez: un risultato ormai consueto, visti gli ultimi 3 mesi da imbattuto dello spagnolo, ma che non è arrivato nel modo in cui Marc ha abituato sé stesso, la Ducati e tutti gli appassionati. Questa volta, Márquez ringrazia il fratello Alex, caduto a poco più di 3 giri dalla fine della gara mentre si trovava al comando e in piena corsa per un possibile ritorno al successo.

Márquez ringrazia il fratello per la Sprint

Continua la marcia di avvicinamento di Marc al titolo iridato #9 che è sempre più vicino e sul quale ormai manca solo la matematica certezza assoluta: lo spagnolo è imbattuto dal 7 giugno scorso e oggi deve ringraziare la caduta del fratello Alex, che gli ha regalato il successo, del quale Marc riconosce candidamente la superiorità in questo fine settimana.

Alex era il più veloce, sono riuscito a vincere solo per un suo errore. Se vedete il cronologico dei tempi avevo lasciato perdere due giri prima della sua caduta perché era più veloce. Ma come abbiamo visto lo scorso anno, quando ti rilassi puoi sbagliare. Un giro dopo la sua caduta io ho rischiato di cadere alla 7. Ho un mix di sensazioni, sono felice per la vittoria, non lo sono per mio fratello, meritava di vincere. Curva 10 [quella dove è caduto Alex, ndr] era critica, io avevo fatto un errore due giri prima e avevo deciso di lasciar stare. 

Secondo Marc, Alex – che ha ammesso di essere caduto per “overconfidence – è comunque il favorito per la gara della domenica, dove Marc può porsi l’obiettivo di perdere al massimo due punti da lui per regalarsi, al netto delle dichiarazioni dei giorni scorsi, una chance di titolo già a Misano.

Per me è favorito anche per domani, è dalle FP1 che è il più veloce. Io nei primi giri ho cercato di stargli vicino ed è per questo che sono stato super aggressivo. Ho spinto un paio di giri ma ho visto che era più veloce.

Dall’Igna festeggia il titolo Costruttori e conferma la fiducia a Bagnaia

Il successo di oggi di Márquez consegna alla Ducati il sesto titolo Costruttori consecutivo, nel quale il contributo di Marc – e lo stesso pilota spagnolo non lo nasconde, supportato dai numeri – è stato enorme, in modo similare al titolo della Honda del 2019. 

Un titolo accolto con ovvio piacere da Gigi Dall’Igna, che ha offerto la sua riflessione su una stagione che ha regalato grandi soddisfazioni alla Ducati, con il prossimo titolo #9 dello stesso Márquez in arrivo e sul quale manca solo la conferma matematica che potrebbe arrivare già questo mese di settembre, ma anche dei grattacapi vista la situazione di Bagnaia al quale dall’Igna concede fiducia totale.

Sono felice per quello che Marc ha fatto nella prima parte dell’anno, sicuramente vedere un pilota importante come Pecco fare così tanta fatica è un qualcosa che non mi rende felice, ma ci proviamo e proveremo a migliorare le sue performance, questo posso prometterlo, per provare a fargli avere lo stesso feeling dello scorso anno, se non migliore. Crediamo in Pecco e lui crede in noi. È un pilota importante per Ducati, ci ha aiutato a riconquistare il titolo in Ducati, ha vinto due mondiali di fila, è dopo Stoner forse il più importante pilota per Ducati. Lo aiuteremo a tornare, questo è il mio obiettivo per il futuro. 

Credits: LiveGP.it
Credits: LiveGP.it

Dall’Igna ha identificato in Aragón come il momento chiave della stagione di Marc, quando lo spagnolo ha modificato il setup che sta usando tutt’ora, e ha poi spiegato quelle che sono le differenze, minime, tra la GP24 che l’anno scorso aveva ammazzato la concorrenza e la GP25 che quest’anno sta facendo faticare Bagnaia e sta esaltando Márquez.

La differenza tra la GP24 e la GP25 è piccolissima, non è neanche un’evoluzione ma è un insieme di pezzi che possono essere inseriti sulla GP24 per trasformarla in GP25, tranne qualche modifica fatta sul motore per migliorare l’affidabilità di qualche componente che l’anno scorso ci aveva dato qualche piccolo problema e che quindi abbiamo migliorato, ma che non ha a che vedere con le performance.

Bagnaia: “Soffriamo, sembro un disco rotto”

Se una parte del box festeggia la vittoria, dall’altra parte Pecco Bagnaia continua a faticare pesantemente come dimostra il 14° posto finale della Sprint. Pecco non è riuscito a rimontare dalla 21^ posizione e la sua risalita è, in gran parte, motivata dalle cadute che ci sono state nel gruppo e che hanno escluso – tra gli altri – le due Aprilia e Alex Márquez. Bagnaia non ha nascosto le evidenti difficoltà, evidenziate dal fatto che il suo ritmo non sia mai sceso sotto l’1.40, pagando oltre 1”5 dal ritmo dei primissimi.

Ho sofferto come in tutta la stagione, ma qui me l’aspettavo ed è andata proprio come pensavo. Speravo in uno step dopo Balaton ma come ho detto ieri era difficile e forse non è andata bene in questa pista. Stiamo soffrendo ancora parecchio, sono dietro a piloti sui quali guadagno in alcuni punti e sui quali perdo tanto in altre parti della pista. Correre così è parecchio difficile. Stiamo usando il set-up di Barcellona dello scorso anno, ma lo scorso anno giravo sull’1.39 in tutta la Sprint, quest’anno non sono riuscito a fare nemmeno un giro su quel ritmo. 

Bagnaia continua, comunque, a non perdere le speranze, con l’obiettivo di cambiare una situazione che si sta rivelando complessa e che non gli consente, ancora, di poter spingere al meglio delle sue possibilità nonostante i rischi che ha ammesso di aver corso durante tutta la Sprint. 

Il futuro? Io penso sessione per sessione, sono un sognatore e spero che le cose vadano meglio, non accetterò mai questa situazione fino a quando non sarà finita, se c’è una chance ci proverò sempre e non voglio mollare. Stiamo cercando di dare tutti il massimo ed è difficile dire che lo stiamo facendo, ho chiuso 14° e ho passato solo Rins e Aleix. È vero che il mio feeling non è il massimo con questa moto ma non posso finire 21° in qualifica e chiudere a 14” dal leader. Oggi ho rischiato di cadere 7 volte, l’anno scorso ero più veloce e non avevo mai rischiato così tanto. 

Il tutto con un pizzico di – normale – frustrazione per 7 mesi di lavoro che in questo momento non sta dando i frutti sperati. Il tutto nonostante le (successive) rassicurazioni di Dall’Igna sulla fiducia totale verso quello che “dopo Stoner è, forse, il pilota più importante della storia di Ducati”.

La verità è che mi sono anche stufato di venire qua tutte le volte, sembro un disco rotto, non so più neanche cosa dire. Penso a domani, l’obiettivo è la top-10 che al momento è il risultato massimo a cui possiamo ambire. Altri discorsi sono inutili, devo solo pensare a guidare. Stiamo provando diverse cose, bene o male la situazione resta simile, sappiamo che più di tanto si fa fatica. Dobbiamo raccoglierci come squadra, unirci e andare avanti.

Dal Montmeló, Mattia Fundarò