Credits: Formula 1 / Twitter X
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Quest’anno il Mondiale di Formula 1 correrà a Suzuka molto prima rispetto a quanto fossimo abituati. Da sempre, infatti, il GP Giappone si è sempre disputato in autunno o nel pieno della “stagione dei tifoni”, viste le non poche occasioni in cui la pioggia ha recitato un ruolo da protagonista nel Paese del Sol Levante (in particolare Fuji 1976 e 2007, oppure le gare di Suzuka nel 1994, 2014 e 2022).

Per assistere all’ultima gara di Formula 1 disputata in Giappone nella “stagione dei ciliegi”, dobbiamo andare indietro al 17 aprile 1994, anno in cui si svolsero due Gran Premi nel paese nipponico: uno nella “tradizionale” cornice di Suzuka sempre in autunno, e l’altro sul circuito di Aida, ora Okayama, per la prima delle due edizioni del Gran Premio del Pacifico. Un evento di cui non si ha molta memoria, se non per essere stata la gara che precedette il funesto weekend di Imola.

Il sogno miliardario di Tanaka

Cominciando dal principio, il Giappone voleva ospitare da tempo una seconda gara di Formula 1 nel proprio Paese, emulando nazioni come l’Italia che allora avevano nel calendario sia Monza che Imola (valevole per il GP San Marino). C’erano dei piani nel 1993 per portare il Circus ad Autopolis, ma la crisi economica del Giappone scoppiata in quell’anno fece saltare l’accordo che invece si concretizzò nel 1994 con Aida, per un contratto dalla durata originale di 5 anni.

Il circuito, che misurava 3703 metri ed era composto da 13 curve, era stato inaugurato nel 1990 con una gara di auto storiche. Il proprietario miliardario Hajime Tanaka, detentore di un golf club, aveva messo gli occhi sul mondo delle corse dopo aver visto dal vivo la 24 Ore di Le Mans del 1986: da allora concentrò i suoi sforzi sul suo circuito, con l’obiettivo di creare un impianto che potesse ospitare la seconda gara nipponica di Formula 1.

Allora Ecclestone vedeva l’impianto come una “riserva” nel caso l’opzione prediletta da Mr. E, Autopolis, non fosse andata in porto. Dopo il fallimento di quest’ultima, Tanaka contattò subito Bernie per avere un posto nel calendario: quest’ultimo finì per accettare, con lo scopo principale di espandere il suo prodotto nel mercato asiatico. Il Giappone si presentò finalmente con due gare nel calendario della Formula 1, ma nel weekend inaugurale del 1994 emersero subito i problemi.

Il Gran Premio “nel mezzo del nulla”

Prima di tutto, il posto non era facilmente raggiungibile: Aida era distante due ore da Osaka, non c’erano stazioni del treno nelle vicinanza e le strade erano lente e tortuose. Mr. Tanaka cercò di ovviare al problema noleggiando 2000 autobus e rendendo quest'ultima l’unica via possibile agli spettatori per raggiungere il circuito: una soluzione non di certo ideale, ma che sarebbe stata comunque adottata in futuro da Paul Ricard e Austin.

Poi, arriviamo al paddock “salotto”: nel 1993, il giornalista Adam Cooper (che ha raccontato la sua esperienza a motorsport.com) andò da Tanaka, dove quest’ultimo gli illustrò il piano per accogliere piloti e VIP. La soluzione? Un edificio da 200 stanze a pochi passi dal paddock: non il massimo della qualità comparato a Suzuka o Autopolis, visto che per i meccanici e giornalisti il sentiero era ancora più complicato.

Brundle Ratzenberger Verstappen Aida F1 1994
Raztenberger (Simtek, destra) non adorò la pista di Aida, seppur fu l'unico circuito in cui riuscì a qualificarsi e a terminare un Gran Premio di Formula 1.
Credits: McLaren / Twitter X

Infine, il circuito: la pista di Okayama non era niente di eccezionale per l’epoca e dopo le prove i piloti non erano certamente entusiasti. Roland Ratzanberger fece il suo debutto con la Simtek in Formula 1 proprio ad Aida dopo la non-qualifica ad Interlagos: l’austriaco sfruttò soprattutto il fatto di averci corso nella F3 giapponese, anche se la considerò come una pista “in mezzo al nulla”.

Il GP Pacifico 1994

Passiamo dunque per le qualifiche: allora si svolgevano due sessioni di qualifiche programmate al venerdì e al sabato e la prima si rivelò decisiva, visto il maltempo abbattutosi nel mezzo delle due sessioni. A segnare la pole fu Ayrton Senna sulla Williams-Renault, che battè Michael Schumacher sulla Benetton-Ford di 222 millesimi. Poi in seconda fila Damon Hill e Mika Hakkinen sulla prima McLaren motorizzata Peugeot, mentre le Ferrari di Gerhard Berger e di Nicola Larini (sostituiva Jean Alesi dopo un infortunio del francese ai test in Mugello) si piazzarono in quinta e in settima posizione, con l’italiano davanti alla Jordan-Hart di Rubens Barrichello.

Il via del GP Pacifico 1994 fu preceduto da un giro di ricognizione effettuato in via inedita dietro la “safety car” (per l’occasione una Porsche 911 messa a disposizione dagli organizzatori) e la rabbia di alcuni piloti per la velocità bassa di percorrenza e il relativo raffreddamento delle gomme. Tutto ciò si sarebbe riversato sulla partenza del Gran Premio: Schumacher partì bene superando Senna, mentre Hakkinen finì per tamponare la Williams del brasiliano spedendolo in testacoda. Dietro ad Ayrton, Larini andò largo e finì per centrarlo con la sua Ferrari: entrambi furono costretti al ritiro insieme a Mark Blundell, che si era girato nello stesso punto con la sua Tyrrell-Yamaha. Qui un video dell'epoca ripreso dalle tribune (dal minuto 1:39).

Questo sarebbe stato anche l’episodio chiave della gara, in quanto i restanti 82 giri trascorsero tra il dominio Benetton e i vari ritiri per testacoda o problemi meccanici (tra cui quelli al cambio di Hill e di Hakkinen). Schumacher vinse il primo GP Pacifico davanti alla Ferrari di Berger, secondo e unico dei non doppiati ad oltre un minuto e 15 secondi da Michael, e alla Jordan di Barrichello che con la terza posizione conquistò il suo primo podio in carriera, mentre in zona punti conclusero Christian Fittipaldi (Footwork), Heinz-Harald Frentzen (Sauber-Mercedes) ed Erik Comas (Larrousse).

Cosa accadde dopo ad Aida/Okayama

Nonostante le incertezze sulla località e sulla qualità della pista, Aida venne riconfermata nel calendario 1995, venendo spostata però in autunno subito dopo Suzuka a causa del terremoto a Kobe nel mese di Gennaio che tolse la vita ad oltre 6000 persone. In quell’edizione vinse nuovamente Michael Schumacher con la Benetton che si laureò  Campione del Mondo per il secondo anno di fila, ma oltre a quello la gara non ebbe gran successo e, in aggiunta all'affievolirsi dell’entusiasmo nipponico per la F1 post-Honda e post-Senna, il circuito di Okayama venne tolto dal calendario per la stagione 1996.

Nel 2003 il signor Tanaka, tramite la sua compagnia (Tanaka International Company), ha ceduto la proprietà del circuito. Aida, che verrà rinominato nel 2005 Okayama International Circuit, riaprendo i battenti nel 2004 e da allora ospitando abitualmente le gare dei campionati nipponici Super Formula e Super GT, con una breve parentesi del Mondiale Turismo (WTCC) dal 2008 al 2010. Così chiudiamo il racconto di una pista che non avrà lasciato grandi ricordi per la Formula 1, ma che è comunque servita per riecheggiare al momento di gloria (seppur breve) del motorsport in Giappone e a Bernie Ecclestone per stendere la via verso l’espansione del suo sport/prodotto in Asia.

Il nostro articolo si conclude con una piccola chicca: un filmato gameplay del circuito di Aida sul primo videogioco di Formula 1 pubblicato per Playstation 1 e PC da Psygnosis (Studio Liverpool) e prodotto da Bizzarre Creations. Si tratta anche dell’unico videogioco con licenza ufficiale a disporre della seconda pista nipponica di F1 (che tornerà su Formula 1 97 seppur “a specchio” e disponibile solo tramite un codice cheat). Buona visione…

Andrea Mattavelli