Addio a Andrea De Adamich, pilastro del motorsport italiano
Se n'è andato nella notte il pilota e commentatore che è stato volto della Formula 1 in Italia per tanti anni.

Non è una cosa facile andare a parlare di Andrea De Adamich in una giornata come questa, per un motivo molto semplice. Per chi è nato negli anni ‘80-'90, infatti, la sua voce significa solo una cosa: Formula 1. Dapprima pilota veloce e stimato, poi conduttore televisivo e apprezzato telecronista, fino a diventare titolare del Centro Internazionale di Guida Sicura di Varano de' Melegari. Una parabola lunga, quella del driver di origini triestine, che ha abbracciato praticamente ogni aspetto del mondo del motorsport, italiano e non solo.
Le salite, l'Autodelta e la scalata alla F1
Nei ruggenti anni ‘60, la carriera di De Adamich nel mondo del motorsport iniziò, come avvenne per tanti suoi colleghi dell’epoca, dal mondo delle cronoscalate, piazzandosi in seconda posizione nel Campionato Italiano Velocità Montagna del 1962 al volante di una Triumph TR3. L'anno successivo vide il suo debutto nel mondo formula, in quella fucina di talenti che era il campionato Formula Junior, che aveva come base l'Autodromo di Monza. Il suo talento non passò certo inosservato, tanto che due anni più tardi si laureò campione italiano Formula 3, titolo che gli valse l'ingresso nel mondo Autodelta, reparto corse Alfa Romeo.
Furono tante le vetture che lo videro protagonista, ma nel mondo delle Sport il suo nome fu legato in particolare alla Barchetta Tipo 33, che condivise con professionisti assoluti del calibro di Nino Vaccarella, Piers Courage e Rolf Stommelen, conquistando vittorie a Buenos Aires, Brands Hatch e alla mitica 6 Ore di Watkins Glen del 1971. Contemporaneamente, iniziò anche il suo cammino in Formula 1; il debutto in Spagna con Ferrari nel 1967, in una gara non valida per il Mondiale, lo vide subito ottimo quarto. La stagione successiva, che avrebbe dovuto vederlo titolare con la Scuderia del Cavallino, fu funestata da un incidente a Brands Hatch, durante le prove per la Race of Champions, che gli provocò forti dolori al collo che lo tennero lontano dalle competizioni per quasi un anno. Tra alti e bassi, continuò poi a correre nel Circus fino al 1973, quando subì, con la sua Brabham, le conseguenze di un enorme incidente in partenza a Silverstone in cui si fratturò entrambe le gambe. L'addio definito alla carriera di pilota avvenne la stagione successiva, alla 1000 Km di Monza, valida per il Mondiale Marche.
La televisione e il Centro di Guida Sicura
Terminata l'epopea delle gare, però, una persona come De Adamich non può lasciare il mondo delle corse. E allora ecco che si reinventò, diventando dapprima un apprezzato giornalista delle corse e poi, nel 1982, volto televisivo tra i più noti, dando il la ad una delle trasmissioni più seguite fino ai giorni nostri: Grand Prix. Uomo Fininvest, dal 1991 al 1996 fu anche la voce dei Gran Premi in coppia con Guido Schittone, commentando le imprese di Senna, Prost e diventando testimone diretto dell'ascesa di Michael Schumacher. Per gli appassionati nati negli anni ‘90, poi, una piccola nota: il suo timbro e la sua voce unica sono ben riconoscibili nei videogiochi del Circus, a partire dal mitico F1 ’97. Chi non ha ripetuto almeno una volta nella vita la celebre frase “Ha urtato Frentzen!”?
Ad inizio anni ‘90, poi, De Adamich iniziò ad affiancare al lavoro di giornalista l’attività che sarebbe poi diventato il suo fiore all'occhiello, e cioè la creazione sul tracciato di Varano de' Melegari, del Centro Internazionale di Guida Sicura. Un successo incredibile, che tutt'oggi è in continua espansione in tutto il mondo, pur mantenendo ben salde le proprie radici sull'asfalto dell'autodromo emiliano.

Un personaggio unico, che ha contribuito a rendere tutti noi giovani dei veri appassionati di motorsport, con passione, competenza e quel filo di garbata ironia che da sempre lo ha contraddistinto. Grazie di tutto, Andrea De Adamich; alla famiglia e ai suoi amici e collaboratori vanno le più sentite condoglianze da parte della Redazione di Livegp.it.
Nicola Saglia