La IndyCar è in lutto per la morte Gil De Ferran. L’ex pilota brasiliano è stato colto da un attacco cardiaco mentre era ad un evento automobilistico in Florida. Aveva 56 anni. De Ferran è stato protagonista negli Stati Uniti, con due titoli nella serie CART (2000 e 2001) ed il successo alla 500 miglia di Indianapolis nel 2003. Ha anche frequentato il paddock della Formula 1, in veste di direttore sportivo di Honda e McLaren.

LA CARRIERA DI GIL DE FERRAN: GLI INIZI

Classe 1967, De Ferran nacque a Parigi da genitori brasiliani. I primi passi li mosse in Europa, dove vinse il prestigioso campionato britannico di Formula 3. Un trionfo che gli aprì le porte della F3000, dove giunse terzo con il team di Jackie e Paul Stewart. Le porte della Formula 1 rimasero però chiuse, con al massimo una giornata di test con la Williams Renault. Gil ricevette un’offerta da Jim Hall, il quale lo invitò a provare la sua monoposto CART. Siamo alla fine del 1994, e de Ferran prese la decisione che cambiò la sua vita: staccare un biglietto per l’America.

Nel 1995 fece il suo ingresso nella massima categoria americana, al volante di una Reynard a motore Honda. Mentre apprendeva l’arte di correre sugli ovali, mise in pratica la sua esperienza sui circuiti stradali, finendo sul podio a Vancouver e vincendo la gara finale di Laguna Seca. A fine 1996 Hall chiuse bottega, ma Gil trovò posto nella consolidata struttura di Derrick Walker. Nei tre anni successivi il pilota e la squadra soffrirono la mancanza di competitività delle gomme Goodyear nei confronti della Firestone. Nonostante ciò, si tolsero delle belle soddisfazioni. Nel 1997 finirono il campionato al secondo posto, dietro ad Alex Zanardi ed al team di Chip Ganassi.

Nel 2000 De Ferran lasciò il Walker Racing per passare al glorioso Team Penske.

L'ERA DEI TRIONFI CON PENSKE

Con la scuderia del “Capitano”, Gil De Ferran vinse due titoli CART, nel 2000 e nel 2001. Come una formica paziente e scaltra, Gil forgiò i suoi successi sulla costanza, anche se riuscì a portarsi a casa quattro vittorie. Non mancò di mostrare lampi di genio, come sull’ovale inglese di Rockingham nel 2001, quando superò Kenny Bräck all’ultimo passaggio. Oppure ancora, nelle qualifiche di Fontana del 2000, quando segnò la media record di 388, 571 Km/h, tutt’ora imbattuta.

Nel 2002, Penske trasferì armi e bagagli nella Indy Racing League, e De Ferran lo seguì. Si adattò in fretta ad un calendario di soli ovali, vincendo la 500 miglia di Indianapolis un anno dopo. A fine stagione annunciò il ritiro, dedicandosi al ruolo manageriale per la scuderia Honda di F1. Fu la sua prima, vera occasione di entrare nel circus, seppur con una veste diversa.

DAL RITIRO AL RITORNO

Gil tornò ad indossare tuta e caso nel 2008, quando la Honda gli offrì di entrare nel programma Acura nell’American Le Mans Series. La stagione successiva, lui e Simon Pagenaud chiusero al secondo posto nella classe LMP1. Dopodiché si ritirò di nuovo, per diventare socio di Jay Penske e Steve Luzco nel team Dragon Racing. La struttura corse in IndyCar nel 2010 ma si sfaldò quasi subito per mancanza di budget. Ritornò per un breve tempo in Formula 1, in veste di direttore sportivo della McLaren.

Numerosi sono i messaggi di cordoglio per Gil De Ferran. La Honda, in particolare, gli ha reso omaggio: “Tutti noi di siamo rattristati dalla morte di Gil de Ferran”, ha dichiarato David Salters, presidente della divisione corse nord americana. “Gil è stato un membro importante della famiglia Honda e parte della storia della CART. A lui è riservato un posto speciale nei nostri cuori. I suoi risultati, titoli e vittorie sulle piste sono ben noti. Sentirlo raccontare del suo record in qualifica a Fontana fa venire i brividi ancora oggi. Era un pilota di grandissimo talento, e grande professionista. Ha anche ricoperto diversi ruoli per Honda fuori dalla pista. Ma soprattutto, è stato un padre ed un marito amorevole. Il nostro pensiero va a sua moglie Angela, ai suoi figli Anna e Luke così come al resto della famiglia, ai suoi amici, ed ai fan di tutto il mondo”.

Obrigado, Gil.

Riccardo Trullo

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