F1 LIVE 🔴 GP Messico 2025 - Gara

Credits: IndyCar Official website
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La stagione 2025 IndyCar ha visto un dominio disarmante da parte di Alex Palou e del team Ganassi, è sotto gli occhi di tutti. Quello che è stato meno chiaro per larga parte delle 17 gare in calendario è stato quale team potesse prendersi il titolo di rivale designato. Tra le infinite problematiche interne di Penske e la mancanza di costanza di casa Andretti, la scuderia che, in vista anche della prossima stagione, più di tutte pare poter dar noia ai leader pare essere Arrow McLaren, con un Pato O’Ward ormai più che maturo e un Christian Lundgaard che ha certamente mostrato come la fiducia posta su di lui da Zak Brown e Tony Kanaan fosse tutt’altro che immeritata. 

Pato e Christian: la coppia giusta

In pochi, in realtà, avevano avuto dei dubbi sulla scelta di Lundgaard, chiamato per sostituire un pilota esperto come Alexander Rossi sulla McLaren #7. Il danese, sin dai suoi primi approcci in IndyCar, aveva dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter stare con i migliori. C’era, ovviamente, sin da subito tanta curiosità per il suo approdo in un top team come quello diretto in pista da Tony Kanaan, e Christian si è da subito dimostrato all’altezza. Due podi consecutivi, tra Thermal Club e Long Beach, arrivati in seguito a due prestazioni solide e senza problemi di sorta, hanno dimostrato a tutti le potenzialità del pilota nativo di Hedensted. D’altronde, non è certo un caso che sia proprio lui l’ultimo ad aver portato il team Rahal Letterman alla vittoria, a Toronto nel 2023; da allora, la compagine di Bobby si è potuta togliere ben poche soddisfazioni. 

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Christian Lundgaard, una scommessa vinta dal team McLaren

Accanto a lui, Lundgaard ha dovuto prendere subito le misure di un osso duro come Pato O’Ward. Il messicano è una delle stelle del paddock USA: veloce, aggressivo e, se in giornata, in grado di mettere in difficoltà il più temibile degli avversari. Nel 2025, il problema maggiore per O’Ward e McLaren, escludendo lo stato di forma semplicemente ingiocabile di Palou, è stata forse la costanza di rendimento lungo tutto il campionato, anche se, pure qui, diversi miglioramenti sono stati fatti rispetto alla passata stagione. Si badi bene, però: la sensazione è che non sia solo il pilota a necessitare dell’ultimo step, ma tutto il team, power unit Chevrolet compresa. Sugli ovali, il messicano è forse il migliore interprete in circolazione, e questo è un punto a suo favore da non sottovalutare. Recentemente, in un’intervista rilasciata a Racer, anche il suo ingegnere di pista Will Anderson ha sottolineato il suo grande miglioramento.

È divertente guardare indietro e riflettere sul nostro primo anno di lavoro insieme rispetto ad ora. Entrambi siamo maturati e cresciuti in diversi aspetti dei nostri lavori. Penso che si veda davvero in Pato: è diventato molto più forte mentalmente, soprattutto nelle gare. All'epoca, se non eravamo una macchina da P1, avrebbe comunque cercato di portarci in P1 e a volte questo comportava degli errori, mentre quest'anno e l'anno scorso direi che ha adottato un approccio più in stile Dixon, in cui se siamo solo una macchina da P7, si assicurerà che otteniamo almeno quello, ma proverà magari a fare un po' meglio. Se non dobbiamo vincere, comunque massimizzeremo i nostri punti ogni giorno. È lì che è maturato di più… ma in realtà, è anche lì che siamo maturati come squadra, negli ultimi cinque o sei anni.

Il passo finale

Un’analisi sicuramente centrata, quella dell’ingegnere di O’Ward. Dal 2026, però, a McLaren sarà richiesto di fare uno step ulteriore, e cioè di arrivare quantomeno a lottare per il titolo fino all’ultimo tornantino di Laguna Seca, che tornerà a chiudere il calendario. Per fare questo, tanti fattori dovranno trovare una continuità che fino ad oggi è stata forse poco presente. Quello che però traspare, dalle parole degli uomini McLaren è una certa sinergia nel lavoro del team, che coinvolge tutte le realtà, compresa quella del giovanissimo Nolan Siegel, chiamato ad una maturazione importante nel corso della prossima stagione. Ha già fatto vedere belle cose; ora si tratta di continuare la crescita.

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Nolan Siegel, giovane rookie nel 2025

 

Per Pato O’Ward in particolare, ma anche per Lundgaard, la necessità è quella di riprendere il discorso proprio dove lo si era lasciato, con particolare riferimento al mese di luglio. Le due vittorie e i tanti piazzamenti conquistati in quel filotto di gare da Mid-Ohio a Laguna Seca sono stati certamente tasselli fondamentali per costruire il mosaico di risultati che lo ha portato al secondo posto finale. Se lui e Lundgaard riusciranno a mantenere questo passo per tutta la durata della stagione potranno essere della partita fino in fondo. 

La variazione del calendario, inoltre, potrebbe essere un altro fattore che potrebbe giocare a favore di McLaren. La presenza di un ovale già in apertura di stagione (la seconda gara a Phoenix), oltre a quella di un tracciato cittadino nuovo per tutti, quello di Arlington, può portare in gioco variabili e novità in grado di alterare i valori in pista visti ad inizio 2025, in cui Palou aveva letteralmente fatto il vuoto alle sue spalle. Lo spagnolo e Ganassi rimarranno per forza di cose ossi duri da rodere, ma, se c’è un team che ha dimostrato di avere i numeri per poter impensierire i dominatori assoluti della IndyCar, quello è proprio Arrow McLaren. 

Nicola Saglia