Road To MotoGP: ecco i cambiamenti a partire dal 2026
A Portimão presentate ne nuove classi che porteranno al Motomondiale: la sostanza, però, rimane la stessa degli ultimi anni.
Tra le diverse novità per il 2026 della MotoGP, c'è anche un deciso cambiamento per quanto riguarda le classi propedeutiche. Cessa l'esistenza del JuniorGP, che si chiamerà MotoJunior, così come cambia leggermente tutto l'apparato Road To MotoGP che porterà i giovani talenti al Motomondiale.
Che cosa cambia?
Nella conferenza stampa di Portimão, dove in questi giorni si corre il penultimo appuntamento del Motomondiale, Dorna Sports ha inaugurato il nuovo percorso che permetterà ai giovani promettenti di raggiungere prima la Moto3 e poi (o almeno questa è la speranza) la MotoGP. Si parte da quelle che erano nominate MiniGP World Series che, sotto nuovo nome, sono le MotoMini World Series. Rimane la divisione in due categorie che permette ai piloti in erba tra 10 e 14 anni di partecipare alla categoria 160cc, mentre i maggiori dei 12 anni alla 190cc. I migliori piloti di ogni serie nazionale saranno protagonisti alla finale mondiale di Valencia, che avrà luogo settimana prossima. Una volta passati alle ruote alte, i giovanissimi si accasano nei vari campionati di Moto4 a partire dai 14 anni di età. Questa categoria, che sfrutta il modello Honda NSF250R (già utilizzato in diverse categorie internazionali e non tra le quali il CIV PreMoto3, ndr), si dividerà in base alla regione: le European, Asian, Latin, Northern e British Cup, che ricalcano rispettivamente European Talent Cup, Asia Talent Cup, Northern Talent Cup e British Talent Cup già attualmente presenti nel panorama internazionale.
L'ultimo passo per il Motomondiale rimane duplice: da una parte la Red Bull MotoGP Rookies Cup, che permette ai giovani talenti di cimentarsi in concomitanza con il Motomondiale tramite il monomarca promosso da KTM fin dai 15 anni di età. Aumenta quindi di un anno il limite minimo dato che, fino al 2025, la competizione era riservata per piloti dai 14 ai 18 anni d'età. A partire dai 16, invece, sarà possibile anche affiancare l'impegno in Rookies Cup con il rinominato Moto3 Junior World Championship, che prende così il posto del JuniorGP. All'interno del paddock giovanile ci saranno anche la Moto4 European Cup e il Moto2 European Championship così come è stato per le scorse stagioni, mentre non ci sono notizie riguardanti la Stock 600, che negli ultimi anni ha popolato il paddock del JuniorGP.
Cosa ci aspetta nel futuro?
L'obiettivo dichiarato di FIM e Dorna è, tra gli altri, quello di promuovere piloti da Paesi d'interesse globale cercando così di ridurre il numero di spagnoli ed italiani sulle griglie, mantenendo comunque una qualità alta dei rispettivi campionati. La domanda sorge quindi spontanea: questo sistema sarà in grado di aiutare quei piloti provenienti da Paesi che non hanno una grande tradizione motociclistica? Difficile a dirsi, ovviamente. Sicuramente unificare tutti i campionati di lancio con l'utilizzo della Honda NSF250R può aiutare, come si è visto anche nel CIV PreMoto3: dalla entry class del campionato italiano sono usciti Matteo Borrelli e Lorenzo Pritelli, entrambi a podio nella prima stagione di European Talent Cup (Pritelli, campione 2025, ha corso solamente qualche round dopo aver vinto il titolo, ndr).
Allo stesso tempo, i piloti provenienti dall'America Latina saranno sicuramente aiutati anche se, in quella parte del mondo, è decisamente più difficile trovare piste che poi vengono usate nel mondiale (solo Termas de Río Hondo nel 2025, ndr) e l'adattamento ai canoni europei risulterebbe comunque complicato. Per il resto, tante formazioni permettono già a giovani talenti di prendersi la scena, come fa il Honda Team Asia con i migliori prospetti della Asia Talent Cup, schierati prima nel JuniorGP e poi nel mondiale di categoria. Il sapore che lascia questa riforma dei campionati giovanili è, francamente, quella di branding piuttosto di un effettivo cambiamento nel percorso di crescita dei giovani piloti.
Valentino Aggio