La MotoGP, durante il GP d'Australia, ha avuto a che fare con il rebus del meteo. Le condizioni climatiche della domenica hanno comportato la cancellazione della gara sprint, e l'interruzione della gara della Moto2 dopo dieci giri. Le previsioni avevano annunciato pioggia e vento già prima d'iniziare, tanto che la gara lunga della classe regina è stata anticipata al sabato. Non è la prima volta che il tempo mette a repentaglio la corsa: è forse giunto il momento di affrontare seriamente la questione.

MotoGP | il meteo del GP d'Australia è particolare

Il circuito di Phillip Island è situato sull'omonima isola, distante 125 Km a sud di Melbourne. La sua ubicazione rende il suo clima assai differente rispetto al resto del continente. Qui le correnti oceaniche ed antartiche la fanno da padrona. In estate (che cade di gennaio visto che siamo a sud dell'Equatore) la temperatura media è inferiore ai 24 gradi, mentre in inverno si scende a poco più di 13 gradi. Ad ottobre, in piena primavera, abbiamo condizioni simili all'Inghilterra o a nord della Nuova Zelanda. Il che si traduce con pioggia improvvisa e spesso copiosa, temperature basse e tanto vento.

Parlando di precipitazioni, l'estate di Phillip Island tende ad essere più secca rispetto all'inverno. In primavera abbiamo invece maggiore instabilità, con difficoltà a prevedere il corso degli eventi. A Melbourne i locali hanno coniato il detto "quattro stagioni in un solo giorno", ad indicare l'imprevedibilità del cielo. A Phillip Island, il concetto è ancora più estremo, come la MotoGP ha scoperto a sue spese nei suoi vari GP d'Australia.

Spostare il Gran Premio è l'ideale, ma è difficile

Alla luce di questo ragionamento, la soluzione più semplice al problema sarebbe di cambiare data. Nel 2019 era capitata una situazione simile a quella di quest'anno, con il vento che aveva costretto la race direction a cancellare l'intera giornata del sabato. Fu in quella occasione che Dorna propose di anticipare l'evento, da ottobre a marzo. Carmelo Ezpeleta aveva lanciato l'idea per l'edizione 2021, ma la pandemia ne comportò la cancellazione. Non se ne fece nulla, tanto che al ritorno nel 2022 si corse ancora ad ottobre.

Il mondiale Superbike corre sulla stessa pista a febbraio, senza particolari problemi meteorologici. Questo mese potrebbe essere un'idea anche per la MotoGP, se non fosse proprio per la presenza delle derivate di serie. E poi, in questa fase la top class è nel bel mezzo dei test invernali, a Sepang. A gennaio il circus è in pausa invernale, e la stagione termina a fine novembre. Insomma, il problema è chiaro ma la soluzione appare difficile. L'extrema ratio sarebbe di rinunciare a Phillip Island, ma sarebbe peccato andare via da un tracciato tra i più belli e amati del calendario.

Riccardo Trullo