Formula E | A Berlino Rowland chiude la partita: "Orgoglioso"
A Berlino è bastato il quarto posto a Oliver Rowland per conquistare il suo primo titolo in Formula E. Wehrlein sconfitto ora punta agli altri titoli.

Come nel 2020 e nel 2021, Berlino è stata decisiva per assegnare il titolo Piloti in Formula E: la gara di domenica è stata infatti sufficiente ad Oliver Rowland per portare il suo vantaggio a 59 punti, utili per consegnargli il suo primo titolo nella serie elettrica battendo così Pascal Wehrlein che al mattino aveva ridotto a 47 punti il gap grazie alla pole position. Un effort non sufficiente per il campione uscente, che nella gara della domenica ha vissuto un finale da incubo che lo ha portato fuori dai punti in poche curve.
Rowland: “Sollevato, ero nervoso”
Al Tempelhof Airport Rowland è diventato il 10° vincitore diverso in 11 stagioni di Formula E, coronando così una stagione che lo ha eletto come dominatore assoluto con 4 vittorie e sette podi complessivi, che nella seconda metà lo ha visto un po' più in difficoltà - o forse, più cauto visto il vantaggio che aveva sul resto della concorrenza. Un vantaggio che, nelle ultime gare, dall'esterno gli consegnavano già il titolo nonostante la matematica non fosse dalla sua parte e che ha solo aumentato la pressione per questi ultimi appuntamenti.
Sono sollevato ovviamente. Negli ultimi tre round chiunque incontravo mi diceva che il discorso era già chiuso, la realtà invece diceva che a un certo punto avevo 45 punti di vantaggio con 8 gare da disputare e le persone mi dicevano che era mio. Sinceramente non riuscivo a smettere di pensare a come poter cambiare le cose. Questa mattina ero nervoso, stavo cercando di lottare con Pascal che era forse il mio rivale più vicino e che stamattina era in ottima forma, è stato difficile averci a che fare. In gara è stata estremamente tirata, combattuta, è stato difficile correre in modo pulito, ma penso che abbiamo fatto un grande lavoro e ora sono felicissimo, è un traguardo che ho inseguito nelle mie sette stagioni in Formula E. Sono orgoglioso, corro con piloti incredibili, il livello è enorme e riuscire a vincere mi inorgoglisce.
Rowland, che domenica ha anche dovuto scontare 5 posizioni per una collisione con Stoffel Vandoorne nella gara del sabato, ha dovuto mostrare i muscoli e sgomitare per recuperare terreno anche grazie a un'ottima strategia pensata dalla Nissan; il secondo Attack Mode è stato decisivo per consolidare la posizione minima necessaria a Rowland per chiudere la partita iridata già in Germania.
Ho cercato di stare attento e di tenermi fuori dai guai, ma il problema è che quando corri così è facile finire indietro. Puoi passare velocemente dal sesto al 15° posto in gare così. Ho cercato di non avere problemi, ma a un certo punto mi sono detto di provarci e di comandare la gara. Ho avuto anche problemi di bilanciamento mentre stavo dietro ad altre vetture, pensavo che fosse migliore stando avanti. Mi sono detto di andare davanti e di consolidare la zona punti, sapendo che chi aveva più energia e chi poteva prendere l'Attack Mode in un secondo momento sarebbe arrivato. Non so se sia questo il caso, ma a un certo punto ho avuto l'impressione che tutti sapessero che avevo tanto da perdere e che quindi hanno corso con me in modo diverso, cosa che ho fatto anche io, non volendo finire nei guai. È stato difficile trovare il giusto compromesso, ma alla fine abbiamo fatto bene.
A favore di Rowland ha anche giocato il crollo di Wehrlein nell'ultimo quarto di gara, con il tedesco che - finendo fuori dai punti - ha permesso all'inglese di accontentarsi del quarto posto, l'ultimo utile per chiudere i conti con due gare d'anticipo.
Sapevo che se avessi fatto 12 punti in più (di Pascal) sarebbe andata bene, ma non so cosa gli sia successo. Quando ha scontato i suoi due minuti di Attack Mode pensavo avesse una foratura o un problema, perché è finito indietro molto velocemente. Non ho voluto chiedere, ma il mio ingegnere mi ha detto a un certo punto che P4 era ottima, e lì ho pensato che non fosse in zona punti ma non ho chiesto.
La stagione di Rowland e Nissan da 10 e lode
Quattro vittorie, sette podi e tre pole position in nove gare sono state la chiave di una stagione condotta in modo magistrale e forse frutto anche della crescita mostrata nel corso della Season 10 dove già Rowland e Nissan avevano dimostrato di potersi giocare il bersaglio grosso contro Porsche e Jaguar.

L'inglese, che si è visto togliere la vittoria nella gara inaugurale di San Paolo per overpower mentre era in testa alla corsa, non ci ha messo molto a recuperare con gli interessi, mostrando la netta superiorità della Nissan sul passo gara e sulla gestione dell'energia in questo primo anno della Gen3 EVO, quantomeno nella prima metà del campionato dove Rowland ha portato a casa quei risultati utili a costruire la sua leadership. Normale poi come sia l'inglese sia Nissan abbiano tirato i remi in barca, pensando a gestire il gap sulla concorrenza nella seconda metà dell'anno, dove il miglior risultato è stato il quarto posto che gli ha consegnato il titolo. Concorrenza che, comunque, aveva già probabilmente alzato bandiera bianca credendo poco a una rimonta difficile ma non impossibile come è nel DNA della Formula E dove tutto può succedere da una gara all'altra.
Wehrlein, sconfitto con onore
A Pascal Wehrlein invece l'onore delle armi: il tedesco aveva cercato di mettere pressione a Rowland con la pole position conquistata domenica mattina e con il podio di sabato, ma non è stato sufficiente tutto ciò per permettergli di regalarsi un'altra chance a Londra. Per Wehrlein, il crollo di domenica in gara è frutto di una vettura che sul passo e sulla gestione della gomma non è stata all'altezza di quanto visto in qualifica.
Se guardo a ieri (sabato) e a questa mattina (domenica, ndr), c'erano solo aspetti positivi. Eravamo competitivi sia sul bagnato sia sull'asciutto, eravamo veloci. In gara però è successo qualcosa simile a quello che ho avuto a Shanghai, partendo davanti avevamo una macchina buona per il giro secco ma non per la gara, rispetto agli altri non avevamo ritmo, la vettura mangiava le gomme. Per gli Attack Mode, invece di prendere quello da 4' abbiamo preso quello da 2', a differenza degli altri, e ciò ci ha fatto perdere posizioni, ma non dovrebbe suonare come una scusa e come il motivo che ci ha fatto finire fuori dai punti. È la seconda volta che succede, è chiaro che ci sia qualcosa che non ci permette di tirare fuori il massimo. Nei primi giri, quando le gomme non sono calde, il grip è ok. Siamo andati diversamente con gli Attack Mode, avevamo più tempo rispetto agli altri con la seconda attivazione, ma non c'era ritmo e quindi non sono riuscito a recuperare posizioni. Non è stata una grande giornata.

Perso il titolo Piloti, Porsche ha comunque ancora due obiettivi: il titolo Team, dove il brand tedesco ha 23 punti di vantaggio sulla Nissan, e quello Costruttori, dove sono 7 i punti di vantaggio sempre su Nissan. Per Wehrlein il target è proprio quello per chiudere l'anno con dei trofei che l'anno scorso gli erano sfuggiti.
Il focus è chiaro, vogliamo i titoli dei Team e Costruttori. Abbiamo lottato duramente per avvicinarci nella classifica Piloti. Io cercherò di tirare fuori tutto dalla vettura senza pensare a punti o al titolo, ho dato il massimo, sempre. A Londra vorremo portarci a casa gli altri titoli.
Mattia Fundarò