Il GP d'Italia è un evento già di per sé da vivere, ma nella storia quasi secolare della Formula 1 ci sono state edizioni davvero memorabili. In questo articolo ne vorremmo proporre cinque, anche se la scelta risulta tutt'altro che facile. Sono infatti davvero tante le annate da ricordare, per un motivo o per un altro. Per questa ragione, approfondiremo quelle che riteniamo essere le migliori, senza tralasciare qualche cenno ad altre edizioni degne di nota.

GP Italia: le edizioni memorabili per chi ama il Cavallino

Monza è la pista di casa della Ferrari, e non sono mancate le occasioni in cui la Scuderia ha dato il meglio di sé. Senza andare troppo indietro nel tempo, come dimenticare l'annata 1976, in cui Niki Lauda giunse al quarto posto con la 312 T2? Niente di che, si potrebbe pensare. Ma teniamo presente che l'austriaco, soltanto quaranta giorni prima, era in un letto d'ospedale per le gravi ustioni riportate al Nurburgring ed aveva persino ricevuto l'estrema unzione! Da quasi morto a quasi...podio: una bella impresa, no? Tre anni dopo, nel 1979, la Ferrari siglò una doppietta che valse oro. I rettilinei brianzoli avrebbero dovuto essere il terreno di caccia preferito della Renault turbo, subito in testa con René Arnoux. Ma dopo la "frittura di turbo" di quest'ultimo, le brutte, ma veloci, 312 T4 non ebbero rivali. Vinse Jody Scheckter con Gilles Villeneuve appena dietro. Il sudafricano si aggiudicò il mondiale piloti, la Rossa l'iride costruttori. Il tutto davanti al pubblico di casa.

A Monza non vincono sempre i soliti

Tra le edizioni memorabili del GP d'Italia ci sono anche quelle in cui gli outsider hanno fatto le...scarpe ai big. Un esempio ci viene dal 1999: Michael Schumacher era a casa per infortunio, Eddie Irvine incappò nella giornata storta e finì fuori dai punti. Per Mika Hakkinen doveva essere una passeggiata, ma dopo 29 giri sbagliò clamorosamente l'uscita alla prima variante, sbattendo. Scese dalla McLaren e...pianse. Ne approfittarono Heinz-Harald Frentzen e la Jordan che, vincendo, si lanciarono come improbabili candidati al titolo. Un destino simile lo visse la Minardi nel 2008, ormai diventata Toro Rosso. Sebastian Vettel conquistò pole e vittoria sotto la pioggia, in una giornata in cui i pretendenti Felipe Massa e Lewis Hamilton giocarono a chi commetteva più errori. Proprio un errore del box Mercedes, che fece rientrare Hamilton quando la pit lane era chiusa, condizionò l'esito del 2020. Con Lewis fuori dalla lotta e la bandiera rossa causata dal botto pauroso di Charles Leclerc alla Parabolica, il Gran Premio divenne una lotta a due tra Pierre Gasly e Carlos Sainz, allora in McLaren. La spuntò il francese con l'AlphaTauri, nuovo nome di quella Toro Rosso già in vetta 12 anni prima con un giovanissimo Vettel.

GP Italia: altre edizioni memorabili almeno da accennare

E con questa siamo arrivate a cinque, ma come dicevamo sopra, ci sono altre edizioni del GP d'Italia che possiamo considerare memorabili. Parlando, ad esempio, di doppiette Ferrari, come dimenticare l'1-2 rosso del 2002, con Barrichello e Schumacher a coronare la stagione dei record per il Cavallino? Oppure quella indimenticabile del 1988, con Berger e Alboreto al vertice del podio soltanto poche settimane dopo la scomparsa di Enzo Ferrari? Tornando a Schumacher, vale la pena ricordare la collisione con Damon Hill nel 1995, con tanto di rissa sfiorata: Johnny Herbert ringraziò. Un anno prima, Jean Alesi aveva fatto sognare il popolo ferrarista con una pole da urlo, ma in gara fu tradito dall'inaffidabilità della 412 T1. Per concludere, vorremmo menzionare l'edizione del 1990, celebre per quanto accadde nel post gara. Ayrton Senna vinse davanti ad Alain Prost, per poi stringergli la mano in conferenza stampa. Sembrava la fine di una lunga guerra, ma non fu così. Un mese dopo, a Suzuka, il brasiliano speronò il francese di proposito, per vendicarsi dello "sgarro" del 1989.

Tante altre edizioni vengono alla mente, ma è meglio fermarsi qui, altrimenti rischiamo di perderci quella di quest'anno. Sperando che possa rivelarsi anch'essa a suo modo memorabile.

Riccardo Trullo

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