Credits: BWT Alpine F1 Team
Credits: BWT Alpine F1 Team

Alpine F1 Team è stata nell’occhio del ciclone ultimamente, sia per la partenza di figure chiave all’interno del team ma soprattutto per i risultati ben al di sotto delle aspettative. Ma cosa c’è dietro questo terremoto che si è abbattuto sulla squadra francese? Andiamo a scoprirlo.

Un vero è proprio terremoto si è quindi abbattuto su Alpine F1 ultimamente. I risultati del Team di Enstone sono sotto gli occhi di tutti: i francesi stanno vivendo un calo di prestazioni costante che è arrivato al suo apice nella prima gara inaugurale in Bahrain, dove sia Ocon e Gasly si sono classificati rispettivamente in 17esima e in 18esima posizione. Ma quello che proprio è balzato all’occhio non è tanto il risultato in sé, ma come è stato ottenuto. L’Alpine A524, nonostante i tanti proclami di pre-stagione, ha deluso su tutta la linea, risultando una monoposto lenta in tutte le condizioni. A Enstone avevano garantito che questo sarebbe stato l’anno del riscatto dopo un 2023 che sicuramente non li ha visti tra i protagonisti, nonostante i due podi ottenuti da entrambi i piloti nell’arco della stagione.

UN DECLINO ANNUNCIATO

Alpine sta vivendo un vero e proprio declino e qualcuno dovrebbe iniziare a farsi qualche domanda. Il boss di Renault Luca De Meo ha fatto delle scelte altamente rischiose da quando è al timone, come quella di privarsi di membri chiave del Team come Pat Fry e di ingegneri di alto livello che conoscono bene il Circus e sono sempre stati leali nei confronti della squadra. De Meo ha scelto la via apparentemente più facile ma al tempo stesso impopolare nei confronti dei proprio dipendenti, i quali si sono improvvisamente sentiti mancare di fiducia ritrovandosi senza una vera propria leadership nell’ambito dello sviluppo della macchina. 

Anche il benservito a Otmar Szafnauer, dato tra l’altro in maniera poco elegante a metà stagione, e di Alan Permane è stato visto come un fulmine a ciel sereno che ha spaccato ancora di più Enstone dall’interno. Nemmeno la promozione di Bruno Famin sembra aver sortito l’effetto desiderato per risollevare le sorti di Alpine in F1, ma su di lui comunque pesano le responsabilità di aver progettato il motore più lento della griglia, essendo il direttore esecutivo responsabile dello sviluppo della power-unit. Un avvicendamento sicuramente discutibile e che non è servito a dare la fiducia necessaria ad una squadra che sembra essere allo sbando, in cui forse sarebbe stato necessario dare un segnale diverso improntato alla continuità.

Luca De Meo, Boss di Alpine F1
Luca De Meo

SCELTE DISCUTIBILI

Ma De Meo non si è fermato qui. Archiviata infatti la prima gara dell’anno, ecco arrivare l’ennesimo colpo di spugna. A farne le spese questa volta sono stati il Direttore Tecnico Matt Harman e Dirk de Beer, responsabile del reparto aerodinamico. Questi ultimi sono stati portati alle dimissioni e prontamente rimpiazzati da Joe Burnell e David Wheater, che ritorna ad Enstone dopo aver passato nove stagioni alla Williams. Ma questi potrebbero non essere gli unici addii, in quanto sembrerebbe che anche il capo aerodinamico James Rodgers e l’ingegnere Ciaron Pilbeam sarebbero sul piede di partenza, seguiti a ruota da Robert “Bob” Bell, altra figura chiave e storica essendo tra gli artefici dei Mondiali vinti da Alonso nel 2005 e 2006. A proposito di quest’ultimo, c’è da precisare che a partire dal 2018 ha assunto una posizione part-time all’interno del Team, occupando il ruolo di consulente esterno. 

QUALE FUTURO PER IL TEAM?

Le dimissioni tra l’altro arrivano in un periodo in cui la squadra deve affrontare un momento cruciale della propria storia, tra un motore che ha deluso pienamente le aspettative e che va completamente rivisto, sino ad un telaio, quello 2026, che deve essere progettato per vincere. Questo sta causando anche enormi ritardi nello sviluppo in vista del cambio regolamentare, cosa che ad Enstone non si possono proprio permettere. Nemmeno dal punto di vista finanziario, visto che il gruppo Renault sarà chiamato ad affrontare ingenti spese per migliorare questa macchina, capirne gli errori, e scegliere quale strada intraprendere per il futuro. Puntare su un progetto non vincente sicuramente non fa bene a nessuno, nonostante il gruppo non viva affatto una cattiva condizione economica. Le vendite della Casa francese non destano infatti preoccupazioni, ma la sfida nei confronti del rivale gruppo Stellantis è al momento impari. 

Essendo entrambe le società finanziate direttamente dal Governo francese, e visti i risultati dell'una e dell'altra, il piano sarebbe quello di fonderle in un unica grande realtà che andrebbe ad abbracciare Renault, Alpine, ma anche Alfa Romeo, Peugeot, Abarth, Chrysler ed altri. Una realtà che dalle dichiarazioni punterebbe pesantemente sull’elettrico, allontanandosi sempre di più dalla F1 e dalle enormi spese che essa comporta. De Meo si troverebbe quindi davanti ad un’altra importante decisione, e cioè quella di cedere o meno il reparto corse di Enstone a qualcun altro, come già accaduto in passato. Andretti e General Motors sono già alle porte, ma potrebbero esserci sorprese inaspettate. Ne sapremo di più nelle prossime settimane.

Julian D’Agata