Sempre fuori dai denti, Genesio Bevilacqua nella sua struttura di Moto dei Miti ci ha raccontato tutti i progetti del team Althea. L’installazione è stata rivista per ospitare anche gite scolastiche, poi si è parlato di CIV, centralina unica e delle impossibilità di Ducati nel bissare il successo del 2011.

Genesio Bevilacqua, come ti è venuta l’idea di riprogettare Moto dei Miti?

“Beh queste sono idee che maturano nel corso degli anni, mano a mano prendono corpo. Quando hai lo spazio giusto, la scena giusta e un pizzico di follia poi vengono fuori questi risultati. Ci è voluto molto lavoro ovviamente. Questa parte, con la ‘discesa delle moto’, è una rappresentazione della ‘corsa nel tempo’, 10 moto campionesse del mondo con la mia a fare da undicesima come firma dell’autore. Un effetto scenico che si aggiunge alla classica esposizione nell’altro stabile, per rendere più fruibile lo spazio per coloro che verranno a visitarlo. Abbiamo regalato ingressi al sindaco di Civita Castellana per permettere anche alle scolaresche di organizzare le visite guidate a Moto dei Miti, e parola di Genesio Bevilacqua si divertiranno!”

Bimota è protagonista in questa parte, come mai?

“Questo spazio è diverso rispetto all’ala storico-culturale dell’altra parte. Qui viene rappresentato il genio, il contenuto tecnico, quindi le moto qui presenti hanno segnato un epoca in qualche modo. La Tesi 2D è il migliore degli esempi, ma lo stesso discorso vale per la Delirio, la YB4 e tutte le altre. Questo spazio è inteso per dare risalto alle case per prodotto di serie. Tutto incentrato sull’innovazione.”

L’innovazione che manca a Ducati per tornare al titolo?

“Non sarò io a dire quanto è valso il nostro titolo in qualità di team privato, la storia parla da se. Ci vogliono molte sinergie per arrivare al mondiale, a noi è successo ma non per caso, come fanno vedere i titoli successivi e quello della stock con Giugliano nello stesso 2011. Noi abbiamo deciso di autocelebrare questo traguardo dieci anni dopo perchè ci siamo resi conto che nessuno è stato in grado di replicare la nostra impresa. Il fatto che però un team privato come il nostro esca dalla scena Ducati e non ci siano altri risultati deve far pensare più loro che noi: noi sappiamo perchè, loro devono capire perchè no.”

Nel CIV Gabellini e Del Bianco stanno andando bene, Genesio lo scopritore di talenti?

“ Non è tanto il mio merito come scopritore, però chi lavora al servizio del motociclismo ed investe deve sapere cosa fare. L’impresa fatta con Del Bianco è nata da una follia che però è in buona parte coraggio ed intuizione. Qui mi prendo dei meriti, perchè prendere un ragazzo dalla Moto3 e portarlo alla Superstock non è una cosa che fanno tutti, ed invece guarda il caso in casa Althea succede. Poi non tutte le carriere chiaramente saranno costellate da vittorie enormi, però Del Bianco e Gabellini dimostrano che il nostro sforzo è valso la pena.”

Il gap tra le moto nel CIV è sceso. Merito della centralina unica?

“Allora, io non voglio togliere nulla a Michele Pirro ma ricordiamoci che lui principalmente fa il collaudatore. Forse questi ragazzi si dovrebbero svegliare e dare più filo da torcere a Pirro, perchè questo è crescere professionalmente. Per quanto riguarda la centralina unica io non penso che lo sforzo economico sia valsa la pena. Ricordiamoci che insieme alla centralina sono stati spesi soldi per sensori, cablaggi, programmi e strategie elettroniche nuove. Non si è tenuto conto della sofferenza economica dei team, 30.000€ sono tanti in questo periodo per tutti quanti e non ne è valsa la pena.”

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Alex Dibisceglia