Era il 9 maggio 1982 e nel GP di Francia nessuna Honda conquistava punti. Quarant'anni dopo, in Germania, la situazione si ripete e la casa alata chiude il weekend di gara senza muoversi di un centimetro nelle classifiche. Takaaki Nakagami cade, Pol Espargaró si ritira per l'eccessivo dolore e Stefan Bradl fa il possibile correndo al posto di Marc Márquez ustionandosi durante la corsa. Per Honda si interrompe così la striscia di 633 arrivi in zona punti, statistica che conferma la crisi tecnica in corso nel reparto HRC.

NOGARO 1982 - SACHSENRING 2022: 40 ANNI DA RECORD

Facciamo prima di tutto un salto indietro di quarant'anni e raggiungiamo la stagione 1982, vinta da Franco Uncini sulla Suzuki RG500 del team di Roberto Gallina. Il GP di Francia di quell'anno è rimasto nella storia poiché boicottato dalle squadre ufficiali a causa delle critiche condizioni in cui versava la pista di Nogaro (Gers - sudest Francia), considerata troppo pericolosa. Approfittando della rinuncia delle formazioni factory partecipò anche la statunitense Gina Bovaird, ad oggi l'unica donna ad aver corso una gara nella top class del Motomondiale.

Definito il contesto arriviamo al capitolo Honda, costruttore del tutto assente nell'edizione 1982. In seguito alle proteste, infatti, nessuna moto della casa di Shizuoka si presentò in griglia di partenza e, proprio per questo motivo, Honda non raccolse punti. Evento questo mai più accaduto fino a ieri, domenica 19 maggio 2022, quando nessuna delle quattro RC213V partite ha terminato la gara in zona punti.

È dunque finito un vero e proprio ciclo iniziato nel 1982 con gli undici punti raccolti da Lucchinelli e Katayama nel GP di Spagna (Jarama), gara dopo la quale almeno un portacolori Honda ha terminato i GP della classe Regina nella zona punti. Perciò, con il decimo posto ottenuto da Alex Márquez nel GP della Catalunya 2022 va in archivio una delle statistiche più longeve nella storia del Motociclismo.

NESSUNA MOTO A PUNTI: LO SPECCHIO DELLA SITUAZIONE HRC

La storia descritta nel paragrafo precedente porta ad una sola conclusione: Honda è in crisi. Sembra un'ovvietà, ma HRC è ormai in una fase di stallo dalla quale uscire sembra tutt'altro che facile. Eppure parliamo del più grande costruttore di moto al mondo, un'azienda con una cadenza di tiro teoricamente imbattibile ma che, almeno attualmente, pare impotente. Perso Marc Márquez, fortemente condizionato dai problemi fisici, Honda non ha saputo rispondere ai progressi delle case avversarie ed ora è attanagliata da problemi e criticità risolvibili solo a lungo termine.

È difatti utopia immaginare HRC nei piani alti della classifica se non con il ritorno del Marquez pre-infortunio, ipotesi per ora molto remota. Aggiungiamo a ciò che i vari Pol Espargaró, Nakagami, Alex Marquez e Bradl siano ottimi piloti ma non dei fenomeni ed ecco che la tanto ambita lotta iridata diventa solo un sogno. A questo si allega il fatto che due dei quattro portacolori (Pol e Taka) corrano in condizioni fisiche lontane dalla perfezione.

RC213V NON PERFETTA MA CHI SARÀ IL NUOVO PILOTA DI PUNTA IN HONDA?

Nonostante un buon avvio in Qatar, la stagione 2022 di Honda Racing Corporation prende le forme di una lunga ed estenuante attesa prima di rivedere l'organico che sarà impegnato nel prossimo campionato. Messo quindi da parte l'anno in corso ci si aspetta un 2023 più arrembante, quasi rivoluzionario, come tra l'altro doveva essere il 2022. E nel frattempo Honda dovrà pensare anche a chi affidare le proprie moto, non proprio le più semplici da interpretare, siccome Marc Márquez ha già dato il tutto per tutto nella relazione con HRC. L'otto volte iridato non sarà infinito e Honda, oltre a lavorare duramente sul comparto tecnico, dovrà anche trovare qualcuno che sappia sfruttare al massimo il potenziale delle future MotoGP.

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