Appresa la decisione della Federmoto internazionale sulla propria sospensione per doping colposo fino a giugno 2021, è lo stesso Iannone a parlare: "È stata riconosciuta la mia innocenza, anche se fondamentalmente abbiamo perso perché siamo stati squalificati lo stesso. Questo periodo è stato il più duro della mia vita, ho pensato di tutto".

LE PRIME PAROLE DI IANNONE A SKY

"La notizia della mia sospensione questa mattina mi ha colpito molto, non ce l'aspettavamo per com'erano andate le cose. Guardiamo la sentenza in modo positivo, è stata riconosciuta la mia innocenza, anche se fondamentalmente abbiamo perso perché siamo stati squalificati lo stesso per 18 mesi. Faremo certamente ricorso al TAS. Ma poteva anche andare molto peggio".

"Non so quando tornerò in pista, ma una cosa certa: il mio è il primo caso per contaminazione alimentare che abbia portato a una sospensione. Ringrazio il mio avvocato (Antonio De Rensis, ndr), mi ha trattato come un figlio, senza di lui la situazione in questo momento sarebbe sicuramente diversa. Questo periodo è stato il più duro di tutta la mia vita, molto difficile da accettare. Ho pensato di tutto, non è stato facile ma ogni giorno ho cercato di trovare la forza per andare avanti e dimostrare la mia innocenza. Ancora non ce l'ho fatta al 100%, ma questo è il mio obiettivo. Poi voglio tornare in moto il prima possibile".

"Quando andiamo nei ristoranti non abbiamo la possibilità di scegliere carne contaminata o non contaminata, nessuno di noi sa cosa sta mangiando con certezza. In questa sentenza c'è un'incongruenza tra regolamento e ciò che noi viviamo, bisognerà capire in futuro se sia possibile trovare un punto d'incontro".

IL COMUNICATO DI APRILIA

"Aprila Racing prende atto del provvedimento FIM che infligge diciotto mesi di sospensione al pilota Andrea Iannone. Da una prima analisi della sentenza si rileva con soddisfazione come sia stata riconosciuta la totale assenza di dolo e l'accidentalità dell'assunzione di steroidi ammettendo, di fatto, la tesi della contaminazione alimentare, fatto mai accaduto prima. Questo scenario apre nuove possibilità di appello per Andrea Iannone ma rimane lo sconcerto per una pena del tutto incoerente con la ricostruzione contenuta nella sentenza stessa che riconosce nei fatti, pur non assolvendolo, l’innocenza di Andrea Iannone. Nel rispetto dei valori sportivi che da sempre ispirano la sua attività e che non prevedono alcuna tolleranza verso pratiche vietate dai regolamenti, Aprilia Racing ha sempre ribadito la piena fiducia nel suo pilota, lo fa con nuova forza dopo questa sentenza e lo sosterrà nel suo ricorso al TAS".

Della stessa lunghezza d'onda l'amministratore delegato di Aprilia Racing, Massimo Rivola: "La sentenza ci lascia sconcertati ma anche molto soddisfatti nelle sue motivazioni. I giudici hanno riconosciuto la totale buona fede di Andrea e la inconsapevolezza nell'assunzione, confermando la tesi della contaminazione alimentare. Per questo la pena inflitta non ha alcun senso, alla luce delle motivazioni scritte dagli stessi giudici Andrea avrebbe dovuto essere assolto, come sempre è capitato agli altri atleti contaminati, ma questo quadro ci lascia tante speranze per il ricorso che auspichiamo sia molto veloce. Rivogliamo Andrea in sella alla sua Aprilia RS-GP, saremo al suo fianco fino alla fine di questa vicenda e lo sosterremo nel suo appello".

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Andrea Pinna