La MotoGP ha chiuso la propria stagione ormai quindici giorni fa: è arrivato dunque il momento delle pagelle di fine anno. Ripercorreremo velocemente la stagione per dare un voto ai piloti che si sono sfidati in questa atipica stagione 2020.

Prima di cominciare con i voti ai piloti vogliamo fare un plauso a Dorna che, in una situazione difficilissima come quella di quest’anno, è riuscita a mettere in piedi una stagione rivoluzionando il calendario e facendo correre tutti nella massima sicurezza. Oltre a questo ha supportato a livello economico i team privati MotoGP, oltre quelli di Moto2 e Moto3, che nei primi mesi dell’anno hanno visto azzerarsi i loro introiti a causa della pandemia. Lavoro encomiabile di Carmelo Ezpeleta e del suo staff. I piloti hanno ripagato questo lavoro con una delle stagioni più avvincenti e combattute degli ultimi anni.

Joan Mir: Voto 9. Campione del mondo per la seconda volta nella sua carriera dopo l’alloro in Moto3 nel 2017. Vinse il titolo Moto3 conquistando dieci vittorie ed altri tre podi, tutto l’esatto opposto di questa stagione. Mir ha infatti fatto della costanza il suo punto forte: raramente è stato il più veloce, tanto da vincere solo una gara. Grazie a sette podi in quattordici round riesce a conquistare il titolo mondiale con una gara d’anticipo. Lento in qualifica, solo una volta in prima fila (grazie alla penalizzazione di Zarco nel GP di Stiria, ndr), è scattato tre volte in seconda fila, mentre il resto delle gare ha dovuto recuperare scattando dalla terza fila in poi. Dalla sua parte una Suzuki molto educata con le gomme che gli ha permesso spesso e volentieri di essere il più veloce negli ultimi passaggi: citofonare Rossi Valentino per chiedere conferma.

Franco Morbidelli: voto 8,5. Franco, al contrario di tutte le altre Yamaha in pista, corre con la moto 2019. A inizio stagione si è visto Fabio Quartararo dominare i round di Jerez. Un colpo così dal compagno di squadra avrebbe buttato a terra un grande boxeur, ma Franco ha resistito. Secondo posto a Brno e poi vittoria, perentoria a Misano Adriatico. Il pilota della VR46 Academy non brilla per i successivi quattro round, ma torna a vincere ad Aragon e Valencia prima di chiudere la stagione con il terzo posto di Portimão. Probabilmente la vera sorpresa della stagione è lui.

Alex Rins: Voto 7,5. Ha iniziato la stagione da pilota di punta della casa di Hamamatsu. In Suzuki hanno sempre negato ogni gerarchia, ma era evidente che ad inizio stagione fosse Rins il pilota di punta. Poi la frattura alla testa dell’omero di Jerez lo ha rallentato nella prima parte di stagione. La vittoria di Aragon ed i successivi due secondi posti lo rilanciano nel finale di stagione, ma è ormai troppo tardi per battere il compagno di squadra.

Andrea Dovizioso: voto 5. Quarto posto nel mondiale, migliore Ducati ormai non basta per il pilota di Forlimpopoli. Dopo tre stagioni da runner up del mondiale alle spalle di Marc Márquez il favorito era diventato proprio lui. Una sola vittoria (in Austria dove Ducati aveva sempre vinto, ndr) ed un terzo posto nel weekend d’apertura. Il clima nel box fin da inizio stagione è stato teso, l’annuncio prima del GP d’Austria sembrava aver sistemato le cose. Invece poco è cambiato nelle settimane successive. Come dicevamo è stata la miglior Ducati nella classifica mondiale e gran parte del merito del titolo Costruttori è suo. Questi risultati però non rispecchiano il reale essere delle cose, più volte Pecco e Miller si sono trovati davanti a lui e a causa di guasti hanno perso punti. Da chi pretende un rinnovo a cifre faraoniche ci si aspetta decisamente di più.

Pol Espargaro: 7. Porta la KTM nell’elite del motociclismo, chiude la stagione con cinque podi e due pole position. Gli manca solo la vittoria per celebrare al meglio la sua ultima stagione con la casa austriaca. Pol è in KTM dal primo anno degli austriaci, la RC16 è cresciuta nelle sue mani fino ad arrivare ad essere quell’arma che è oggi. Chiudere questa avventura senza la vittoria sembra quasi immeritato per il lavoro fatto in queste stagioni. A inizio stagione, quando può conquistare la vittoria (Brno e Red Bull Ring), commette due errori che gli costano probabilmente la lotta al titolo.

Maverick Vinales: voto 4. Parte bene, due secondi posti alle spalle di Fabio Quartararo, tanto che la corsa al titolo sembra roba loro. Da Brno, però, proprio come Fabio si perde: otto punti in tre gare tra Brno e le due gare in Austria. Nei round austriaci è protagonista suo malgrado di due degli incidenti più spettacolari degli ultimi anni. Nel GP d’Austria con le moto di Zarco e Morbidelli che gli passano a pochi centimetri dalla testa. Nel GP di Stiria invece è lui ad avere problemi ai freni ed a doversi gettare dalla moto ad oltre 200 orari. Solo a Misano, grazie anche alla caduta di Bagnaia, centra un weekend perfetto con pole e vittoria. Troppo poco per un pilota che sembra sempre incompiuto.

Jack Miller: voto 6,5. È stato quasi sempre la Ducati più veloce, sopratutto in qualifica. Ha raccolto meno di quando ha seminato, un po’ a causa della sua irruenza ed un po’ per sfortuna (vedi Misano, quando è stato costretto al ritiro dopo che la visiera a strappo di Quartararo è entrata nel condotto dell’airbox). Nella classifica di Miller pesano i quattro ritiri arrivati tutti mentre si trovava nelle prime posizioni. Se vorrà lottare per il mondiale, il prossimo anno dovrà sistemare questi ultimi dettagli.

Fabio Quartararo: voto 4,5. L’astro nascente della MotoGP, che (come Marquez) è stato in grado di far cambiare le regole a Dorna, si è consumato in pochissimo tempo, proprio come una stella cadente. Velocissimo ed imprendibile per tutti (Marc Marquez escluso) a Jerez si è poi sciolto ad agosto come si scioglierebbe un ghiacciolo. Settimo a Brno, ottavo e tredicesimo in Austria. A Misano scivola in maniera goffa alle Rio e si vede sfuggire di mano il titolo che fino a lì sembrava solo una formalità. Torna alla vittoria in Catalogna, ma è l’unico acuto di un finale di stagione che lo ha visto ai limiti della zona punti. Inspiegabile questo tracollo per un pilota del suo talento.

Miguel Oliveira: voto 6,5. Il portoghese aveva mal digerito la decisione di KTM di preferirgli il rookie Binder per la sella ufficiale. Si vendica vincendo due gare (Binder solo una, ma è il primo successo per KTM in MotoGP): la prima di rapina proprio in Austria mentre la seconda è una lezione di guida a tutti i piloti a Portimão, suo circuito di casa. Vittoria con pole position e giro veloce sul circuito di casa: a Miguel è mancato solo il pubblico per poter festeggiare al meglio uno dei suoi giorni più belli della carriera.

Takaaki Nakagami: voto 6. Miglior pilota Honda, salva la faccia dell’ala dorata in più di una occasione, sopratutto in qualifica. Ad Aragon è il favorito per la vittoria, ma sciupa tutto buttandosi in terra dopo 4 curve. Veloce sopratutto nel finale di gara e nei round doppi dove può lavorare più tempo per preparare la moto. Il prossimo anno avrà il trattamento da pilota ufficiale ed una moto identica a quella del team interno.

Brad Binder: voto 7. Conquista il titolo di rookie of the year a suon di top10. A Brno quasi a sorpresa centra la sua prima vittoria in MotoGP alla terza gara in MotoGP, solo Marquez in epoca moderna ha fatto meglio. Con la KTM è stato amore a prima vista e l’anno prossimo con Miguel Oliveira formeranno una coppia giovane per puntare al titolo.

Valentino Rossi: Voto 3. L’ultima stagione di Valentino Rossi come ufficiale Yamaha si è chiusa nel peggiore dei modi, un solo podio (per altro fortunoso con molti piloti che davanti a lui hanno avuto problemi tecnici, ndr) nel secondo round di Jerez ed una serie infinita di ritiri, dovuti in parte ad un motore Yamaha lontano dall’essere considerato affidabile, in parte a suoi errori. Come se non bastasse ci si è messo di mezzo pure il Coronavirus a toglierlo dai giochi per due weekend. Al ritorno in pista centra la zona punti, ma è una magra consolazione: le primavere passano e anche Valentino può farci poco.

Mathias Cantarini