A Brno abbiamo assistito nuovamente ad una gara della MotoGP dove un incredibile Marc Marquez non si è lasciato impensierire da condizioni della pista, asfalto umido o avversari: al confronto, Andrea Dovizioso, nonostante la seconda posizione, non è mai riuscito a mettere le ruote davanti allo spagnolo. Bene il podio, ma così non basta.

ORO PER TUTTI, MA NON PER DOVI

Ottenere la seconda posizione in MotoGP a Brno è una cosa che per tutti i piloti (che non siano Marc Marquez) sarebbe oro, ma che per Andrea Dovizioso non è più sufficiente. Il Dovi continua a non rispondere alla chiamata che lo vede unico, per ora, reale contendente allo strapotere della Honda del “Cabroncito”, che guadagna altri cinque punti e si allontana ancor di più in classifica.

LA DUCATI VA BENE, ORA CI VUOLE CUORE

Il problema reale è la pressoché assenza di errori da parte di Marc e questo comporta che l’unico modo per impensierirlo sia mettergli le ruote davanti. Andrea avrebbe dovuto azzardare il sorpasso da subito e spezzare il forsennato ritmo imposto durante la gara, ma non c’è mai stata la reale possibilità di fare anche solo un tentativo. Ma la Ducati è riconosciuta nel paddock come il pacchetto migliore a livello di prestazioni, quindi non è più possibile dare il demerito ad una condizione tecnica impari. Il sottosterzo è ancora un problema, ma non è più così grande.

MILLER, MEGLIO DI PETRUCCI

Luigi Dall’Igna ha più di una gatta da pelare. Se Dovi continua comunque ad inanellare delle belle prestazioni, dietro Danilo Petrucci non sta dimostrando che il rinnovo contrattuale lo abbia in qualche modo spronato. Il Petrux termina in ottava piazza, ma pesa il contraltare Jack Miller: l’australiano si è reso autore di una gara esemplare e del sorpasso sulla Suzuki di Alex Rins proprio in chiusura di gara, simbolo che la Ducati Pramac, al momento, sta andando più forte rispetto a quella ufficiale. Se è un problema per Yamaha, lo sta diventando anche per Ducati.

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Alex Dibisceglia