Alex Rins riporta la Suzuki alla vittoria che mancava dal 2020 nel GP d’Australia, a due sole gare dal ritiro della casa di Hamamatsu dal Mondiale MotoGP. Uno spreco, aggravato forse dal test in Giappone previsto per la settimana prossima

TUTTO SBAGLIATO

Il GP d’Australia oggi ci ha dimostrato quanto possa essere “sbagliata” la decisione di Suzuki di lasciare la MotoGP a fine anno. Il virgolettato è ovviamente d’obbligo perché la decisione presa ad Hamamatsu non è sicuramente stata varata a cuor leggero. Le motivazioni dietro l’abbandono sono, come abbiamo già scritto qui, il cambio di rotta del settore automotive verso l’elettrico. Ma sportivamente la Suzuki è una moto ancora decisamente al passo, con Rins che oltre a questa vittoria ha portato la azzurro-argento sul podio altre due volte quest’anno.

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UNA GARA ALLA RIMONTA

Non solo: non si può dire che Alex sia stato aiutato da contingenze. Nel gruppo di testa hanno dato tutti il 100%, nessuno è caduto (ad esclusione di Miller, centrato da Alex Marquez) e nessuno ha avuto problemi. Il che vuol dire che Rins la gara se l’è guadagnata, e che una pista come Phillip Island, che richiede motore, può essere affrontata anche in deficit di cavalli. Yamaha non è riuscita nell’intento, con Quartararo e Morbidelli a terra, mentre Suzuki ha abbondantemente passato il test australiano. Non ci sono però spiragli: i posti della casa giapponese sono già stati concessi alla Gas Gas, campionessa nel 2022 del titolo Moto3 e costola di KTM.

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UN TEST STRANO

Proprio per questo, il test organizzato da Suzuki assume ancora meno senso. Tsuda, tester ufficiale della casa, proverà la settimana prossima in Giappone alcune componentistiche per la GSX-RR. Suddetti componenti dovrebbero essere per il GP di Valencia, ma non ha assolutamente senso spendere ulteriori investimenti su un progetto che già è confermato chiuderà a fine anno. A meno che non ci siano altre motivazioni valide, anche se onestamente non riusciamo a capire quale queste possano essere. Piccolo spiraglio per l’EWC, dove sembra che ancora qualche goccia di budget possa essere destinata alla SERT per proseguire nell’avventura. Di tutte queste elucubrazioni, ci resta solo l’amaro in bocca: non vedremo più una Suzuki sparigliare le carte in MotoGP come in questo GP d’Australia 2022.

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Alex Dibisceglia

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