Come ci si aspettava, ancora una volta, ad Austin “non ce n’è stato per nessuno”. C’è chi sperava in una pioggia mai arrivata, chi confidava in una perdita di concentrazione di Marquez a causa della partenza ritardata per un ponte che perdeva acqua. Ma niente da fare. Per il terzo anno consecutivo nella terra dei cowboy, “Marquez texas ranger” ha “revolverato” tutti.

Partenza regolare. Dovizioso scatta come un fulmine, riuscendo a sfruttare il “motorone” Ducati per girare in testa alla prima curva, seguito a ruota da Marquez e da un ottimo Valentino Rossi, anch’egli prontissimo allo stacco frizione. Dietro il pesarese, Bradley Smith ed un attardato Lorenzo, il quale si fa cogliere impreparato al semaforo e perde posizioni, cosi come il nostro Andrea Iannone.

Posizioni stabili per i primissimi giri, con Andrea Dovizioso che addirittura sembra riuscire a staccarsi prendendo qualche decimo di vantaggio sugli altri. Ma la “quiete” dura soltanto fino al quinto giro, durante il quale “ranger Marquez” decide di fare sul serio, “violentando” la sua Honda con una delle sue solite staccate di traverso e mettendosi davanti al forlivese, con dietro Valentino Rossi a cercare di seguirlo.

Bastano poi poche curve al numero 93, per far capire al gruppo che la vittoria non è in discussione. Il massimo risultato ottenibile cosi diventa il secondo posto, ed è subito chiaro che la questione è tra Valentino Rossi e Andrea Dovizioso. I due centauri italiani se le danno di santa ragione con una serie di controsorpassi. Rischiano addirittura il contatto alla staccata di curva 12, evitando di tamponarsi grazie a “san Brembo” per una questione di pochissimi centimetri. Torna così alla mente il duello in Qatar, con Dovizioso che pare intenzionato a rendere il favore di due settimane fa a Rossi. Cosa che gli riesce anche molto bene, spuntandola sul finale ed arrivando secondo, complice un’eccessiva usura della gomma anteriore da parte della Yamaha del “dottore”.

Giù dal podio (come in Qatar) Jorge Lorenzo, riuscito ad agguantare una quarta posizione “svegliandosi” sul finale ai danni di Andrea Iannone (5°). Più staccati Bradley Smith (6°) e Cul Crutchlow (7°).

Da segnalare l’ottimo decimo posto del nostro Danilo Petrucci in sella alla sua GP14, e le sempre più convincenti performance di un’inaspettata Suzuki, a punti con entrambi i piloti (8° e 9°) a confermare la bontà del telaio e una buona ciclistica di base. “Non pervenute” invece (per stare in tema di moto debuttanti), le due Aprilia, con Melandri ritirato e Bautista al traguardo con un distacco da calcolare con la clessidra.

Per concludere, degna di nota l’undicesima piazza per un “dignitoso” Hiroshi Aoyama, sostituto dell’assente Pedrosa. Ok è vero, guida la stessa moto di Marquez. Ma è un collaudatore ed è lontano dalle gare da una vita, quindi per lui, ottimo lavoro. E poi, diciamoci la verità: dopo il giro della pole di sabato, dove Marc Marquez ha disintegrato il record del circuito “perdendo” tutti i punti di staccata, chi si azzarderebbe a fare paragoni….

MotoGP - GP delle Americhe, ordine d'arrivo:

1 MARQUEZ 43:47.150
2 DOVIZIOSO +2.354
3 ROSSI +3.120
4 LORENZO +6.682
5 IANNONE +7.584
6 SMITH +10.557
7 CRUTCHLOW +16.967
8 ESPARGARO +19.025
9 VIÑALES +38.570
10 PETRUCCI +41.796

Daniel Limardi

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