D - Un primo bilancio della stagione 2016 considerato che siamo al giro di boa.

Fenati - Chiudo questa prima parte della stagione con una vittoria, un podio e il terzo posto in classifica in Campionato. Sono sempre stato in lotta con i primi e ho collezionato anche due quarti posti nelle ultime due gare. Sono abbastanza soddisfatto e sarà importante continuare in questa direzione fino al termine della stagione per cercare di ricucire il gap con Binder.

Bulega - Sono un rookie e non ho mai girato sulla maggior parte delle piste. In nove gare ho conquistato la prima pole e podio a Jerez, un’altra prima fila ad Assen e ho centrato la Top5 in diverse occasioni.

Migno - In avvio di stagione faticavo, soprattutto in qualifica. Da Jerez qualcosa è cambiato: al Mugello ho conquistato la mia prima fila e ad Assen ho centrato il podio. Nel complesso una prima parte di stagione molto positiva. L’obiettivo ora è la costanza.

D - E’ la Moto3 più bella di sempre. La scuola italiana ha fatto passi avanti e il pubblico vi segue sempre di più: quanto conta il tifo durante le gare?

Fenati - Sentire il supporto dei tifosi italiani in pista è come avere una marcia in più. Le gare del Mugello – il mio circuito preferito – e di Misano sono sempre un momento chiave e allo stesso tempo speciale per noi e il team. E’ bello vedere che grazie a progetti come l’Academy (VR46 Riders Academy ndr) e al team Sky oggi c’è una pattuglia italiana molto agguerrita e competitiva. 

Bulega - Per me che sono un rookie è speciale. Camminare nel paddock e vedere la gente che ti ferma per fare le foto fa un effetto particolare. Al Mugello il supporto del pubblico è stato incredibile e a Misano lo sarà ancora di più. Abito a pochi chilometri dal circuito e tutti i miei amici più cari saranno in pista.

Migno - E’ davvero importante sentire il supporto dei tifosi: è un’iniezione di adrenalina in più. Siamo un bel gruppo di piloti italiani in lotta per le prime posizioni ed è normale che anche il tifo aumenti. Gare come Mugello e Misano sono sempre emozionanti.

D - Da dove nasce la tua passione per le moto?

Fenati - In realtà fin da bambino mi è sempre piaciuto tutto ciò che ha un motore. A 4 anni mio nonno mi ha regalato una minimoto ed è stata subito passione. Ho iniziato a correre e pian piano sono arrivato al Mondiale.

Bulega - Mio papà è un ex pilota e aveva un team in Super Bike: sono nato e cresciuto nel paddock. Non potrei immaginare una vita senza corse. Da bambino ho iniziato sui kart e poi sulle mini moto ed è stato amore a prima vista.

MignoTutta la zona in cui vivo è famosa per la passione per i motori, quindi è stato normale iniziare a girare con le minimoto. Quando ero bambino, per andare a casa di mia nonna, passavamo sempre davanti ad una pista di minimoto: ho iniziato a correre lì e mi sono appassionato.

D - Quanto conta il lavoro della VR46 Riders Academy nel vostro allenamento? 

Fenati - Avere il supporto di tanti professionisti è sicuramente una grande opportunità. Anche quando non siamo in circuito, c’è un gruppo di persone che ci segue. Allenarsi con Valentino è sicuramente speciale: dal Ranch, ai test a Misano c’è sempre occasione per imparare qualcosa da lui.

Bulega - Siamo davvero molto seguiti sia in pista che a casa e questo ci aiuta a rimanere sempre concentrati sui nostri obiettivi. In settimana abbiamo le sedute in palestra, il Ranch e i test a Misano.

MignoPer me è stato fondamentale per fare il passo in avanti che ho fatto quest’anno. Allenarmi con costanza a casa, rimanere sempre concentrato sulle gare è stata la chiave per raggiungere i più forti.

D - Il fatto di essere amici anche con gli altri piloti rappresenta un vantaggio o un problema durante gli allenamenti con la VR46 Riders Academy? 

Fenati - Non penso sia un ostacolo, anzi. Misurarsi costantemente con quelli che in pista sono reali avversari è sicuramente uno stimolo a migliorarsi e a continuare a lavorare sodo.

Bulega - Non è un problema, ci permette di mantenere il livello sempre alto. Ci aiuta a migliorare e a tenere il ritmo in gara.

MignoSiamo un bel gruppo di piloti: ci sono rapporti di amicizia che ci legano, anche se in gara siamo avversari. Non è un problema, anzi, il fatto di allenarci insieme ci aiuta a tenere sempre alto il ritmo anche lontano dalla pista.

D - Come è il tuo rapporto con Valentino?

Fenati - Potermi allenare con lui è sicuramente un onore. Essere parte del suo progetto è un’opportunità di crescita per tutti i giovani piloti italiani. E’ un pilota maturo, con un’esperienza incredibile: c’è sempre da imparare in pista e fuori.

BulegaDa piccolo ero un suo tifoso comune, come tanti altri. La prima volta che l’ho visto ero al Mugello, avrò avuto 6-7 anni: l’ho aspettato per due ore fuori dal suo motorhome per fare una foto. Nell’inverno del 2013, grazie a Graziano (Rossi ndr), ho iniziato a girare al Ranch e sono entrato nell’Academy.

Migno - E’ un grande onore fare parte del suo progetto. E’ un pilota di esperienza, nove volte Campione del Mondo ed è un esempio per tutti noi giovani piloti italiani.

D - Il pilota al quale ti ispiri?

Bulega - Valentino Rossi: è il più forte di sempre. E’ un esempio, un riferimento. Solo osservarlo è un modo per imparare da lui.

Migno - Risposta facile: Valentino.

D - La tua pista preferita?

Fenati - Da italiano, sembrerà una risposta banale, ma il Mugello. Un saliscendi ad alta velocità con una cornice di pubblico incredibile.

Bulega - E’ una domanda difficile. E’ il primo anno per me nel Mondiale e non conosco la maggior parte delle piste. Il circuito di Doha mi ha impressionato: curvoni veloci e un’atmosfera davvero particolare. Assen mi è piaciuta fin dai primi giri: veloce e tecnica. Diciamo che ho faticato solo ad Austin a prendere la giusta confidenza con le traiettorie.

Migno - Il Mugello: un circuito completo avvolto nel calore dei tifosi italiani.

D - Hai altri interessi oltre le moto?

Fenati - Tutto ciò che ha un motore mi appassiona. Moto, auto ecc. Altre passioni? La pesca.

Bulega - Sono un ragazzo normale e mi piace uscire con gli amici e divertirmi. Ma ho solo una grande passione: le moto.

Migno - Quando non sono in viaggio per le gare, torno a casa e riprendo ad allenarmi. Sto con la mia famiglia, i miei amici, pratico sport.

D - Si inizia a sentire l’adrenalina per Misano. Sei emozionato?

Fenati - Dopo lo sfortunato epilogo del Mugello, non vedo l’ora di scendere in pista a Misano per rifarmi davanti al pubblico di casa. E’ sempre un’emozione gareggiare davanti ai nostri tifosi: un’iniezione di adrenalina.

Bulega - Come dicevo prima, abito a pochi chilometri dal circuito quindi sarà davvero la mia gara di casa. Ci saranno i miei amici e la mia famiglia e sarà emozionante scendere in pista davanti a loro.

Migno - Sicuramente sì: è davvero la mia gara di casa. Come altri piloti dell’Academy, abito a pochi chilometri dal circuito. Sono nato e cresciuto qui e scendere in pista davanti alla mia famiglia e ai miei amici ha un sapore particolare.

D - Una domanda per Romano: sei emozionato per il passaggio in Moto2?

Fenati - E’ una nuova avventura, sempre insieme allo Sky Racing Team VR46, dopo cinque anni in Moto3. Sono curioso e allo stesso tempo motivato a dare il massimo. Avrò una moto completamente diversa, ma conoscendo già tutti i membri del team sarà più facile adattarsi. 

D - Domanda per Nicolò: hai firmato per 2 anni con lo Sky Racing Team VR46 quali sono i tuoi programmi? Rimanere in Moto3 o passare in Moto2?

Bulega - Ad Assen ho rinnovato il mio con contratto con lo Sky Racing Team VR46 per altre due stagioni. Sono davvero a mio agio nel team, clima è famigliare e il gruppo di lavoro è incredibile. 

D - E infine, domanda anche per Andrea. Il talento non ti manca, adesso stai trovando costanza nei risultati: il prossimo anno punterai al titolo?

Migno - Per il momento non penso al futuro. Voglio rimanere concentrato e dare il massimo. Questa è la mia seconda stagione con lo Sky Racing Team VR46 e non posso negare che mi piacerebbe continuare questa avventura. 

Questo il punto della situazione con i piloti dello Sky Racing Team VR46, sempre più protagonista in Moto3, che assieme a tutti gli altri giovani italiani ci sta regalando un campionato emozionante e soprattutto sta rispondendo a chi, solo pochi anni fa, temeva una mancanza di ricambio generazionale nel nostro paese. I piloti italiani ci sono, sono tanti e, cosa più importante, sono bravi: non resta che goderci le loro bagarre nelle restanti che si preannunciano imperdibili.

Alice Lettieri