La gara di Moto2 al Circuito di Jerez - Ángel Nieto è stata segnata dall’impresa di Arón Canet, che, solo una settimana dopo l’infortunio a Portimão, è salito sulla sua Kalex e ha conquistato la seconda posizione.

Dalla sala operatoria al podio in sette giorni

Nella domenica del GP di Portogallo, Arón Canet è stato il protagonista di un pauroso incidente multiplo. Con più di dieci piloti Moto2 coinvolti, Canet è quello che ne è uscito peggio: frattura del mignolo della mano destra e del radio del polso sinistro. Il giorno dopo, è stato sottoposto all’operazione e così ha iniziato la guarigione in tempo record.

Il venerdì era già sulla moto pronto per le libere a Jerez: solo tre giorni dopo essere stato in sala operatoria. Un gesto che dimostra la vera passione del pilota spagnolo per questo sport: “Semplicemente il motociclismo è la mia passione e quindi se devo correre, corro. E se devo soffrire, soffro e basta. Questo è il motociclismo, dobbiamo andare avanti e non guardare indietro”, dichiarava Canet ai microfoni di DAZN Spagna.

Niente risparmio

Canet non si è risparmiato nemmeno durante le libere. Dimostrando un carattere e un talento innato, lo spagnolo ha usufruito delle sessioni per trovare un modo di adattarsi alla guida della moto con le sue condizioni: “Sto provando a guidare la moto con le gambe e con solo una mano, così la mia mano sinistra non si stanca”, dichiarava Aron dopo le libere a DAZN Spagna.

In qualifica, ancora una volta, ha stretto i denti e ha lasciato il dolore nel box, guadagnandosi un’eccezionale quarta posizione in griglia di partenza. La gara di Moto2 però era una storia diversa: Canet doveva lottare contro il dolore durante 23 giri sotto un caldo soffocante e in un circuito dove ci sono parecchi punti con forti frenate.

Un secondo posto che vale oro

La partenza è stata perfetta e ha preso subito le posizioni di testa. Al sesto giro, in un sorpasso degno del Canet non infortunato, ha conquistato la seconda posizione su Tony Arbolino. Da quel momento, nessuno dei suoi rivali è riuscito a spodestarlo.

Quando è passato sotto la bandiera a scacchi in seconda posizione, Canet è esploso in lacrime per il dolore indescrivibile e per la gioia di ottenere il podio a casa sua in queste condizioni. Una lezione di coraggio da un ragazzo di 22 anni, che dimostra ancora una volta che i piloti non sono semplici umani, ma sono di un altro pianeta.

Credits: facebook page MotoGP

Non so nemmeno io come ho fatto, quando la gara è finita sono crollato a piangere perché non ce la facevo più. L'inizio della gara è andato relativamente bene perché avevo l’antidolorifico ma all'improvviso ho iniziato a soffrire molto al braccio sinistro. Ho sofferto soprattutto alla fine perché non sapevo come avrei continuato a guidare, a quel punto non sentivo più la mano e non riuscivo nemmeno a spingere con quella destra. Il motociclismo per me è una passione e lo faccio per divertirmi e per dimostrare a me stesso che sono capace di stare davanti", ha dichiarato a DAZN Spagna dopo la gara.

Non solo la gara di Canet, ma anche i giorni precedenti sono un grande esempio di determinazione. Volere è potere e Canet non ha mai smesso di crederci. Ma ancora più importante: ha creduto in sé stesso e ha scelto di combattere contro il dolore senza scuse. Passione e motociclismo nel suo stato più puro.

Victoria Ortega Cabrera