Dopo aver disputato le prime tre gare del mondiale “fuori casa”, i team della MotoGP sono finalmente pronti per il debutto stagionale sul territorio europeo. Ad ospitare l’evento sarà un circuito storico, conosciuto praticamente da tutti i piloti di ogni categoria motoristica: Jerez de La Frontera. Il tracciato è un “must” per la MotoGP. La sua presenza in calendario, è ormai divenuta un appuntamento praticamente obbligatorio. E calcolando anche che la pista ospita quasi ogni anno i test invernali, non ci sarebbe da meravigliarsi se i piloti attualmente in attività avessero dato “un nome di persona” ad ogni cordolo.

Il circuito misura 4.423 metri, ed è formato in totale da 13 curve. Come per il tracciato di Termas de Rio Hondo, anche quello di Jerez può definirsi un layout di “percorrenza”. La pista andalusa infatti, è formata per lo più da curvoni veloci, con molti punti che favoriscono i sorpassi. Da segnalare la presenza dei tanti "saltellamenti" dovuti alle ondulazioni dell'asfalto, che richiedono una moto maneggevole, ben bilanciata, e stabile in frenata per attaccare nelle curve più veloci. E come si sa, la Yamaha “non disdegna più di tanto” posti simili. A bilanciare il discorso con Honda, però, ci penseranno le due “staccatone” di curva 1 e 6. Secondo Brembo infatti, queste due frenate generano una decelerazione pari a 1,6 g. Roba da far tornare nella bocca dei piloti, il “sapore di quello che hanno mangiato durante la Prima Comunione”.

Se c’è qualcuno che “gioca in casa” in questo Gran Premio (avendolo anche vinto l’anno scorso), quello è sicuramente Marc Marquez. Il fenomeno di Cervera negli ultimi giorni aveva fatto preoccupare Suppo e compagnia, procurandosi una mini frattura al mignolo sinistro durante un allenamento su una moto di dirt-track. Il problema però, a dire dello stesso Marquez, sembra già risolto. Queste le parole del pilota: “Sono molto motivato per questo Gran Premio perché è il primo dell'anno in Spagna. I miei tifosi mi aspettano e ho dei bei ricordi degli anni precedenti. Il piccolo infortunio al dito certo non aiuta, ma spero che non incida troppo e che mi darà modo di raggiungere un grande risultato davanti al mio pubblico. Nei prossimi giorni - conclude lo spagnolo - mi dedicherò alla fisioterapia, facendo movimenti attivi e passivi. Il mio dito sarà controllato a Jerez dopo ogni sessione di prova e le bende saranno cambiate". Piuttosto tranquillo quindi il “cabroncito”. Soprattutto perché in fondo, sà bene che ad aiutarlo ci penserà la “dotazione tecnica” della sua moto. Da notare infatti, che il suo cambio seamless gli permetterà di percorrere tutti i 27 giri del Gran premio senza praticamente toccare mai la leva della frizione (partenza a parte ovviamente). Ed a ringraziare, sarà proprio il suo mignolo sinistro.

Ma se Marquez sembra fiducioso, Valentino Rossi è al settimo cielo: “Jerez è un Gp che mi piace davvero tanto – commenta il pilota - sono contento di tornare in Europa: abbiamo alle spalle tre gare su circuiti non facili andati però bene. Andare a Jerez dopo una vittoria come quella colta in Argentina, è certamente positivo. Ma la cosa più importante è come tutto il team sta lavorando. Il Mondiale è ancora molto molto lungo. Quella su cui andiamo a correre è una pista che apprezzo particolarmente. Ho sempre fatto belle gare qui, e ovviamente spero di ripetermi anche quest’anno. L’anno scorso sono finito secondo, quest’anno chi lo sa”. Molto ottimista quindi il “dottore”, consapevole di una forma strepitosa paragonabile a quella dei “tempi migliori” e forte di un duello stravinto durante l’ultima gara contro lo spagnolo numero 93.

Ma se Marc Marquez domenica non gli dovesse “bastare” (si fa per dire), ci penserà il cuore desmodromico di Dovizioso a “rallegrare” il weekend. Il forlivese, dopo la tripletta di secondi posti che l’hanno catapultato a soli 6 punti di distacco nella classifica iridata dal leader Rossi, promette battaglia anche per questo Gran Premio: “Jerez è una delle piste più difficili per Ducati e per me – commenta il pilota - soprattutto perché le gomme si usurano molto. I risultati delle prime tre gare però mi danno molta fiducia perché sembra che la GP15 vada molto forte su tutti i tracciati, a conferma del fatto che stiamo lavorando bene. Vado quindi a Jerez convinto di poter ottenere un buon risultato anche in questa gara”.

A fargli eco, il compagno di squadra Andrea Iannone: “Jerez è un circuito dove ho già vinto una gara nel 2011 in Moto2, è una pista che mi piace e proverò a vincere di nuovo. Ci saranno tanti piloti competitivi e veloci e quindi bisognerà sicuramente lavorare al meglio per sfruttare tutto il potenziale della squadra e della moto''. Non pervenute invece, eventuali parole dagli altri due spagnoli dei top team. Pedrosa ha dato forfait anche in questa gara, ancora alle prese con i postumi dell’intervento al braccio destro ( a sostituirlo sarà ancora Aoyama). Mentre Lorenzo appare per ora piuttosto schivo, cosciente del fatto che qui nella sua Spagna è “costretto” a tirare fuori una performance degna del nome che porta.

Anche per questa domenica quindi, come sempre per la MotoGP, la caccia è aperta. Marquez vorrà rifarsi per il “casino” dell’Argentina, le due Ducati vorranno testare la bontà del progetto su una pista fin ora ostica, e Lorenzo dovrà dimostrare che nel box Yamaha è ancora capace di fare la voce grossa. Piccola parentesi a parte per le motivazioni di Valentino Rossi. Il fenomeno di Tavullia, oltre ovviamente a voler confermare il suo stato di grazia e la sua leadership in campionato, domenica lotterà anche per un altro primato (come se i record gli mancassero): A 36 anni compiuti, il Pesarese può diventare il primo pilota nella storia del motomondiale a raggiungere quota 200 podi in carriera. Per dare un termine di paragone, basta pensare che un mostro sacro come Giacomo Agostini (15 volte campione del mondo), vanta “solo” 159 presenze fra i “gradini” riservati ai primi 3 classificati. Cosa chiedere quindi di più per divertirsi? Sicuramente nulla. Sarà meglio accettare solo una raccomandazione: visto che il GP è alle 14, è preferibile pranzare un po’ prima. Dopo il semaforo infatti, “deglutire” diventerà una missione impossibile….

Daniel Limardi

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