Dopo un'annata ricca di grandi emozioni, arriva puntuale anche il pagellone del Mondiale MotoGP, dominato da Marc Marquez davanti a Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Ecco dunque i promossi e bocciati della stagione 2014:

Marc Marquez 10 e lode: stagione da incorniciare per il Cabroncito, che riscrive ogni record appartenuto a piloti del calibro di Freddie Spencer, Mike Hailwood e Mick Doohan, al quale ha appena rubato il record di vittorie in una stagione. Lui e la sua Honda sono sempre qualcosa di spettacolare da vedere in pista, per come guida e le traiettorie che inventa. Errori banali nel finale di stagione potevano costargli molto caro, ma il margine ampio gli ha garantito la sicurezza di chiudere i giochi anche per il secondo mondiale MotoGP. A 21 anni ha già 4 mondiali in bacheca…

Valentino Rossi 10: la miglior Yamaha per gran parte della stagione. Nell’anno della sua rinascita ottiene 2 vittorie, 1 pole e 13 podi. Non male per uno che ha 35 anni, ma si diverte ancora come un ragazzino nonostante avversari ben più giovani di lui. E’ forse l’unico che può impensierire seriamente Marc Marquez per il titolo 2015, a meno di clamorose sorprese.

Jorge Lorenzo 8: prime 2-3 gare da 4 (errori grossolani e tragicomici errori di assetto), il resto della stagione da 9 pieno con le due belle vittorie di Aragon e Motegi. Sbaglia la strategia a Valencia confidando nella pioggia che purtroppo non arriva, ma in compenso chiude terzo in campionato nonostante un avvio difficile. Sia lui che Rossi sono stati quelli in grado di impensierire Marquez durante la stagione.

Andrea Dovizioso ed Andrea Iannone 7,5: le migliori Ducati in pista per tutta la stagione. Il Dovi ha il merito di portare la Ducati il più delle volte a ridosso del podio, mentre Iannone sfiora la pole a Valencia e sforna delle ottime prestazioni in diverse gare. Con il posto da ufficiale nel 2015, Iannone avrà la grande occasione per dimostrare quanto vale.

Aleix Espargarò 7,5: di gran lunga il miglior pilota privato da due anni a questa parte, dove ha bastonato regolarmente sia Randy De Puniet (non esattamente il primo che passa per strada) e Colin Edwards. Regala al suo team la prima storica pole di una moto Open e anche il primo podio (Aragon), prima di venire abbattuto da Bradl (Australia) e Bautista (Malesia). La Suzuki ufficiale (Factory con concessione Open) è il giusto premio per un pilota talentuoso che ha lavorato tanto per meritarsi una moto ufficiale.

Dani Pedrosa 7: la gara di Barcellona poteva essere un crocevia importante per la sua stagione, ma ha finito per cambiarla in negativo: da lì fino a Brno non è più stato in grado di lottare seriamente per la vittoria. Brno poteva cambiare ancora la sua stagione, ma è sembrato essersi perso per strada dopo quella vittoria, sprofondando in una “crisi” importante dove non è mai riuscito a tenere il passo dei primi tre, ritrovandosi a lottare con le Ducati di Dovizioso e Iannone. Il 2015 deve essere l’anno della svolta per Dani, chiamato a dimostrare di essere degno membro dei Fab 4 o il suo posto in Honda HRC verrà preso da qualcun altro.

Cal Crutchlow 7: il suo voto è più per le ultime gare della stagione che per l'annata in sé, che altrimenti sarebbe da 5 pieno. Sembra svegliarsi solo nel finale di stagione quando per assurdo ha già l’accordo in mano con Cecchinello per il 2015 e regala alla Ducati il podio di Aragon, più belle e sfortunate prestazioni in Australia, Giappone e Malesia. Chiude dietro a Dovizioso battagliando con lui per la quarta posizione in gara, a conferma dei progressi fatti da Aragon.

Pol Espargarò 7: nella sua prima stagione da pilota MotoGP, le suona di brutto a Bradley Smith per quasi tutta la stagione dimostrando di che pasta è fatto dopo gli anni trascorsi in Moto2 contro Iannone, Marquez e tanti altri. Ha già trovato da subito il feeling con la sua Yamaha e nel 2015 ci si aspetta un salto di qualità dal minore dei fratelli Espargarò, in attesa di vedere anche il minore dei fratelli Marquez…

Scott Redding 7: se Aleix Espargarò è il miglior pilota Open, l’inglese è di gran lunga il miglior pilota su Honda Open. La moto è quello che è (ma non doveva essere vicina in termini di prestazioni alla RCV213 Factory?), ma Scott ci mette tutto il suo talento maturato negli anni per farla andare più veloce e stare nella top 10, cosa che non succede ai vari Hayden, Aoyama ed Abraham. Anche per lui la moto Factory è strameritata in un team che conosce benissimo e l’anno prossimo può far davvero bene.

Bradley Smith 6,5: stagione un po’ in ombra per l’inglese che vede il suo compagno di box, debuttante, andare più forte di lui in determinati tracciati. Si risveglia dal suo torpore nel finale di stagione, ma ormai i valori in seno al team Tech 3 sono ben definiti. Ci si aspettava un salto di qualità rispetto al 2013 ma si è visto ben poco per il pilota che è.

Hector Barbera 6,5: da Aragon è tutto un altro pilota rispetto a quello “ammirato” dal Qatar fino a quel punto, complice una moto imbarazzante, lentissima e sempre nelle ultime posizioni. Rimonta in sella ad una Ducati e la sua stagione cambia decisamente verso, riportandolo ai livelli 2011-2012 quando era una delle migliori Ducati in pista dopo gli ufficiali. Ci si aspetta da lui un 2015 in linea con il finale di stagione 2014.

Alvaro Bautista 6: stagione piuttosto opaca e quasi da dimenticare per lo spagnolo che non è riuscito a ripetere quanto ottenuto l’anno scorso in sella sempre alla Honda del team Gresini. Redding con una Open lo mette in difficoltà più volte e il buon Alvaro si ritrova spesso a dover partire dal Q1 delle qualifiche. Sarà una stagione di transizione per lui il 2015 in sella alla Aprilia, sperando in un 2016 che porti frutti.

Stefan Bradl 6: vale lo stesso discorso fatto per Alvaro Bautista. Anche per il tedesco stagione abbastanza sottotono rispetto al 2013, in cui aveva brillato per i risultati ottenuti. Anche per lui la stagione 2015 non sarà semplice per la nuova avventura con il team Forward, anche se la moto è già molto buona.

Nicky Hayden 5,5: ritornare in Honda (seppur Open) dopo le stagioni passate in Ducati richiede del tempo per ritrovare il feeling con una moto decisamente diversa dall’ultima Honda guidata. Ci si mette di mezzo pure l’infortunio al polso che gli fa saltare quattro gare e quando ritorna non riesce ad esprimersi al meglio. Che stia arrivando per lui la fase del declino o risalirà la china l’anno prossimo come Rossi?

Marco Pezzoni

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