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La Romagna è fonte dei talenti migliori che il motociclismo abbia mai avuto. Dalla gialla Tavullia di Valentino Rossi, passando per Forlimpopoli con Andrea Dovizioso, salendo nell’entroterra per trovare il ravennate Marco Melandri o l’imolese Loris Capirossi, resta chiaro che il manico per le due ruote ha radici che parlano romagnolo. In particolare a Rimini sono nati, in epoche diverse ma non troppo distanti, due grandi talenti del motociclismo: Mattia Pasini e Michael Ruben Rinaldi. Il primo è già famoso, il secondo lo sarà ancora di più in tempi brevi.

Michael nasce in un giovedì di dicembre del 1995, il 21 per l’esattezza, e da bravo abitante di Rimini la sua prima attenzione è stata per le minimoto. “Io sono un ragazzo di 20 anni romagnolo - raccontava al sottoscritto circa due anni fa Michael - che già da quando aveva 5 anni aveva deciso di fare il pilota. All’inizio la cosa è nata per gioco: un giorno passando davanti ad un benzinaio con mio padre ho visto una minimoto e, insistendo e piangendo, sono riuscito a farmela comprare. Ho girato per un po’ nei parcheggi e nelle strade di campagna fino poi ad arrivare alla pista, dove il percorso mi ha portato dal CIV 125 SP fino alla Stock 600 ed ora alla STK1000.

La sua storia lo vede quindi iniziare come tutti i bambini, con le ruote basse, per poi approdare a quelle alte prima nel Campionato Italiano Velocità e poi nelle competizioni internazionali, dove nel 2012 ha avuto modo di partecipare correndo in Moto3 per tre round in sella ad una Honda. Nel 2014 è stato ospite del San Carlo Team Italia in sella a Mahindra, ma è realmente esploso passando nelle derivate di serie e sfiorando il titolo Stock 600 nel 2015. Grazie a quel risultato, Rinaldi è stato preso in seno da Ducati ed affidato allo junior team della casa bolognese in Stock1000, dove ha usato il 2016 per apprendere tutto il possibile e tramutarlo, nel 2017, nel titolo iridato della categoria a cilindrata piena. Ora Michael sta lottando per avere una sella a tempo pieno nella top class delle derivate, e nonostante sia sfumato l’accordo col team Barni, per il momento gli è stata garantita una 1199 ufficiale per tutti i round europei proprio nell’Aruba Ducati Racing Team.

22 anni, un titolo prestigioso sulle spalle, una stagione difficile coronata con la laurea di campione Stock1000, e ancora non è finita. Direi che il LiveGp Award se lo merita ampiamente, voi non credete?

Alex Dibisceglia

 

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