Maria Herrera e Angeluss vanno insieme per fare la storia del motomondiale con un team totalmente femminile in Moto3. Tanti passi sono stati fatti per aprire lo sport a un numero sempre crescente di donne, ma questo è un vero e proprio statement per l’inclusione. È stata infatti avanzata la richiesta di una wildcard in occasione del gran premio di Aragona, il 18 settembre, per la Moto3. La pilota spagnola, da sempre esempio di donna nel motorsport, correrà col Angeluss MTA team. Maria Herrera, che al momento compete in MotoE con Aspar e con esperienza nel campionato Moto3, è stata da subito attirata da questo progetto 100% femminile ed è felice di poterne far parte.  

Tutto questo è stato reso possibile, grazie alla volontà della giovanissima e ambiziosa Aurara Angelucci, CEO di Angeluss. L'azienda di management ha l’obiettivo di portare giovani e talentuose ragazze nel motomondiale, non solo per correre, ma anche come meccanici, telemetriste e figure di supporto dei team. Ageluss al momento collabora attivamente con MTA, in Moto3, e RNF Racing in MotoGP. Pronta a fare la storia del motomondiale, ci ha concesso questa intervista.  

Maria Herrera wildcard con Angeluss MTA team Credit: motogp.com

Com’è nata la tua passione per i motori e il progetto Angeluss? 

Sono appassionata di motori, perché lo è mio padre. Lui che mi ha tramandato questa passione, andavamo insieme alle gare, eppure guardandomi intorno mi sono resa conto che non c’erano donne. La cosa mi ha stupito. Quando ho creato Angeluss, l’obiettivo era creare una compagnia di management per portare i piloti al mondiale. Ovviamente però ci siamo resi conto che si poteva fare qualcosa per accorciare il gender gap anche all’ interno dei team. La società è nata ufficialmente a gennaio, ma è da settembre che lavoro attivamente, contattando tutti i team e le persone che lavorano del paddock per creare i contatti e entrare nel motomondiale. 

Ed a questo punto è nata la collaborazione con il team MTA, di Alessandro Tonucci.  

MTA ha diversi team al momento, in diversi campionati compresi CIV e JuniorGP, oltre all’ attuale team di Moto3. Collaborare con loro è una grande opportunità per creare più spazi da dedicare alle donne.  

Invece per quanto riguarda RNF? 

RNF Racing dà un sostanziale supporto a livello sportivo. Infatti saranno proprio loro ad aiutarci per il test ad Aragon a fine agosto. I piloti stessi saranno anche coach durante questo test, prima della gara di settembre dove Maria Herrera prenderà parte come wildcard nel team 100% femminile.  

Maria Herrera è sempre stato un esempio di donna nel motorsport. Che risultati potrà ottenere ad Aragon? Come Angeluss e MTA stanno creando il team? 

Noi speriamo che possa fare il meglio possibile, se può arrivare al podio ancora meglio. Saremmo contenti [ride]. Per lei sarà importante lavorare sulla forma fisica perché al momento corre in MotoE, dove le moto sono molto più pesanti.  Per quanto riguarda il team, ci stiamo affidando a persone che hanno già esperienza passata nel motomondiale o che al momento sono già impegnate nella Junior Cup. Ovviamente le persone, che già lavorano al momento in MotoGp, non possono perché per regolamento non si possono fare più campionati.  

Questo è il primo passo, ma il gol finale è avere un team in MotoGP 100% al femminile. In che tempistiche ti aspetti che questo possa accadere. E cosa bisogna fare oggi per rendere questo possibile? 

Il percorso è lungo, difficile dare un tempo, ma sicuramente non è qualcosa che si può fare in un anno. O meglio, si potrebbe anche fare in un anno, ma arrivando sempre ultimi? Non è quello che vogliamo. Vogliamo arrivare in MotoGP per essere competitivi, per questo bisogna iniziare con le ragazze di 14-15 anni e aiutarle fin da subito a 360°. Il più grande limite per una donna pilota e sicuramente quello finanziario, già in famiglia. L'esempio che faccio sempre, tra un figlio maschio o femmina, i genitori tenderanno a sostenere di più un maschio nella carriera motociclistica. Un altro ostacolo e anche la preparazione.  

Oltre a portare le donne in pista o nel paddock cosa si potrebbe fare al di fuori del circuito? I social possono aiutare o darebbero parola anche alle persone che pensano che i motori sono assolutamente per gli uomini. 

I social possono aiutare. Anche i parerei contrastanti servono. L'obiettivo è quello di smentirli con i fatti. 

Per quanto riguarda la Women Cup. Fa discutere come progetto, perché se è vero che da un lato dà la possibilità di correre a più ragazze, dall’altro lato le rilega in un campionato con minore visibilità. Cosa ne pensi? 

Il motorsport deve essere inclusivo. Le donne devono lavorare con gli uomini per crescere e imparare. Io non sono tanto d’accordo, perché farle fare un campionato a parte alla fine le si esclude. La diversità è un vantaggio. Le donne vivono questo mondo e il paddock in maniera differente, questo porta anche i piloti maschi ad avere un approccio differente quando sono a contattano con più figure professionali femminili.  

Rebecca Sicali

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