C’è stato un tempo in cui la Sicilia era l’epicentro mondiale dei motori, quando tutto si fermava e si assisteva ‘A Cursa, narrata da Francesco Terracina nel suo libro “Targa Florio: Le Madonie e la gara più bella”. Edito da Laterza, l’opera è un omaggio alla Sicilia e alla passione di Vincenzo Florio verso i motori e la modernità. Infatti, il vulcanico ideatore della corsa, che è stata per diversi anni la più celebre al mondo, con la sua fervida immaginazione e lungimiranza ha portato nell’era moderna la sua amata isola.

Targa Florio: la gara per antonomasia

Sulla Targa Florio sono state scritte pagine indelebili che resteranno per sempre negli annali e soprattutto nel cuore delle persone. Sulle Madonie, come abilmente raccontato da Terracina, si sono avvicendati i più grandi piloti di tutti i tempi, da Nuvolari a Merzario passando per Fangio e Moss. Il fascino di sfrecciare fra le case dei paesini siciliani, o di fare il pelo ai muretti, era irresistibile per il motorismo verace e duro dell’epoca.

Tornanti impervi, pericolose strade che salivano dalla collina alla montagna, velocità impressionanti, e crinali da brivido: questa era la Targa Florio. Una corsa che ha segnato il destino sia dei piloti, ma soprattutto degli abitanti che sono stati letteralmente rapiti dalla passione per le auto e la velocità. Ogni siciliano ha il suo personale ricordo della mitica gara con un aneddoto curioso e interessante da raccontare che, puntualmente, Terracina ha raccolto nel suo libro.

Targa Florio: non solo una gara ma una voglia di riscatto

La gara fu ideata e realizzata dal giovanissimo Vincenzo Florio, rampollo di una dinastia di armatori e industriali. L’idea visionaria, e per alcuni folle, ebbe talmente tanto successo da attirare dapprima i piloti di tutta Europa e poi di tutto il mondo. Non solo spiaggia e coste meravigliose, la gara fece scoprire l’aspro e montuoso entroterra siciliano.

Un territorio ancora legato fortemente all’agricoltura e alla pastorizia che si trovò catapultato, nel giro di pochi anni, sotto i riflettori dell’automobilismo che conta e anche sui rotocalchi mondani. Una vera e propria festa di paese per gli abitanti e i numerosi turisti che si affollavano nel “classico” mese di maggio. La Targa Florio non è stata semplicemente una gara ma la scintilla che ha portato la Sicilia nella piena rivoluzione industriale.

Ciò che resta di una corsa memorabile

Dalle stelle alle stalle. La Targa Florio ha fatto anche da preludio all’industrializzazione forzata di una zona naturale che andava preservata per la sua bellezza e biodiversità. Purtroppo in più occasioni, come amaramente narrato da Terracina, i siciliani non sono riusciti a valorizzare le proprie risorse. Troppo ammaliati da sirene di imprenditori senza scrupoli e ricavi facili, tanto da dilapidare il patrimonio culturale e naturale della Sicilia. Un libro che a primo acchito sembra narrare della magica epopea de ‘A Cursa. Ma ad un’attenta e approfondita lettura, lascia con l’amaro in bocca per ciò che è stato e che, purtroppo, le vicissitudini e le avversità hanno cancellato. Fortunatamente la Targa è diventata una vera e propria leggenda, tramandata di generazione in generazione, e che Terracina ha saputo raccogliere. “Targa Florio: Le Madonie e la gara più bella” scritto da Francesco Terracina e realizzato da Editori Laterza, consta di 136 pagine. E' disponibile in tutte le librerie e store digitali al prezzo di 14,00€.

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Michele Montesano