Una passione per le due ruote, la sua, che parte sin dalla tenera età: il padre, proprietario di una concessionaria, all’età di 4 anni lo mette in sella alla moto del fratello maggiore Emilio. Da quel momento è amore a prima vista. Da lì alla prima minimoto il passo è breve, così come è breve il tempo che impiega Alessandro per arrivare a quelle prime vittorie che lo porteranno al Campionato Italiano Minimoto. Cresciuto velocemente di stazza, decide di partecipare alla Coppa Italia su Kawasaki ZX 250, ottenendo 3 podi ed una vittoria al Mugello. A fine stagione prova quasi per scherzo la Kawasaki ZX 600 dell’amico Cristian: la moto ha già qualche anno, ma lei e Alessandro si trovano a meraviglia. Decide di partecipare al Trofeo d’Inverno a Binetto usandolo come test per capire il grado di competitività a bordo di moto di grossa cilindrata, guidata pur sempre da un 13enne. Alessandro il sabato farà la pole e la domenica vincerà la gara davanti a un pubblico attonito: quel ragazzo aveva appena dato la paga a piloti ben più esperti e moto ben più performanti. Con il risultato appena ottenuto la famiglia decide di iscrivere Alessandro al CIV. Questo implicherà per tutta la famiglia Nocco un notevole sforzo, perché partecipare al campionato italiano vuol dire girare, salvo Vallelunga, tutto il nord d’Italia, e per Alessandro (che proviene dal Salento) non si sarebbe trattato certo di una scampagnata.

Il piccolo di casa ripagherà gli sforzi con una bellissima stagione conclusa al 5° posto, primo tra i debuttanti, culminata con una vittoria al Mugello. Tutti i piloti arrivati davanti a lui hanno infatti 3 o 4 anni in più di età e hanno corso almeno una stagione in più nella stessa categoria. Il 2013 è l’anno della consacrazione del pilota salentino: le 4 vittorie conseguite nel Campionato Europeo Superstock lo portano al 2° posto dietro solo ad un certo Franco Morbidelli, promesso sposo al Team Italtrans in Moto2. Le sirene delle Moto2 suoneranno anche per Alessandro: Luca Boscoscuro lo vuole come compagno di Sam Lowes.

La carriera del giovane Nocco sta avendo una crescita verticale, ma nel momento più importante avviene quello che non sarebbe dovuto accadere: salta lo sponsor principale e Alessandro rimane a piedi. Questo per lui è un brutto colpo, ma per sua fortuna i soccorsi arrivano dal Team Italia che non può vedere tutto quel talento seduto...su una sedia. Si trova una soluzione insieme a Puccetti: viene adibita un’ulteriore moto per far gareggiare Alessandro nelle tappe europee del Mondiale Supersport. E’ una stagione di alti e bassi, ma sul finire della stagione riesce a firmare un contratto con Honda Lorini, team di spicco nella realtà Supersport. Con loro parteciperà solo ai test invernali, poiché una brutta caduta mette ko per tutta la stagione il ginocchio del talento salentino.

Quest’anno lontano dalle corse, sommato alla situazione di ripiego creatasi nel team Puccetti, mette Nocco un po’ ai margini delle furiose trattative del mercato piloti, e non essendo lui un pilota che porta in dote al team ospitante una valigia di soldi, decide di sfruttare le varie occasioni che si sarebbero create nel corso della stagione 2016, salendo e scendendo da una moto all’altra. Quest’anno ha potuto guidare tante moto diverse e vedere tante realtà differenti: chiediamo direttamente a lui come è andato l’ultimo anno trascorso.

Alessandro, nel 2016 non ti sei di certo annoiato: come valuti la stagione da poco conclusa e quale delle tante esperienze ti ha colpito di più?

Il 2016 è stato un anno sicuramente movimentato, ho avuto modo di stare in sella a moto molto diverse fra loro e sicuramente il divertimento non è mancato. Il cambiare spesso team e categoria mi ha reso sicuramente un pilota più smaliziato e scafato, non nego però che sia stato difficile per me adattarmi rapidamente ogni volta alle varie moto. Sicuramente quella che mi ha colpito di più è stata la Superstock 1000: la moto sembra voglia strapparti il manubrio dalle mani. Nelle tre gare a cui ho partecipato però mi sono sempre trovato meglio ed a Jerez sono stato molto vicino ai più veloci. La Moto2 come esperienza è stata la più elettrizzante: il Motomondiale ha un fascino incredibile, peccato solo per il meteo che non ci ha dato una mano.

In quali aree hai capito di essere forte e in quali devi migliorare?

Non riesco a dire con vera precisione dove posso essere più o meno forte, ascolto molto il telemetrista e cerco di adattarmi alle esigenze della moto. Diciamo che dopo quest’anno ho migliorato la velocità e capacità d’adattamento , cercando di esaltare i punti forti della moto e sopperire agli eventuali punti nevralgici.

Sei ancora molto giovane ma hai già una lunga carriera: quali sono stati i momenti migliori e quelli peggiori?

Nella mia carriera ci sono stati tanti i momenti belli, ma anche quelli brutti ovviamente non sono mancati: nel 2015 per colpa di un infortunio al ginocchio durante i test invernali SuperSport col team Lorini sono stato molto tempo lontano dalla moto. Credimi, per un pilota non c’è cosa peggiore. Un bel periodo ricco di soddisfazioni fu invece il 2013, all’Europeo SuperStock: mi sono divertito tantissimo e ho stretto un bel legame con il mio compagno di squadra Franco Morbidelli. Mi sono goduto al massimo anche il podio che ho fatto nell’unica gara al CIV, corsa con la Supersport: dopo tanto tempo è stato bello tornare sul punto più alto.

In quale categoria ti vedremo l’anno prossimo? Sceglierai quella che ti si addirà di più o semplicemente quella con...il numero 8 disponibile?

L'anno prossimo non so ancora con sicurezza dove correrò, ovviamente cercherò ogni stratagemma per avere il numero 8, il mio numero di gara di sempre. Comunque non ho preferenze, a me piace stare in moto, guidare e divertirmi, su quale sella poco importa...

Cosa dici di Bulega, che nel caso vincesse più di una gara nel 2017 si farà i capelli a zero? Potrebbe essere un bel fioretto anche per te!

Assolutamente no...i capelli sono la mia forza, guai a chi li tocca! Poi magari rischio di fare la fine di Sansone, non si sa mai!

Andrea Rocca

 

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