La NTT IndyCar Series ha messo in stand-by il programma di implementazione dei nuovi motori V6 2.4 a partire dalla stagione 2024. La categoria ha comunicato che nessuna modifica verrà portata dunque relativamente alla componente termica, affiancata comunque da un nuovo sistema di recupero dell’energia cinetica.

Sì all’ibrido, ma restano le cilindrate attuali

La decisione di effettuare una marcia indietro così significativa rispetto ai piani previsti in precedenza non è certo arrivata come un fulmine a ciel sereno. Sono stati tanti i fattori che hanno contribuito a questa decisione, che rappresenta comunque una brusca frenata ai piani messi in atto dallo staff di Jay Frye per far crescere sempre di più la IndyCar Series.

Una prima battuta d’arresto si era avuta, in realtà, già un anno fa, quando il programma venne ritardato di una stagione. I nuovi propulsori, infatti, completi di componente ibrida, avrebbero dovuto fare il loro debutto in pista già nel 2023. La crisi globale post-pandemia, insieme ad altre valutazioni, avevano consigliato al board della categoria di procrastinare la durata degli attuali 2.2 biturbo, utilizzati ormai dal 2012.

In ottobre, poi, erano previste alcune giornate di test a fine stagione. A questa sessione, però, si è presentata solo Honda con il suo Performance Development team, mentre di Chevrolet non si è vista nessuna traccia. A questo punto, la decisione era inevitabile. Il programma è stato messo in pausa, anche se a questo punto è difficile cercare di capire quando veramente vedremo i nuovi motori in pista.

Continua il percorso verso una maggiore sostenibilità

“Abbiamo fatto tanta strada nel campo dell’ibrido, e abbiamo osservato molti progressi nei nostri prototipi”, ha dichiarato il boss HPD David Salters. “Abbiamo però bisogno di ulteriore tempo per continuare a sviluppare ed arrivare in pista con un prodotto competitivo. Siamo molto soddisfatti di continuare a collaborare con IndyCar, Chevrolet e Illmor”. Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda sono le parole che arrivano dalla casa di Detroit.

La categoria comunque ha voluto sottolineare come l’impegno verso una maggiore sostenibilità continui con sempre maggiori risultati. Già a partire dal 2023, infatti, saranno utilizzati carburanti ricavati da fonti 100% rinnovabili per le vetture in pista e per tutti i mezzi dell’organizzazione. La componente ibrida, fornita da Mahle, verrà implementata a fianco degli attuali 2.2 V6, che restano comunque una garanzia in quanto a consistenza e affidabilità.

“Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto finora e del lavoro che stiamo impostando. La componente ibrida a partire dal 2024 porterà ancora più azione in pista, oltre ad un significativo incremento delle prestazioni”, ha dichiarato il CEO IndyCar Jay Frye.

Dovremo dunque attendere per vedere all’opera i nuovi motori 2.4 in America, ma le parole dei diretti interessati lasciano aperte, comunque, tante porte per il futuro della categoria.

Nicola Saglia