Per il secondo anno consecutivo il team Chip Ganassi Racing ha portato a casa il titolo Indycar, questa volta grazie al nuovo arrivato Alex Palou. La scorsa stagione era stato Scott Dixon ad aggiudicarsi la mitica Astor Cup; quello conquistato dallo spagnolo è il quattordicesimo trionfo per il team con sede a Indianapolis. Un bottino pesante, che ne fa una delle squadre più vincenti dell’universo americano, seconda solo a Penske e Newman-Haas.

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Una storia di successi, iniziata anche grazie ad Alex Zanardi

The Right Stuff è un bellissimo romanzo di Tom Wolfe (orrendamente reso in italiano con il titolo Uomini Veri), in cui vengono raccontate le prime fasi delle esplorazioni spaziali. In particolare, si concentra su come gli ufficiali ricercassero nei piloti collaudatori la stoffa giusta per essere i primi ad andare nello spazio, trovandola in personaggi leggendari come Chuck Yeager, Alan Shepard e John Glenn.

Traslando tutto al motorsport, possiamo tranquillamente indicare il team Ganassi come il detentore di quella stoffa da vincente, necessaria per primeggiare in questo ambito. I numeri parlano chiaro: dal debutto nel 1990, sono ben quattordici i titoli messi in bacheca. Le prime sei stagioni sono difficili, ma poi, anche grazie al coraggio del patron Chip, arriva la svolta, con l’ingaggio di due giovani promettenti: il californiano Jimmy Vasser e il bolognese Alex Zanardi.

Da qui parte la strada che porta fino a Long Beach, in questa fine di settembre 2021. Una catena di successi strepitosa; quattro anni, quattro titoli, con Vasser (1996), Zanardi (1997 e 1998) e Montoya (1999), quest’ultimo poi protagonista in F.1 alla Williams. In seguito, inizia l’epopea del duo Dixon-Franchitti, con l’australiano sei volte campione; inutile nasconderlo, il team Ganassi è una vera e propria fucina di talenti.

Mentalità vincente: questo il valore aggiunto

La vittoria di Palou ha acceso i riflettori su quello che è il vero valore aggiunto della squadra: la mentalità. Nell’anno in cui il faro illuminante, cioè Scott Dixon, è un po’ mancato sotto l’aspetto dei risultati, era facile perdere la direzione e lasciare campo libero agli agguerritissimi avversari. Se questo non è successo, è sicuramente grazie alla classe cristallina e alla continuità dello spagnolo, ma anche ad un’organizzazione che ha solo un obiettivo: la vittoria.

Dal 1995 ad oggi, il team Ganassi è praticamente sempre stato al top nella categoria Indycar; con risultati alterni, certo, ma senza mai sprofondare in abissi in cui spesso vediamo sparire squadre blasonate anche in F.1 (ogni riferimento a Ferrari è puramente voluto!). Chip, il fondatore, nel corso degli anni ha saputo costruire un gruppo di lavoro unito, capace di rispondere alle difficoltà e di non crogiolarsi sugli allori negli anni più felici. Esempio più fulgido di questa mentalità è sicuramente Mike Hull, numero 2 del team e vero e proprio deus ex machina delle attività in pista, con un’esperienza nel motorsport da far impallidire diversi colleghi.

La stagione 2021 ha messo in luce tutte queste caratteristiche; dalla vittoria di Barber, passando per la quasi vittoria alla Indy 500 e il botto di Madison, fino alla gioia finale sullo Shoreline Drive. Palou è stato sempre lì, a lottare anche quando sembrava dura, sostenuto da una squadra solida e pressoché perfetta. D’altronde, se in questi anni Chip ha potuto estendere i suoi interessi a Nascar, IMSA e WEC con la 24 Ore di Le Mans, il motivo è uno solo: un gruppo fortissimo!

Complimenti a tutto il team Ganassi, dunque, per un’altra stagione al top. E un bravo ad Alex Palou, vincitore al secondo anno in una categoria tutt’altro che facile come la Indycar. Ora un po’ di meritato riposo, prima di tuffarsi nel 2022!

Nicola Saglia