L'edizione 2021 della 500 Miglia di Indianapolis porta via con sé il consueto carico di emozioni, derivanti da una sfida incredibile che ha regalato la corsa più veloce di sempre ad oltre 306 km/h di media. Ma oltre alla componente sportiva, impreziosita da un acceso duello generazionale e dal successo finale del 46enne Castroneves, la sfida nel catino dell'Indiana ha regalato un altro aspetto assai importante: quello del ritorno del pubblico sugli spalti, nella sua consueta veste di componente fondamentale e irrinunciabile del motorsport.

UN CONNUBIO INDISSOLUBILE

A quasi un anno di distanza dalla sfida andata in scena con le tribune desolatamente vuote, l'Indy 500 svoltasi ieri ha rappresentato l'edizione della rinascita. Il magnifico colpo d'occhio, regalato dal consueto bagno di folla presente sull'ovale più celebre al mondo, ha contribuito a restituire alla gara americano il suo fascino unico ed irresistibile. Il tutto restituendo anche il suo carico di riti, tradizioni e momenti che hanno contribuito ad alimentarne la leggenda nel corso degli anni.

Il boato del pubblico di Indianapolis al via, l'entusiasmo tangibile nel poter ammirare il gruppone di vetture sfrecciare a circa 230 miglia orarie, l'applauso finale al vincitore e ai vinti. Questo e molto altro ha rappresentato la cornice della gara più emozionante al mondo. In un rituale che si ripete da decenni, ma che non riserva mai un copione già scritto. E, molto probabilmente, mai come quest'anno la presenza del pubblico ha ricoperto un ruolo fondamentale e altamente simbolico. Con le ferite portate dalla pandemia ancora ben vive nella memoria collettiva.

SEGNALE DI RINASCITA

E allora, ben vengano gli amanti dei motori, gli autodromi aperti, il rapporto indissolubile che lega lo sportivo al tifoso. In un filo invisibile che anima qualsiasi competizione sportiva, qualsiasi sfida in grado di emozionare e coinvolgere.

Il pubblico di Indianapolis come segnale di rinascita, di ottimismo e fiducia. Nell'auspicio che sia stata soltanto la prima delle grandi competizioni internazionali in cui i fans possano tornare a recitare un ruolo da protagonisti. Perché, alla fine, è tutta una questione di emozioni da vivere e raccontare. Esattamente come il motorsport. E, probabilmente, come la stessa vita.

Marco Privitera