Il pilota che andiamo a presentarvi questa settimana sulla rubrica "I miti del motociclismo" è per certi versi il più misterioso della storia, quello sul quale ancora oggi aleggiano voci e punti di domanda: si tratta di Freddie Spencer, o meglio "Fast Spencer", come venne soprannominato negli anni '80. Freddie Spencer nasce il 20 dicembre 1961 a Shreveport (Louisiana) e inizia la sua avventura in moto a 5 anni con le fuoristrada, che guida fino ai 10 anni riuscendo a vincere 10 Campionati tra Short Track e Dirt Track, dimostrando così il suo talento.

Dopo queste prime esperienze passa ai campionati velocità in pista e già dal primo approccio, a Dallas su una 250, si appassiona a queste moto sulle quali inizia a dominare, tanto che nel 1978 vince tutte le gare in 250 del Campionato AMA classe "Novice" e l'impresa viene quasi replicata l'anno successivo, quando in classe "Expert" vince tutte le gare, eccetto una che chiude in seconda posizione.

Nel 1980 Spencer debutta nel Campionato del Mondo con la Yamaha, oltre a disputare con la stessa le Transatlantic Match Races sulle 750, mentre corre il Campionato Superbike americano sulla Honda; l'anno successivo disputa il Mondiale con la Honda NR 500 a pistoni ovali senza riuscire a giungere a risultati importanti (la Honda lo usava per portare avanti lo sviluppo della moto, il primo esperimento di una quattro tempi).

Nel 1982, sempre sulla Honda, guida una moto a due tempi, la NS 500 e con quella arrivano i primi risultati importanti, tra i quali due vittorie in Belgio e a San Marino che gli consentono di chiudere la stagione al terzo posto in classifica; il punto fondamentale però riguarda il suo approccio alle 500, che fino a quel momento venivano guidate come 250: Spencer inventa uno stile diverso, particolare per l'epoca ma utile anche per i piloti attuali, con il quale l'americano curva prima degli altri e apre prima il gas per percorrere meno strada. Una vera rivoluzione. "Sembrava seguisse traiettorie solo sue. Che vedeva solo lui" dirà anni dopo Lucchinelli, che lo sfidò in pista.

Il primo titolo in 500 arriva nel 1983 a seguito di storici duelli tra lui e Kenny Roberts che portano a decidere il vincitore all'ultima gara; mentre l'anno successivo, complici vari incidenti, chiuderà la stagione in quarta posizione.

L'impresa vera e propria, che ha consacrato Spencer nell'Olimpo dei grandi, è stata la stagione 1985: l'americano corre in 250 e 500 vincendo entrambi i Campionati, sottoponendosi ad uno stress fisico e psicologico senza paragoni; il pilota prende parte a prove, warm up e gare in entrambe le competizioni, senza soste, tornando in sella quando gli altri vanno a riposarsi nei box.

Non soddisfatto, nel 1985 gareggia anche nella 200 Daytona nelle tre categorie, portando a casa i tre titoli (F1, 250 e Superbike) per un'impresa senza eguali a coronare una stagione straordinaria.

Dal 1986 inizia la discesa di Spencer, dalla quale non sarebbe mai risalito.  Ad inizio campionato in Spagna ottiene la pole position e parte come un razzo, ma a pochi giri dal termine della corsa torna ai box, senza un'apparente motivo o una spiegazione; la stessa cosa accade altre volte anche negli anni successivi, fino al ritiro nel 1989, anche se nel 1993 prende parte a tre gare sulla Yamaha per dare l'addio alle corse.

Spencer è rimasto nel ricordo degli appassionati anche per il suo particolare carattere: molti lo paragonano ad un robot per la sua capacità di gestire fatica e stress, oltre alla sua convinzione di avere poteri particolari, come la super vista (infatti, l'americano affermava di saper distinguere i volti dei passeggeri di una treno in movimento quando si trovava al passaggio a livello); oppure per il suo credo religioso fortemente restrittivo, che ad esempio non tollerava i rapporti pre-matrimoniali, nonostante la bellissima fidanzata che lo accompagnava nel paddock.

Oggi lo si vede qualche volta in pista: come nel 2013, quando ha partecipato alle 200 Miglia Revival di Imola ed anche come ospite durante eventi di MotoGP, come in occasione dell'incontro con Marc Marquez nel 2014, dopo che lo spagnolo aveva appena battuto il suo record come pilota più giovane a vincere nella classe regina.

Alice Lettieri