Questa settimana la consueta rubrica de "I miti del motociclismo" torna per raccontarvi la carriera di un pilota italiano, famoso per i suoi successi, per il suo grave incidente e per il ruolo prestigioso che riveste attualmente nel motociclismo. Stiamo parlando di Franco Uncini. Nato a Civitanova Marche il 9 marzo 1955, inizia la carriera sulle due ruote in età giovanile, quando disputa le prime gare in 750. Nel 1974 vince la Coppa Campidoglio in sella alla Laverda 750 SFC. Il centauro marchigiano, in quel periodo, conquista anche il Campionato Nazionale sulla Ducati.

Nel 1976 passa alla Yamaha, entrando ufficialmente nel Motomondiale, sia in classe 250 che in 350. In quegli anni, infatti, era usuale per i piloti partecipare contemporaneamente a diverse categorie nella stessa stagione.

Nel 1977 cambia sella per salire sulla Harley-Davidson e con la casa statunitense vince due Gran Premi in 250, chiudendo l'annata al secondo posto. Nonostante l'esperienza accumulata negli anni, nel 1978 torna in Yamaha senza però riuscire a replicare la stagione precedente. Per Uncini, questo, è anche l'ultimo anno nella classe minore del Motomondiale. Dal 1979 entra nella classe regina in sella alla Suzuki, con un team da lui fondato. Le prime due stagioni in 500 aumentano il prestigio del pilota italiano, che chiude rispettivamente al quinto e al quarto posto, salendo spesso su podio.

Nel 1981 non è fortunato, visti i numerosi incidenti che lo vedono protagonista. A seguito degli infortuni, sono il Dottor Costa e i medici della Clinica Mobile a rimetterlo in sesto in vista della gare successive. Il vero salto di qualità Uncini lo compie però nel 1982, quando la Suzuki lo vede come pilota su cui puntare. Lui ripaga la fiducia del team giapponese, laureandosi Campione del Mondo 500, andando a podio sette volte.

Il 1983 è un anno che Uncini e gli appassionati non potranno mai scordare. A metà stagione, sulla pista olandese di Assen, il pilota di Civitanova Marche cade e viene colpito dalla moto di Wayne Gardner. Un urto violento, un incidente che lo manda in coma per cinque giorni e che gli provoca gravi lesioni alla testa. Grazie all'operato della Clinica Mobile e a una gran dose di fortuna, Uncini riesce a sopravvivere e col tempo torna anche in sella alla moto. Corre per altre sue stagioni, senza però tornare ai livelli precedenti. Al termine della stagione 1985 decide di ritirarsi.

Nel 1993 torna nel Motomondiale come rappresentante dei piloti, per quel che concerne la sicurezza, e nel 2003, a seguito del pensionamento di Claude Denis, diventa Responsabile della Federazione e Ispettore dei circuiti per conto della IRTA. Una vita trascorsa sui circuiti, quella di Uncini, prima come pilota e oggi con un ruolo di prestigio e di grande responsabilità. Un compito portato avanti con molta professionalità, perchè da ex-pilota conosce cosa voglia dire stare in sella, ma soprattutto il significato della parola sicurezza. Una componente fondamentale di questo sport.

Alice Lettieri