Dopo due anni di sfida Ferrari vs Mercedes, Lamborghini entra ufficialmente come costruttore nel GT World Challenge globale. Questa speciale classifica, indetta da SRO nel 2018, raccoglie i risultati raccolti nei GT World Challenge regionali (Europe, Asia ed America) e nell'Intercontinental GT Challenge Powered by Pirelli.

Il calendario prevede la bellezza di 18 prove, dal 12 luglio presso il Virginia International Raceway al 6 dicembre presso il Sepang International Circuit. Dal secondo atto del campionato in Virginia, la prima prova è già stata disputata in quel del COTA lo scorso marzo, anche Lamborghini segnerà punti per questa speciale graduatoria. I punti, lo ricordiamo, vengono sommati in base alla miglior auto, per marca, al traguardo di ciascuna classe. Ovviamente è previsto un punteggio diverso per le corse endurance e per le gare sprint.

Lamborghini è il primo costruttore che dopo due anno dalla nascita di questo 'campionato' raggiunge Ferrari e Mercedes. Un dato molto interessante che potrebbe aprire, per il futuro, le porte a nuove case, pronte a sfidarsi come accade nell'Intercontinental GT Challenge, la classifica "globale" del GT World Challenge.

GT World Challenge: Europa ok, resto del mondo no

I tre costruttori si sfideranno in 18 eventi non concomitanti durante tutto l'anno. L'Europa con il GT World Challenge Europe, nato nel 2019 con le sole prove Sprint, comprende ora anche tutte le corse di durata e gli impegni nell'IGTC (esclusa la 12h di Bathurst, che già è stata corsa, e la 10H di Suzuka, che è stata annullata). Se il livello di quest'ultima realtà e del nostro GTWC sono ormai una consolidata vetrina per le case ed i piloti di tutto il mondo, un esempio da invidiare, in Asia e sopratutto in USA la richiesta è molto minore.

In Asia il monopolio delle corse GT è riservato al Super GT. Una presenza ingombrante che mette il GT World Challenge orientale un po' in ombra. Nonostante questo la griglia è abbastanza folta anche se i nomi grossi mancano all'appello.

Il GT World Challenge più in difficoltà è quello statunitense. L'ex Pirelli World Challenge, ha avuto un primo anno di crisi nel 2019, prima di finire nel buio più profondo per l'edizione in corso. Al COTA (Texas), primo round della stagione, vi erano infatti solo 13 auto. Un numero non sufficiente se pensiamo alle 20 ed oltre che sono rappresentate nel GT WCE nella sola Sprint Cup. In America anche il format non aiuta. Se in Asia e nel Vecchio Continente le prove sprint sono da 1h, oltre l'Atlantico sono presenti delle gare di 90 minuti, obiettivamente troppe per 13 auto iscritte.

GTWC USA, un problema chiamato IMSA

Il problema del GTWC America è rappresentato dell'IMSA WeatherTech SportsCar Championship (WTSC). L'importantissima serie riservata alle GT ed ai prototipi dell'International Motor Sport Association, oscura completamente il campionato di SRO. Ricordiamo infatti che, nell'IMSA, corrono le GT3 (GTD), la stessa classe che dovrebbe riempire lo schieramento del GT WC a stelle e striscie.

Nei scorsi giorni Stéphane Rathel, boss del promoter SRO, ha sollevato un problema legato ai calendari ed alla 8h di Indianapolis. Dopo due fallimentari edizioni della 8h di Laguna Seca, l'Intercontiental GT Challenge ha deciso di virare nello Stato dell'Indiana per il suo evento, consapevole del fatto che Indianapolis non è un tracciato toccato da IMSA.

L'emergenza sanitaria ha però portato gli organizzatori del WTSC ad inserire, nello stesso fine settimana della 8h, l'importante 6h di Watkins Glen. Il terzo round della Michelin Endurance Cup, mini serie di durata che è parte integrante del WTSC, toglie quasi completamente visibilità all'evento di SRO che, nella speranza di accogliere il maggior numero di pubblico possibile, svolgerà la corsa nello stesso week-end del GP di Indianapolis dell'IndyCar Series.

Ci auguriamo che in futuro anche il GTWC Asia ed America possano salire di livello e raggiungere, o quantomeno avvicinare, la bellezza della serie europea.

Luca Pellegrini