La prima volta della Formula E con un E-Prix a Monaco, sul tracciato più famoso del mondo nella sua interezza, è un salto di qualità per la categoria, segnale di maturità e di svolta.

E' ancora vivo il ricordo di due settimane fa, quando a Valencia, lo spettacolo della Formula E non fu...indimenticabile. La classe elettrica ci riprova e rilancia in questo weekend su un tracciato che non passa inosservato. Montecarlo, full circuit. Lo stesso della Formula 1, per la prima volta e per restare. Un passo avanti simbolico per una classe del motorsport partita in sordina, ma cresciuta costantemente nelle sue sette stagioni di vita. Con un occhio al futuro fra luci ed ombre. Weekend delle prime volte, così come per chi, abituato alla dimensione globale, pomposa, travolgente della F1 decide di provare qualche cosa di nuovo.

Il mondo più piccolo

L'aggettivo è, in questo caso, un complimento. Come sentirsi a casa, senza esserci mai stato. Questa la prima sensazione dalla pista; una pista che conosco, vissuta varie volte in un'altra vita, quella prima della pandemia. Lo scenario è diverso, vuoto, manca qualcosa. Persino povero, che fa ridere a dirsi in un posto così. Ma la mancanza del pubblico, quello che preme, si accalca, sogna e vuole entrare si sente. Quello che normalmente infastidisce per il numero e il baccano da bazar, in realtà si fa desiderare. E chi l'avrebbe detto.

Tra presente e futuro

Dal presente, qui a Montecarlo, al futuro del 2022, che dovrebbe vedere la Formula E sbarcare in Africa, a Città del Capo in febbraio. Pare che la firma del contratto sia molto vicina, se non già avvenuta proprio qui a Montecarlo, peraltro. Un'espansione che getterebbe comunque le basi per una prossima stagione di vero rilancio. Con le date di Jakarta, Seoul e della Cina, più il recupero delle gare europee saltate causa Covid-19 si prospetta sulla carta una stagione molto ben strutturata. E l'interesse per la formula elettrica si allarga: paiono infatti concreti gli interessamenti anche di Vancouver e si torna a parlare con insistenza di una gara in Australia.

Tutti a casa

Pure se con brevi apparizioni e carriere non sfolgoranti i piloti della Formula E sono quasi tutti ex F1, dunque molti di loro vivono a Montecarlo. Conoscono le strade di casa, conoscono la pista. Vandoorne, per esempio, vi ha vinto in GP2 e molti di loro ci hanno corso in altre categorie. L'emozione di correre su questo circuito comunque si legge sul volto di tutti. Pure sotto la mascherina si intravede la voglia mista al rispetto per il leggendario serpente d'asfalto ideato da Anthony Noges. Non fosse per una piccola modifica alla chicane del porto, sarebbe proprio uguale alla F1, ma il concetto è lo stesso. E' una prima volta e quelle, si sa, non si dimenticano mai. E pazienza il fanboost e l'attack mode. Favorita anche qui la Mercedes? Può darsi, ma pista e gare sono pazze perciò...è come nel totocalcio:1, X, 2.

No party

Dimenticati i party sugli yacht a bordo pista, la festa quest'anno è sottotono. Ma per quanto la cornice sia ridotta al minimo, il piacere di una passeggiata nella pit lane più famosa del mondo resta inalterato. Mondo nuovo, facce nuove, ma nuovo spirito. Quello di una novità ormai cresciuta e matura, pronta al grande salto, ma ancora teenager. Ritmi e modalità tipici della solita Monaco, posti, rituali, scorci. Il traffico e i parcheggi. Il sole, il vento e lo splendido panorama. Che in fondo basta poco di questi tempi per essere felici.

da Montecarlo - Stefano De Nicolo'

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