I recenti annunci di ritiro a fine stagione da parte di Audi e BMW hanno sorpreso non poco il mondo della Formula E, sollevando qualche dubbio in merito all'attuale stato di salute della categoria: queste defezioni devono suonare come un campanello di allarme?

Mercedes rimane... per ora

In merito alla doppia uscita di scena e alla nostra domanda, viene in aiuto un'intervista di Toto Wolff, boss di Mercedes motorsport, rilasciata ad autosport.com.

Tra le dichiarazioni si legge: "Penso che la Formula E sia in una posizione forte nella sua nicchia e da lì possa sicuramente crescere. Noi rimaniamo impegnati fintanto che il quadro per regolamenti futuri, regolamenti finanziari e regolamenti tecnici rimarrà attraente per Mercedes. Penso che l'uscita di BMW non significhi che Andretti se ne vada e che l'uscita dell'Audi non significhi che l'entry del team se ne vada anch'essa. Abbiamo recepito il messaggio, impareremo le lezioni e ripartiremo più forti da qui."

L'interesse delle Case

Scomponendo a ritroso le parole di Wolff, partiamo dalla parte relativa all'uscita di Audi e BMW che non dovrebbe lasciare scoperte le entry in campionato.

Per la stagione alle porte, in griglia troveremo ventiquattro monoposto. A conti fatti, abbiamo quattro vetture in più rispetto ad un GP di Formula 1 e molte più Case impegnate in prima persona. Da una parte possiamo pensare alla fuoriuscita di qualche nome grosso come qualcosa di endemico sul medio termine nella storia di una Serie.

Per quanto visto superficialmente fino ad oggi, una certa vivacità degli sponsor nei confronti della categoria e i costi di gestione relativamente limitati possono fare da calamita verso nuove entità, siano esse Case, "assemblatori" o altri tipi di infrastruttura.

Secondo i bene informati, Case come Hyundai e KIA sarebbero interessate all'ingresso nella Serie, tuttavia alle intenzioni devono corrispondere i fatti. Ora come ora, all'orizzonte non ci sono programmi. Quindi l'unica certezza rimane l'uscita di due Case con la fine del prossimo campionato.

Fintanto che il quadro rimarrà attraente

La Formula E, come del resto la Formula 1, non vive solo di dinamiche sportive. Vive anche di dinamiche commerciali che determinano l'interesse (o meno) dei suoi player.

Qui la situazione si fa complicata, perché entrano in gioco molti dettagli. Wolff, in un'altra sezione dell'intervista, sottolinea come uno dei punti chiave perché il "quadro rimanga attraente" sia la definizione di un tetto nei costi e nella gestione finanziaria di tutto il campionato. Un discorso che suona molto familiare.

D'altro canto possiamo mettere sul tavolo delle considerazioni più tecniche. Del resto la Formula E fa bandiera del concetto di travaso di tecnologia tra vetture elettriche sportive e stradali. BMW, uscendo dal campionato, ha dichiarato: "Quando si tratta dello sviluppo di drive-train elettrici, BMW Group ha sostanzialmente esaurito le opportunità per questa forma di trasferimento tecnologico nell'ambiente competitivo della Formula E."

Un problema tecnico-commerciale?

La Formula E, nel corso di un tempo brevissimo, ha portato avanti uno sviluppo tecnico eccezionale per quanto riguarda la componentistica elettrica, con un netto aumento delle potenze disponibili ed autonomie a parità di ingombri.

Leggendo le dichiarazioni di BMW (e, in parte, di Audi) sembra quasi che la Serie elettrica sia arrivata in un punto dove l'innovazione passa dalla produzione di serie alle gare, invece che percorrere la strada inversa.

A tal proposito, parlando di questa situazione con il nostro Luca Pellegrini, l'uomo delle ruote coperte per LiveGP.it ha sottolineato due importanti concetti. Il primo: come le LMDh siano tecnicamente molto più interessanti. Il secondo: come una vittoria alla 24 Ore di Le Mans faccia genericamente più notizia della vittoria in un ePrix.

Un prodotto di nicchia

Potremmo girare queste osservazioni ponendoci alcune domande. Quanto "tira" il mercato elettrico? Quanto fa vendere la vittoria nell'Endurance rispetto alla Formula E? Quanto può fare più da veicolo pubblicitario la categoria dell'Extreme E, dove le vetture somigliano di più a dei SUV?

Nell'intervista Wolff ha definito la Formula E come un prodotto di nicchia. Poi ha aggiunto: "La Formula E attrae un pubblico completamente diverso dalla Formula 1. (...) Forse non ha il fascino globale o il pubblico globale che ha la F1, ma la FE ha il suo posto. È sinonimo di mobilità elettrica. È sinonimo di intrattenimento urbano. Ha un carattere di evento con un formato di un solo giorno e si è sviluppato come avrebbe dovuto svilupparsi come una start up di corse."

Secondo gli appassionati il problema risiede nel fatto che la Formula E abbia sacrificato l'innovazione spinta muovendosi verso un bilanciamento artificiale delle prestazioni, andando contro il suo spirito originario. Qualche addetto ai lavori nota come la combinazione di prestazioni delle vetture e tracciati cittadini non offra un prodotto fruibile televisivamente parlando.

Qualunque sia la ragione, il problema è che alla fine della stagione alle porte Audi e BMW saranno fuori dalla Formula E. La Serie dovrà tenere conto ed analizzare i perché di questi eventi, dato che costituiscono un punto di domanda sul futuro.

Luca Colombo