Suzuka, 30 ottobre 1988. Sull’omonimo tracciato va in scena la penultima tappa di una stagione dominata dalla McLaren-Honda. Delle precedenti quindici gare, la scuderia di Woking ne ha dominate quattordici, abdicando solo nell’appuntamento di Monza vinto dalla Ferrari di Gerhard Berger. L’egemonia espressa in pista dal team inglese fa da fulcro alla rivalità tra Alan Prost e Ayrton Senna. Il “Professore”, dopo un'ottima prima parte di campionato (4 successi e tre secondi posti) subisce il ritorno del giovane rivale/compagno di squadra che, dalla gara di Silverstone, recupera terreno portandosi a soli cinque punti dal francese. Ma con la regola – vigente in quel periodo – degli scarti, il brasiliano può contare su 18 punti in più contro solo i 6 di Prost: ottenendo la vittoria nel Gran Premio del Giappone, Senna si laureerebbe campione del mondo.

Con un titolo mondiale da assegnare, l’atmosfera a Suzuka è caldissima. Da una parte c’è Prost, esperto nell’affrontare questo genere di momenti, avendo battagliato con colleghi illustri (Lauda, Piquet, Mansell) per la conquista dell’iride. Dall’altra c’è Senna (al primo anno in un top team), non abituato a questo genere di stress e al peso mediatico e mentale che tale situazione comporta.

Come da previsione, le due sessioni di qualifiche sorridono alla McLaren che, sulla pista di casa della Honda, monopolizza la prima fila. Il duello in seno al team di Woking viene vinto da Senna, che prevale sul giro secco per la dodicesima volta in stagione. Prost, non al top per via di un virus intestinale, si deve accontentare del secondo tempo a tre decimi dal compagno di squadra. Dietro le due MP4/4… il vuoto. Il primo degli inseguitori è Berger, a un 1”5 di ritardo dalla pole.

Allo start la McLaren di Senna, tradita dal motore, parte a singhiozzo venendo scavalcata da diversi piloti, Prost in primis. La gara del brasiliano, scivolato al quattordicesimo posto, sembra maledettamente compromessa. Sembra, appunto. Senna costruisce una rimonta incredibile, da grande campione. Al primo giro è già 8°, al secondo sopravanza Patrese e Nannini, al terzo tocca a Boutsen subire il sorpasso, al quarto è la volta di Alboreto. Al sesto passaggio il brasiliano si ritrova 4° a 13” da Prost, leader della gara.

Al 15° giro inizia a piovere, ma è una pioggia leggera e a intermittenza. Senna, un autentico mago in situazioni di pista umida, ne approfitta saggiamente per raggiungere Prost, alle prese con alcuni doppiaggi e con problemi al cambio. La svolta della gara e del Mondiale avviene al 27° giro: superata la Triangle Chicane, Senna prende la scia del compagno di squadra (in difficoltà dietro De Cesaris, Nakajima e Gugelmin) e lo supera a metà del rettilineo principale. Una manovra sensazionale che permette al brasiliano di balzare in testa alla corsa e allungare nei confronti del rivale. Intanto la pista comincia a bagnarsi sempre più, preoccupando Senna che chiede di fermare la corsa a cinque giri dalla conclusione. La gara però non viene conclusa in anticipo, e Senna taglia comunque il traguardo il prima posizione con 13” di vantaggio su Prost. Per il brasiliano è l’ottava affermazione stagionale che gli permette di laurearsi campione del mondo per la prima volta in carriera.

La classifica reale vedrebbe in testa Prost con 96 punti, 8 in più di Senna. Ma in questo tiratissimo duello, a favorire Senna è la regola degli scarti. Il regolamento, infatti, afferma che vanno considerati solo gli 11 migliori risultati ottenuti nell’arco del campionato. Senna dunque con otto successi, due secondi e un quarto posto (per un totale di 87 punti) diviene irraggiungibile per Prost che, nonostante un eventuale successo nell’ultima gara di Adelaide (come accadrà), andrebbe a pareggiare i punti del rivale, pur con una vittoria in meno. Senna dunque diviene, dopo Emerson Fittipaldi e Nelson Piquet, il terzo brasiliano campione del mondo in Formula 1. Quella di Suzuka ’88 rappresenta solo il primo episodio della rivalità tra Senna e Prost che toccherà nei due anni seguenti, sempre sulla pista nipponica, picchi di tensione altissimi.  

 Piero Ladisa

 

Gran Premio Giappone – 30 ottobre 1988

Distanza: 51 giri, 298.829 km

 

ORDINE D’ARRIVO

1) Ayrton Senna (McLaren – Honda) 1h33m26173s  

2) Alain Prost (McLaren - Honda) + 13"363     

3) Thierry Boutsen (Benetton – Ford)       + 36"109  

4) Gerhard Berger (Ferrari) + 1'26"714     

5) Alessandro Nannini (Benetton – Ford) + 1'30"603

6) Riccardo Patrese (Williams – Judd) + 1'37"615     

 

Pole position: Ayrton Senna (McLaren-Honda) 1'38"041

Giro veloce: Ayrton Senna (McLaren-Honda) 1'43"506