Domenica 24 giugno 1990. All'Autodromo “Hermanos Rodriguez” va in scena il sesto appuntamento della stagione di Formula 1. Per il terzo anno consecutivo, la lotta per l’iride vede contrapposti Ayrton Senna e Alain Prost. Quest’ultimo, dopo i difficili anni di convivenza con il brasiliano in McLaren, decide di emigrare in Ferrari. Nelle prime cinque apparizioni con il Cavallino, il “Professore” deve fare i conti con una monoposto meno affidabile e meno performante rispetto a quella del rivale. Si arriva in Messico con Senna saldamente in testa alla classifica a quota 31 punti. Prost invece è terzo, dietro anche a Gerhard Berger, con un misero bottino di 14 punti.

In qualifica, Gerhard Berger piazza la zampata e conquista la pole position in 1’17”227. Accanto all’austriaco c’è la Williams-Renault di Riccardo Patrese. Ayrton Senna apre la seconda fila, chiusa dalla Ferrari di Nigel Mansell. Solo tredicesimo il campione del mondo in carica Alain Prost.

Allo spegnimento dei semafori parte benissimo Patrese che scavalca Berger, a sua volta sopravanzato anche da Senna. La gioia del pilota italiano dura poco, con le due McLaren che prendono la scia della Williams numero 6 e la passano sul lungo rettilineo principale. Arginato Patrese, le due McLaren impongono il proprio ritmo, staccando la concorrenza. Nel frattempo Prost, scattato a centro gruppo, inizia a recuperare terreno stanziandosi in top ten nell’arco di pochi giri. Patrese, intanto, con i sorpassi subiti da Piquet e Boutsen, scivola in quinta posizione.

Mentre Senna continua ad allungare sul gruppo (14” di vantaggio su Piquet), Berger è costretto a rientrare ai box per sostituire le gomme. Sulla monoposto dell’austriaco le coperture Goodyear hanno cominciato a deteriorarsi in maniera anomala, a causa delle sollecitazioni che le gomme stanno subendo alla Peraltada, la velocissima ultima curva del circuito. Le uniche monoposto che risentono meno il degrado, tra coloro che montano gli pneumatici della casa americana, sono le Ferrari di Mansell e Prost. I problemi che hanno afflitto Berger, iniziano a verificarsi anche sulla McLaren di Senna, con il vantaggio nei confronti di Piquet che inizia a diminuire.

Al 22° passaggio Mansell ha la meglio sulla Williams di Boutsen e poche tornate dopo supera anche la FW13 di Patrese. Successivamente, il “Leone d’Inghilterra” recupera velocemente lo svantaggio che lo divide da Piquet, portandosi a qualche secondo dal brasiliano della Benetton. Anche Prost supera le due monoposto di Grove e la Benetton di Nannini salendo al quarto posto. Dopo aver ridotto il gap da Piquet, Mansell completa l’opera scavalcando il tre volte campione del mondo sul rettilineo principale al 37° giro: l’inglese è secondo. In questa fase di gara le Ferrari sono le vetture più veloci in pista, con Prost che segna anche il giro più veloce. Senna è ancora il leader del Gran Premio, ma il suo vantaggio sul duo del Cavallino non supera i dieci secondi.

A quindici giri dalla conclusione, approfittando di un doppiaggio, Prost supera il compagno di squadra e si issa al secondo posto. Con Senna in seria difficoltà con le gomme (le stesse da inizio corsa), il francese impiega pochi giri per raggiungere il rivale e superarlo sul rettilineo principale. Anche Mansell, poco dopo, non ha problemi nel sopravanzare la McLaren numero 27. Al 64° giro arriva il colpo di scena: sulla vettura del brasiliano lo pneumatico posteriore destro esplode, costringendolo al ritiro nel 100° GP della sua carriera. Prost intanto scappa via e alle sue spalle impazza il duello per il secondo posto tra Mansell e Berger, autore di un ottimo recupero dopo il problema con le gomme nelle prime fasi della corsa.

Ad avere la meglio in questo tiratissimo duello è l’inglese della Ferrari, che durante il penultimo giro riprende definitivamente la posizione sull’austriaco superandolo all’esterno della Peraltada. Dopo aver corso in solitaria gli ultimi giri della gara, Prost coglie una vittoria insperata, visti i risultati maturati nelle qualifiche, frutto di una fantastica rimonta dalla 13ma posizione. Con il secondo posto di Mansell, la Ferrari ottiene una straordinaria doppietta. Dopo aver risalito la classifica, Berger si deve accontentare del gradino più basso del podio. A punti anche Nannini, Boutsen e Piquet.

Piero Ladisa 

 

Gran Premio del Messico (Città del Messico) – 24 giugno 1990

Distanza: 69 giri, 305.048 km

ORDINE D’ARRIVO

1)    Alain Prost   (Ferrari) 1h32m35.783s

2)    Nigel Mansell (Ferrari) + 25.351         

3)    Gerhard Berger (McLaren – Honda) + 25.530      

4)    Alessandro Nannini (Benetton – Ford) + 41.099   

5)    Thierry Boutsen (Williams – Renault) + 46.669     

6)    Nelson Piquet (Benetton – Ford) + 46.943

Pole position: Gerhard Berger (McLaren – Honda) 1’17”227

Giro veloce: Alain Prost (Ferrari) 1’17”958

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