Per quanto riguarda la parte sportiva della giornata, ricordiamo che fino a ieri abbiamo visto le gare delle divisioni continentali del Challenge (ovvero North America, Asia-Pacific e Europe) nelle quali hanno corso le vetture dei raggruppamenti principali (Trofeo Pirelli / Pirelli AM, Coppa Shell e Coppa Shell AM), di cui abbiamo riportato i risultati di classifica assoluta. Poiché oggi si ragione in chiave mondiale, i tempi che definiscono le griglie di partenza per ciascuna Finale sono determinate in base alla miglior rilevazione cronometrica raggiunta da ciascun pilota nella propria divisione continentale in Q1 o in Q2; esaurita questa doverosa presentazione, i primi tre in griglia per ciascun raggruppamento sono:

  • Coppa Shell AM: Mattsson, Cuhadaroglu, De Meeus
  • Coppa Shell: Hurni, Tippl, Prinoth
  • Trofeo Pirelli / Pirelli AM: Grossmann, Fumanelli, Nielsen

Con il meteo che tende timidamente al bello, nella prima gara della giornata (la Finale di Coppa Shell AM) dopo trenta minuti di gara transitano sotto la bandiera a scacchi Ingvar Mattsson, seguito da Agata Smolka e John Megrue: lo svedese è dunque campione mondiale, il suo dominio in gara è indiscutibile, mentre il giro più veloce della gara (1:54.393) va a Cuhadaroglu, messo fuori dall'impeto per andare a riprendersi la piazza d'onore.

La gara valida per la Coppa Shell vede uno start piuttosto confuso: alla Prima Variante è bagarre e a farne le spese sono Cheung e Prinoth; quest'ultimo prosegue in Curva Grande con la sua Ferrari 488 evidentemente "azzoppata" al posteriore: in entrata alla Variante Ascari la vettura viene "persa" e il contatto (molto duro) con il muro è inevitabile. Pilota ok e safety-car in pista; alla ripartenza Hurni prova ad andarsene, ma Tippl alle sue spalle cerca di mettere pressione rosicchiando qualche decimo a suon di GPV. All'ultimo giro Hanna (in terza posizione) si gira alla prima di Lesmo, lasciando strada libera a Manuela Gostner che prende la terza posizione. La bandiera a scacchi incorona Hurni, davanti a Tippl e alla Gostner. Lo svizzero è campione mondiale.

La giornata sportiva si conclude con il Trofeo Pirelli / Trofeo Pirelli AM, dove è caos al via: a centro gruppo tre vetture entrano in collisione andando violentemente a muro sulla parte sinistra del tracciato e quindi "rimbalzando" in pista. La lista dei ritirati è lunghissima e le vetture vengono fatte rientrare ai box: una volta pulita la pista, la gara viene ridotta a 25'. Al nuovo start non ci sono carambole e Fumanelli si invola, inseguito da Nielsen: tra i due il duello è molto serrato. Con ancora gran parte della gara da disputare, in Prima Variante c'è un altro incidente dalla dinamica piuttosto cruenta che vede tra i protagonisti Boyd: gara neutralizzata. Al restart, Fumanelli cerca di mantenere la leadership, ma poi Nielsen lo supererà per involarsi verso la vittoria. La classifica finale vede quindi Nielsen davanti a Fumanelli e Liebhauser, con il giovane danese che porta a casa il titolo di campione mondiale. Nel Trofeo Pirelli AM invece viene incoronata campionessa mondiale la pilota del Liechtenstein, Fabienne Wohlwend (quarta assoluta).

Nel primo pomeriggio è tempo per l'evento Ferrari, al quale sono presenti molti volti noti del Cavallino Rampante, a partire dall'AD Louis Carey Camilleri e Maurizio Arrivabene, quest'ultimo già protagonista sul podio del Trofeo Pirelli e nel paddock, dove ha fatto presente di sentire il calore e la spinta dei tifosi Ferrari. Effettivamente l'evento è stato proprio pensato per i tifosi, che sono accorsi sugli spalti portando dietro le bandiere e gli striscioni dei Ferrari Club; uno di questi recita che "non si può descrivere la passione, la si può solo vivere - Forza Ferrari!" , come si può dargli torto?

L'esibizione avviene sul rettilineo principale e si articola in alcuni momenti chiave: dapprima alcuni stunt, quindi la parata di quattro F60 (le Formula 1 del 2009, che sembrano diventate la perfetta vettura per le esibizioni) affidate a Genè, Rigon, Bertolini e Fisichella. Le quattro monoposto vengono fatte parcheggiare sulla linea del traguardo: in seguito verranno raggiunte da tutte le altre Formula 1 Clienti, vetture dei Programmi XX e vetture Clienti presenti nel paddock, a formare così una specie di museo a cielo aperto dedicato alla bellezza delle forme e dell'ingegneria dietro alle vetture prodotte a Maranello. La presenza del tricolore firmato da Michael Schumacher in quel leggendario Ferrari Day del 2006, con il forte applauso proveniente dalle tribune dedicato al pilota tedesco, sventolato in rettilineo sembra essere la naturale coreografia per la chiosa finale dello speaker, con la quale vogliamo riassumere questa quattro giorni a Monza: la Ferrari siamo noi tifosi.

Luca Colombo