Grosso spavento per il pilota della Campos Racing Alex Peroni che, a cinque giri dalla fine, è letteralmente decollato su un cordolo di contenimento posto all'uscita della Parabolica, atterrando violentemente sulle barriere prima di terminare la sua corsa contro le reti di protezione. Illeso l'australiano che sulle sue gambe è salito sulla medical car dirigendosi verso il centro medico del circuito.

Dopo i tragici fatti di Spa, il mondo del motorsport stava rischiando di vivere un altro sabato da incubo. Al 17° giro della Gara 1 di Formula 3, Alex Peroni, giovane australiano in forza al team Campos Racing, in uscita dalla Parabolica è transitato sopra uno dei cordoli di contenimento, con la vettura che, una volta preso il volo è atterrata sulle barriere, prima di impattare contro le barriere di protezione e a pochi centimentri dalla postazione dei marshall.

Dopo aver trattenuto il fiato, mentre la gara finiva sotto il regime di safety car, le prime immagini che hanno ritratto Peroni sulle sue gambe e apparentemente in buone condizioni, hanno fatto tirare un enorme sospiro di sollievo a tutto il mondo del motorsport, già molto provato dalla morte di Anthoine Hubert. In seguito fonti interne del team ci hanno confermato che l'australiano è stato ricoverato presso l'ospedale di Monza dove rimarrà in osservazione per tutta la giornata, nottata compresa.

Sotto accusa, giustamente, sono stati messi i famigerati dissuasori con la FIA che, poco prima dell'inizio delle FP3 di Formula 1, ha provveduto immediatamente a farli rimuovere. Ma a scatenare per l'ennesima volta la polemica, è una purtroppo consolidata abitudine del motorsport, soprattutto nel Circus, di sostituire le vie di fuga con nastri di asfalto.

Detto che la fatalità è praticamente impossibile da prevedere, ma è giusto mettere a repentaglio la vita  di piloti e addetti al tracciato in questa maniera? Francamente è inamissibile, ed è opinione comune che qualche penalità in più (non a pioggia come nel post qualifiche F3) per track limit sicuramente fungerebbe da deterrente, piuttosto che un rallentatore che, come visto, posto in un tratto non idoneo può essere davvero pericoloso.

E ancora una volta va fatto un plauso all'Halo, molto spesso bistrattato e criticato più per questione estetiche, che per la sua effettiva funzionalità. Che sia oggi con Peroni, ma anche in tante altre occasioni ha permesso che si raccontasse di un pilota incolume e senza nessuna conseguenza fisica.

Da Monza - Vincenzo Buonpane