A quasi sei mesi di distanza dal tragico incidente che è costato la vita a Anthoine Hubert durante gara-1 della Formula 2 sulla pista di Spa-Francorchamps, la FIA ha comunicato di aver chiuso le indagini su quanto accaduto. Nell’incidente, oltre alla morte del giovane transalpino, si è verificato anche il grave infortunio di Juan Manuel Correa, che ha riportato gravi lesioni ad entrambe le gambe dopo essere stato in coma per diversi giorni.

Le prove raccolte dal Consiglio Mondiale, sottoposte alla Commissione Sicurezza e al Gruppo di lavoro per la ricerca, sono di varia natura: interviste, immagini dei camera-car, dati telemetrici e riprese delle telecamere lungo la pista.

Grazie a questi dati si è riusciti a ricostruire l’accaduto. In particolare, gli investigatori si sono concentrati su quattro piloti: Hubert, Correa, Alesi e Boschung. Di questi, “nessuno ha reagito impropriamente alle bandiere gialle”, quindi nessuno ha commesso errori a livello di regolamento.

Leggendo il comunicato della Federazione, si percepisce come non vi sia stata una singola causa, ma una serie di eventi che hanno portato al tragico epilogo maturato dopo la curva del Raidillion. Il tutto è durato solo 14,6 secondi, un tempo molto breve, in cui i protagonisti potevano fare ben poco di diverso da quanto hanno posto in essere in gara.

L’evento scatenante, se così lo si vuole chiamare, è stata la perdita di pressione sulla posteriore destra di Giuliano Alesi, che ha perso il controllo all’ingresso di Eau Rouge, andando in testacoda e rientrando in traiettoria mentre sopraggiungeva il resto del gruppo.

Boschung e Hubert hanno reagito prontamente al ritorno in pista della Trident fuori controllo del francese, spostandosi verso la via di fuga ancora prima dell’esposizione delle bandiere gialle, a 1”8 dal contatto di Alesi con le barriere. Lo svizzero, però, ha frenato più bruscamente del francese alle sue spalle, che lo ha tamponato, perdendo l’ala anteriore a 262 km/h e, con essa, ogni possibilità di direzionare la propria Dallara.

L’impatto con le barriere è stato inevitabile, e Hubert ha subito una decelerazione di 33,7 G, rimbalzando verso la pista, nella traiettoria di chi stava sopraggiungendo.

Nel frattempo, Juan Manuel Correa, alle loro spalle, stava percorrendo Eau Rouge quando, urtando i detriti lasciati in pista da Alesi, ha perso a sua volta l’ala anteriore. Anch’egli senza più possibilità di governare la sua vettura, ha centrato quella di Hubert a 218 km/h. Il francese ha subito una forza di 81,8 G, che gli è risultata fatale, mentre l’americano ha subito 65,1 G di decelerazione, che lo hanno mandato in coma.

I numeri che si leggono nel comunicato sono spaventosi, ma la ricostruzione è molto chiara ed esaustiva. Non ci sono stati errori da parte di nessuno, ma una serie di concause che hanno portato ad un finale triste e funesto.

Juan Manuel vuole tornare a correre, mentre Anthoine ha perso la sua vita quel sabato pomeriggio tra i boschi delle Ardenne. Gli inglesi lo scrivono sui pass: motorsport is dangerous e a Spa tutto il paddock è tornato violentemente a rendersene conto.

FIA F2 | Juan Manuel Correa: “Tornerò a correre e lo farò anche per Anthoine”

Nicola Saglia