Juan Manuel Correa, rilasciando un’intervista al radio show argentino “Mundo Sport”, fornisce un aggiornamento sulle proprie condizioni di salute. Il pilota americano, ricordiamo, è stato vittima di un terribile incidente lo scorso 31 agosto sul circuito di Spa-Francorchamps, nel quale perse la vita Anthoine Hubert.

Correa ha confessato di aver pensato di lasciare le corse, nei giorni successivi al risveglio dal coma. La passione però, ha spiegato, non lo fermerà nel sogno di tornare prima a gareggiare in Formula 2 per poi concentrarsi nuovamente sull’obiettivo Formula 1: "Non farò nulla che non abbia mai fatto prima; sono con le stesse persone che mi circondavano: erano la mia base insieme alla mia famiglia.”

Correa prosegue: "Ho un carattere forte. Quando mi sono svegliato dal coma, mi sono reso conto che potevo stare a letto sentendomi male e depresso o lottare per alzarmi e tornare indietro... ed è quello che farò. Sono motivato dal sogno di tornare a gareggiare in F2 e raggiungere la F1 in futuro.

Sul periodo di degenza il pilota dichiara: "La quantità di messaggi che ho ricevuto e le persone che volevano visitarmi in ospedale, anche persone che non conosco, mi hanno motivato molto, soprattutto nei momenti più difficili."

Il pilota americano parla anche dell'incidente: "È stato un incidente che mi ha cambiato la vita. Quando hai un'esperienza così vicina alla morte ed esci vivo, i tuoi occhi guardano oltre le corse automobilistiche. Ci sono stati momenti in ospedale in cui non ero sicuro di voler correre di nuovo. Mi sono reso conto che le gare non sono la cosa più importante, lo è la mia passione, ma un tale incidente ti mostra le priorità e la mia priorità era la mia salute e la mia famiglia.”

“La mia passione rimane ancora quella di gareggiare. Un amico mi ha chiesto se questo spegne il mio sogno di (correre in, n.d.r.) Formula 1. Gli ho detto che un incidente non spegne il sogno, ma ti fa valutare se vuoi correre un rischio per un sogno. E ho deciso che voglio continuare a farlo, perché è il mio sogno."

Tanti incontri quelli citati da Correa, ma uno in particolare sembra rimasto nella mente del pilota americano: ci riferiamo all’incontro avvenuto con Billy Monger, giovanissimo pilota ferito gravemente a entrambi gli arti inferiori dopo un terribile incidente in Formula 4. Nonostante l’amputazione delle gambe, il britannico è tornato dopo pochi mesi a gareggiare ottenendo ottimi risultati, coronati da una vittoria nell’ultimo nel campionato Euroformula Open.

"Ho incontrato Billy Monger, che continua a correre dopo quello che ha subito. Questo mi ha aiutato sul problema mentale, perché dopo un incidente come il mio ho visto che avrei potuto riprendermi. Ho provato a trovarlo. Volevo congratularmi con lui per come è tornato: solo lui e io sappiamo cosa abbiamo passato, quindi abbiamo avuto una connessione istantanea.”

“Sono stato motivato dal suo atteggiamento: è un ragazzo molto felice con molta energia, buone vibrazioni e che mi ha aiutato a uscire dal buco in quei due mesi. Ci sono piloti che non hanno vissuto cose del genere che hanno anche emanato molta energia. Ero molto vicino ad Alex Albon, ci conosciamo dal 2014. È venuto a trovarmi a Londra, l'intera comunità del motorsport è stata fantastica con me.”

Il pilota legato al team Alfa Romeo ha successivamente parlato dei tempi di recupero che lo dividono dal ritorno in pista. Se erano previsti due anni, gli ottimi progressi compiuti dal giovane ragazzo americano hanno ridotto il recupero a un anno circa: "Il processo durerà un anno. Ci saranno altri interventi chirurgici a venire, recupero e riabilitazione. Combatterò per riprendermi abbastanza da spingere nuovamente sul pedale dell’acceleratore.”

“Ho perso sei centimetri di osso nella parte inferiore della tibia. Sta crescendo di nuovo grazie a un dispositivo speciale. Ecco perché ho tutti quei pezzi di metallo intorno alla gamba che vedi sui social media. Il mio osso cresce di un millimetro al giorno.”

“Ho il prossimo intervento chirurgico in cui l'osso raggiungerà il piede. Quindi verrà il processo in cui il nuovo osso si rafforzerà nettamente in modo che possa sostenere il peso. Successivamente i metalli verranno rimossi per recuperare il più possibile, valutare la quantità di dolore o mobilità che ho e vedere quali altre operazioni dovranno seguire."

"All'inizio i dottori si aspettavano due anni per la guarigione, ma il mio corpo sta facendo tutto più velocemente, recupera e rigenera le ossa più velocemente del normale. Essendo ottimisti, in un anno potremmo avere la piena idea di quanto più posso recuperare. Essere un atleta professionista è stato di grande aiuto, non solo a causa delle ossa e del corpo, ma anche dell'arresto polmonare che ho subito, per cui ho trascorso due settimane in coma. Non sarei sopravvissuto senza essere in questa condizione fisica."

In conclusione, Correa ha commentato il fatale incidente che lo ha visto protagonista, a quasi tre mesi di distanza: "È stato un incidente sfortunato, una lunga catena di eventi in cui sono state coinvolte quattro o cinque auto. Sono felice di aiutare la FIA nelle indagini, ma nessuna indagine cambierà il fatto che io debba passare un anno difficile."

“Mi ci sono volute alcune settimane per accettare tutto, è difficile capire con i farmaci antidolorifici in ospedale. Mi ci è voluto del tempo per accettarlo, ma il mio atteggiamento è pragmatico; nulla cambierà quello che è successo, quindi devo trarne il meglio. Certo, provo tristezza: Anthoine era un buon amico, ma ora sento che devo tornare non solo per me stesso ma anche per lui."

Samuele Fassino