Dopo l'esordio sulla Ferrari SF71H a Fiorano, Giuliano Alesi fa le valigie per partire alla volta del Giappone. La preannunciata uscita dalla FDA è l'ennesima resa da parte di papà Jean nei confronti delle formule minori, dove non c'è posto per il figlio 21enne

UN NOSTALGICO DÉJÀ-VU

Trent’anni dopo papà Jean, Giuliano Alesi si è calato nell’abitacolo di una Ferrari per la prima volta. Per il pilota francese, però, è stato il canto del cigno con l’Academy del team di Maranello e l’addio alla F2.

Il numero 28 sul muso della SF71H ci ha riportato indietro nel tempo, a quando Jean Alesi nel novembre del 1990 ha saggiato proprio sulla pista di Fiorano i cavalli di una vettura di F1 del Cavallino.

Un esordio senz’altro amaro per Giuliano, pronto a lasciare l’Europa per ricominciare da capo in Giappone, dove intraprenderà un doppio impegno tra Super Formula Lights e GT 300.

Dopo mesi di speculazioni sono stati quindi confermati i rumours che già da inizio novembre vedevano il pilota classe 1999 fuori dalla Ferrari Driver Academy dopo una brusca separazione da HWA RaceLab. Persino la vendita dell’amata F40 non è stata sufficiente a sostenere i costi della Formula 2.

D’altronde Jean Alesi aveva alzato bandiera bianca a fine 2020, lamentando l’assenza di sponsor per permettere al figlio di continuare in F2 nel 2021.

L'INVETTIVA DI JEAN ALESI: NEL MIRINO I BUDGET E...LE ACADEMY!

Sulla Gazzetta dello Sport l’ex Ferrari si lascia andare a un pesante sfogo, il cui bersaglio principale sono i costi poco sostenibili delle categorie cadette alla F1.

L’invettiva di Alesi non risparmia nessuno, da Hamilton ai programmi junior dei team e riporta l’attenzione sulle esorbitanti somme di denaro necessarie per non perdere l’opportunità di avanzare nella scalata verso la F1.

Correrà quasi tutti i fine settimana. Ben diverso da qui in Europa dove non si gira mai o devi pagare in continuazione. Là diventerà un semi professionista. Avrà anche il vantaggio di parlare la lingua e possiede il doppio passaporto" ha esordito il pilota di Avignone.

"D’altronde oggi o sei un miliardario e ti compri un team di F1 o ai GP non ci arrivi. I posti vengono tutti bloccati dai vari Vasseur o Wolff. Meno male che la Ferrari, fornendo motori alle scuderie clienti riesce a piazzare i propri piloti."

PAGARE PER CORRERE? VERGOGNOSO!

"Mick Schumacher ha vinto la F2 e si è meritato la promozione alla Haas ma, se non avesse avuto Maranello alle spalle, non ce l’avrebbe fatta. Basti pensare a Sergio Perez: 4° nel mondiale e con 15 milioni di budget ha rischiato di restare fuori. Queste cose devono cambiare. Non esiste che Lewis Hamilton lotti come un matto per essere pagato quanto merita. Perché in questo sport i giovani devono pagare per fare uno show? È vergognoso!"

Giuliano, il cui miglior risultato finale è il 5° posto nel campionato GP3 2017, ha faticato in F2 con un 15° posto finale nel 2019 e otto piazzamenti a punti fino ad oggi nella categoria. Cosa non ha funzionato?

Rimanere fuori nel famoso "gioco delle sedie" nel competitivo e costoso universo formulista è piuttosto frequente, così come è vero che la meritocrazia non sempre regna sovrana. La parabola di Alesi, però, insegna che le opportunità devono essere giustificate e sostenute da una solida base di risultati. Il talento non passa di certo inosservato.

Beatrice Zamuner