Dopo l'ultimo deludente biennio e con il campionato di Formula 1 2022 alle porte, in Ferrari sono attesi a ritornare nelle posizioni che competono alla gloriosa scuderia di Maranello: in altre parole, la prossima dovrebbe essere la stagione del riscatto. L'ennesima, per onore di cronaca.

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L'ultima vittoria in gara di una monoposto del Cavallino Rampante risale al 2019, GP di Singapore con Sebastian Vettel al volante. Da quel momento in poi la Ferrari, intesa come scuderia e come fornitrice di PU, non ha più visto la prima posizione. Un fatto piuttosto deludente per una scuderia "che ha l'obbligo di vincere", visto e considerato che la statistica delle ultime due stagioni ha visto vittoriosi in gara tutti gli altri fornitori di PU presenti in griglia.

Parlando dell'ovvio, Ferrari ha una storia e un legame con la massima espressione dell'automobilismo sportivo che gli altri player presenti in pista non possono vantare. Per esempio, in una visione di vendite sul mercato dell'automative, la scuderia di Maranello non ha bisogno del traino pubblicitario dettato dal risultato sportivo. Ne discende quindi il concetto de "l'obbligo di vincere", spesso sbandierato un po' spocchiosamente per cercare di allentare la pressione su risultati che stentano ad arrivare.

Nel 2020 e nel 2021 in Ferrari non disponevano del pacchetto giusto per competere o solo ambire alle posizioni di rilievo. Teoricamente il nuovo regolamento tecnico-sportivo del 2022 dovrebbe fornire un foglio bianco dal quale ripartire per spianare eventuali mancanze di performance ormai endemiche. Un esempio? Il Gran Premio di Gran Bretagna del 2021 spiega un po' tutto.

A Silverstone nel 2021 gli avvenimenti di gara avevano posizionato Leclerc nella posizione di leader del Gran Premio. I problemi di utilizzo sulle mescole più dure, evidenti durante tutta la stagione, avevano reso il monegasco una sitting duck, favorendo il recupero a due giri dalla fine di un arrembante Hamilton. Il raffronto telemetrico dello stint finale tra i due non lascia spazio a dubbi.

Gap tra Leclerc (linea rossa) e Hamilton nel secondo stint, con gomme dure. I valori negativi indicano una prestazione migliore di Leclerc, quelli positivi di Hamilton.
Telemetria completa del GPV effettuato nello stint con gomme dure da Hamilton (azzurro, 1:29.699) e Leclerc (rosso, 1:30.569). Hamilton dispone di una migliore velocità di punta ed uscita nelle curve medie.

Sulla nuova vettura attualmente abbiamo notizie frammentarie, passaggio dei crash-test a parte. In una recente intervista Laurent Mekies ha dichiarato: "Non abbiamo idea di dove siamo rispetto agli altri. Non ci sono riferimenti. All'inizio la perdita di tempo sul giro è stata enorme. Abbiamo recuperato tanto tempo, ma nessuno sa se basta. L'auto che arriverà a Barcellona speriamo faccia ciò che simulazioni e galleria del vento promettono." Osservazione piuttosto "facile", ma l'unica possibile al momento.

Cosa dovrà fare, dunque, la Ferrari per rilanciarsi nella sfida mondiale? Sicuramente imparare dalle debolezze del recente passato. Tecnicamente correggere parametri come la finestra di utilizzo degli pneumatici o recuperare qualche cavallo nell'unità motrice, dovrebbe risultare più semplice, come evidenziato in precedenza. E bisognerà fare bene sin da subito, visto che il futuro di questa generazione di monoposto sembra instradato sui binari della "monotonia".

Imparare dal passato significa anche migliorare le procedure, Montecarlo 2021 non si deve ripetere. Significa anche gestire meglio le risorse, piloti in primis. Charles Leclerc e Carlos Sainz jr hanno dimostrato nel 2021 di avere un buon potenziale: nel 2022 saranno chiamati a fugare un po' di dubbi, legati all'esperienza, sulla capacità di dare la direzione per lo sviluppo di un progetto totalmente nuovo.

Il punto, però, è un altro. Leclerc potrebbe incominciare a guardare al di fuori di Maranello, non dovesse avere per le mani un mezzo competitivo. Sainz potrebbe non avere la necessaria tranquillità, con le varie suggestioni che vorrebbero Mick Schumacher in rosso nel 2023. Scivolare in teatrini che ben conosciamo risulterebbe clamorosamente nocivo.

In generale, il punto fondamentale per vedere una vera rifondazione Ferrari rimane uno. Da anni parliamo di un problema dirigenziale per quanto riguarda la mentalità. Del resto, la famosa dichiarazione "Mercedes è più forte e più fortunata, ma il giro veloce l'abbiamo fatto noi" rimane scolpita nella pietra. E per una scuderia che ha l'obbligo di vincere, puntare anche solo a parole al giro più veloce non serve a nessuno.

Luca Colombo

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