Ford ha annunciato che tornerà in F1 nel 2026 con un programma di motorizzazione, collaborando con Red Bull. La notizia dell'impegno della Casa americana (e di una collaborazione con Red Bull) già aleggiava nell'aria da qualche giorno ed oggi ha trovato l'ufficialità.

Storia

I propulsori marchiati Ford hanno conquistato 176 vittorie, 13 titoli piloti e 10 campionati mondiali costruttori. Con questi numeri la Casa americana rappresenta uno dei nomi di maggior successo nella storia della F1. L'ultima volta che un propulsore Ford ha visto la griglia del Circus è datato 2004. Curiosamente il team più in vista (con il nome Cosworth) aveva le fattezze della Jaguar, ente successivamente acquisito da Red Bull. Ford ha vinto l'ultimo GP nella rocambolesca gara ad Interlagos nel 2003, con Giancarlo Fisichella su Jordan. L'ultimo pilota a vincere il Mondiale piloti con una vettura spinta da unità Ford è stato Michael Schumacher su Benetton nel 1994.

Il ritorno

Bill Ford, presidente esecutivo, nell'annuncio del ritorno in F1 ha sottolineato: "Ford sta tornando all'apice dello sport, portando la lunga tradizione di innovazione, sostenibilità ed elettrificazione di Ford su uno dei palcoscenici più visibili al mondo". Ford ha da qualche tempo espresso interesse per un programma in F1. Alla base di questo interesse troviamo la crescita della F1 negli Stati Uniti ed i regolamenti sui motori del 2026 (con i carburanti sostenibili al 100% ed una maggiore componente elettrica della PU). A pensare male si commette peccato, tuttavia spesso si prende, per cui tra le motivazioni possiamo trovare anche l'interesse espresso dall'altro colosso americano, GM con Cadillac, per un'eventuale ingresso nel Circus con Andretti Global.

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I piani alti della F1 plaudono alla scelta. Stefano Domenicali ha affermato che la spinta green sia stata "un motivo importante per la loro decisione di entrare in F1". Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ha aggiunto che la decisione di Ford "sottolinea ulteriormente il successo dei regolamenti sui propulsori del 2026 (...) e ovviamente avere più interesse da parte degli Stati Uniti è importante per la continua crescita della massima categoria di sport motoristici del mondo".

Perché Red Bull?

Ford, nonostante l'interesse, pare non avesse intenzione di avere una propria scuderia o avesse la volontà a dare il via libera per un progetto integrato, sulla falsariga di Audi o Mercedes. Fondamentalmente l'accordo dovrebbe prevedere un sistema di sponsorizzazione e supporto tecnico, con l'appoggio di Red Bull Powertrains, la nuova struttura motoristica interna creata dalla Red Bull. La divisione Powertrains ha l'incarico di costruire un motore F1 turbo-ibrido V6 completo e cercava una partnership con un produttore automobilistico.

Red Bull ha parlato con Porsche e Honda, prima di pervenire alla scelta Ford, ma con entrambi i nomi le trattative non hanno trovato una finalizzazione. Porsche voleva "entrare" troppo nel mondo Red Bull, mentre Honda pare non avere interesse a lavorare su una porzione di propulsore, mettendo sempre in mezzo il concetto di ingegneria avanzata che denota le sua filosofia sportiva. Probabilmente Ford ha acquistato qualche diritto sul nome Red Bull Powertrains e alcune fonti indicando l'intenzione di dare un contributo tecnico al progetto 2026, molto probabilmente sul lato ibrido.

In ogni caso, ancora una volta, l'ingresso di Ford in F1 rivela una mossa basata di più marketing, come del resto è stato ai tempi della collaborazione con Cosworth, che sulla tecnica. Se la scelta dovesse diventare di successo, probabilmente l'operazione sarà costata a Ford una frazione dei budget messi sul tavolo per la F1 da Mercedes e, in proiezione, Audi / Porsche.

Luca Colombo

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