È uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi anni, e i motivi sono numerosi. Quello dei track limits è un problema che può davvero cambiare il modo di correre dei piloti in pista. Spesso, infatti, quando vengono oltrepassate le righe bianche, non si ha nemmeno la capacità di rendersi conto di quanto accaduto per due ragioni. La prima è sicuramente la velocità, l'altra la posizione della testa, completamente immersa nell'abitacolo della vettura.

GP AUSTRIA, PIOGGIA DI PENALITÀ E AVVERTIMENTI

Quanto accaduto nel GP d'Austria ha lasciato a bocca aperta molti addetti ai lavori e appassionati. Cominciando dalla mattina di domenica, la Feature Race di Formula 2 è stata profondamente segnata (o forse no) da un elevatissimo numero di penalità per superamento dei track limits. A gran parte dei piloti sono stati aggiunti 5 secondi al proprio tempo di gara, cosa che ha cambiato la classifica finale in modo abbastanza relativo poiché quasi tutte le vetture hanno ricevuto questa sanzione.

Anche la gara di F1 ne ha sicuramente risentito. Non tanto per quanto riguarda la vera e propria penalità, attribuita "soltanto" a Gasly, Vettel, Norris e Zhou, ma per quanto riguarda l'aggressività dei piloti nella guida. Il pubblico vuole vedere battaglie e inseguimenti mozzafiato. Ricevere due avvertimenti su tre nell'arco di poche tornate può soltanto far alzare il piede a chi sta nell'abitacolo per non prendere ulteriori rischi.

TRACK LIMITS, UN MALE NECESSARIO?

La questione è particolarmente delicata, forse anche per il fatto che in ogni Gran Premio ci si imbatte in regole differenti, alcune più permissive, altre meno come al Red Bull Ring. Di certo però, quando si hanno delle restrizioni molto precise come accaduto in Austria, lo spettacolo può essere compromesso. Inoltre, aumentando così la difficoltà dei piloti che devono rendersi conto di dove posizionano la ruota rispetto alla linea: praticamente impossibile!

Dall'altro lato abbiamo la possibilità di un via libera totale, che potrebbe però essere eccessivo in alcuni casi. Vedere le monoposto sfrecciare due o tre metri al di fuori delle righe sarebbe uno scenario forse ancor più raccapricciante. Ecco allora che la soluzione potrebbe trovarsi nel semplice buonsenso, nel non stare a guardare il millimetro, ma sappiamo bene che nel motorsport, e in F1 in particolare, si cerca sempre di aggirare una regola che non scende nel dettaglio. È un argomento complesso a cui è difficile trovare anche una soluzione definitiva, maggiore coerenza tra un Gran Premio e l'altro è però il minimo insindacabile per non alterare il corso del campionato.

Francesco Torrente