Osservare le monoposto di Formula 1 sfrecciare a pochi metri di distanza ha sempre il suo fascino. Farlo poi durante i primi test stagionali regala sensazioni ancora più forti. Vedere i piloti districarsi fra i saliscendi del circuito catalano, fidandosi ciecamente delle loro sensazioni e della meccanica, a volte ancora un po’ acerba, è uno spettacolo da non perdere. Si possono cogliere sfumature, suoni e sensazioni che la TV non rende merito.

Innanzitutto si può capire il vero concetto di frenata a centro curva: tanto che, in alcuni tratti, le vetture viaggiano con una costanza tale che capire dove avvenga la frenata è davvero difficile. Si può inoltre osservare il vero assetto adottato dalle monoposto: con l’assetto Rake che spancia sugli avvallamenti sia visivamente, con le classiche scintille, che con il rumore del fondo che tocca l’asfalto; di contro chi, come la Mercedes, adotta un set-up più piatto ha un comportamento simile fra rettilinei e curva.

Ma, tornando al presente, si può dare un primo giudizio sul comportamento generale delle monoposto (sfruttando il beneficio del dubbio in merito a carichi di benzina e prove di assetti) e fare una prima lista sulle forze in campo. Iniziamo dalla Ferrari, che dati alla mano si è dimostrata costante sia nei tempi che nel passo con qualsiasi tipologia di mescola: tanto da sembrare sui binari per quanto fossero simili i passaggi ripetuti fra la curva 5 e 7 (per intenderci il tratto saliscendi che va dalla curva Seat alla Wurth) o la costanza nel trovare il giusto punto di corda nella frenata in leggera discesa della Repsol. Discorso leggermente diverso per la Mercedes che, con Bottas al volante, non riusciva ad esprimersi al meglio con le gomme a mescola più morbida: per diversi giri il finlandese era impiccato nel complesso di curve 5-7, tanto da esibirsi in un’uscita rallystica in quest’ultima, per fortuna senza conseguenze. Anche nel tratto di curva 1-2 la Mercedes è rimasta sempre cauta nell’avvicinarsi ai cordoli, non spingendo fino in fondo. Pretattica o limite? Molto simile anche la Red Bull di Gasly, che ha girato con costanza ma affrontando in maniera meno aggressiva i cordoli, con traiettorie sempre abbottonate (forse per paura di non commettere lo stesso errore di martedì quando è andato a muro). La Red Bull è forse il team che ha pagato più di tutti i cambi regolamentari, ma Adrian Newey sicuramente avrà in serbo evoluzioni aerodinamiche in grado di colmare il divario dai primi della classe.

A conferma di ciò, secondo indiscrezioni raccolte per il paddock risulta che, dati GPS alla mano, la Ferrari si è dimostrata la più rapida, seguita da Mercedes e Red Bull. Questi dati non riescono a tenere conto in maniera accurata dei carichi di benzina imbarcati sulle varie monoposto, ma sono abbastanza veritieri.

Per quanto riguarda gli altri a stupire positivamente è stata l’Alfa Romeo: Giovinazzi ha spremuto a fondo la C38 per diversi long run mantenendo un ritmo costante. La monoposto reagiva bene a tutti i cambi di direzione, grattando col fondo negli avvallamenti, sintomo di un assetto Rake spinto, e scorreva con una facilità disarmante sul lungo curvone Renault, da percorrere in appoggio.

Monoposto in chiaroscuro la Renault RS18: veloce in assetto spinto da qualifica con un assetto Rake talmente evidente che, in fase di frenata, in curva cinque il musetto picchiava vistosamente verso terra. Ma ancora un’incognita per quanto riguarda le simulazioni di gara: poco efficace con le mescole più dure e con qualche grattacapo a livello di affidabilità.

Discorso molto simile per la Toro Rosso: il team faentino ha cercato la prestazione pura a discapito del ritmo gara. Complice l’ottimo assetto filava in maniera repentina nel primo tratto veloce, ma era in leggero affanno in quello più guidato. La Haas e la McLaren, costrette ad inseguire per i vari stop, si sono focalizzate ancora sul giusto set-up, ma a vederle affrontare il complesso delle prime curve davano segnali incoraggianti.

Incognita Racing Point: il team non ha particolarmente brillato, limitandosi a girare senza grandi acuti e, anche in presa diretta, non ha impressionato nella percorrenza di curve.

Purtroppo la Williams, ancora alle prese con lo sgrossamento, ha girato ad andatura costante e con vistose rastrelliere per la raccolta dati.

Considerando le limitazioni aerodinamiche imposte dal regolamento, 2019 le vetture si sono avvicinate in maniera disarmante ai livelli della passata stagione e tutto questo solamente nella prima quattro giorni. È lecito aspettarsi una escalation dei tempi nella prossima settimana e soprattutto nell’arco della stagione.

Dal nostro inviato – Michele Montesano